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Home ›Le penose vicende della politica italiana
Il governo tecnico, presieduto dal finanziere Monti, cade a causa del PDL, e naturalmente, non per il famigerato “bene del paese”, dietro al quale si nascondo sempre gli interessi della borghesia nostrana, ma per un calcolo esclusivamente elettorale.
Ancora una volta il Berlusca dimostra di essere il più furbo tra i furbi. Dopo aver appoggiato il governo Monti , averne votato tutti i provvedimenti legislativi proposti, aver quindi partecipato direttamente alla spoliazione del proletariato e di buona parte del così detto ceto medio come nessun governo aveva mai fatto, ora con questa mossa si vuole presentare come l 'unico vero oppositore a questo governo antipopolare. Un fenomeno davvero! Dopo aver votato a favore di tutti i provvedimenti di macelleria sociale del governo Monti: dalla riforma delle pensioni a quella del lavoro, dagli sgravi fiscali a Santa Romana Chiesa all’aumento vertiginoso delle tasse, all'eliminazione di qualsiasi futuro occupazionale per decine di migliaia di esodati, dalla spendig review fino alla prossima legge di stabilità, non appena esaurito il compito del tecnico, ovvero fare il lavoro sporco che nessuno voleva accollarsi per ovvie ragioni, il Berlusca si erge quale paladino dei diseredati e unico oppositore al governo del despota asservito alla troika (BCE, FMI, UE). La demagogia non ha limiti! Ma come stupirsi del carattere peculiare della politica borghese e dei suoi politicanti interpreti? E come diceva qualcuno: noi rivoluzionari dobbiamo combattere senza pietà la demagogia, non solo tra le fila proletarie ma tra tutte le classi, perchè i demagoghi sono i primi nemici del proletariato. Naturalmente non ci riferiamo solo al vituperato Silvio, ma a tutto l'arco parlamentare e parlamentarista, perché molti di quelli ora fuori dal parlamento venderebbero la madre per riavere o conquistarsi una poltrona, le connesse indennità-stipendi, e mettere le mani su quel mare di denaro che ha sempre sommerso gli scranni del parlamento. Come infatti dimostra l'atteggiamento del democraticissimo Bersani, il quale dichiara, orgogliosamente, che il PD voterà la legge di stabilità e anche qui sta il suo senso di responsabilità (verso chi?), attaccando allo stesso tempo il PDL per la sua irresponsabilità e per aver tradito l'impegno preso nei confronti del paese. I termini astratti come patria, interessi del paese, responsabilità, popolo, abbondano nelle dichiarazioni dei politici borghesi, a dimostrazione di come essi mirino a mistificare la realtà e nascondere la verità, al fine di mantenere la coesione sociale e difendere lo status quo.
Ma come al solito, dietro agli scontri verbali, davanti a tv e giornali, tra coloro che ci fanno credere di essere duellanti, si celano accordi ed alleanze nel comune interesse dei loro padroni: banche, industriali e imprenditori vari. Non a caso, era interesse di tutte le forze parlamentari non risolvere il problema della legge elettorale, nonostante il vociare allo scandalo per il porcellum, e lasciare tutto com'era.
Tornando al nostro cavaliere, non possiamo che constatare la furbizia politica (sempre in chiave padronale si intende) della sua manovra di sfiducia al governo: in primis, come detto sopra, perché con essa si presenta alle prossime elezioni come unico vero oppositore al governo dei sacrifici, dei tagli e delle tasse, con l'intento di recuperare voti proprio da quelle fasce sociali più colpite dalle misure Montiane; in seconda battuta perché è riuscito a sabotare la legge elettorale mantenendo il porcellum, vera e propria creatura berlusconiana, anche se confezionata dal leghista di turno.
Insomma, la sfiducia al governo, una volta espletati i suoi compiti di boia del proletariato, é l'asso che Berlusconi ha saputo tirare fuori dalla manica per tornare a giocare da protagonista nella prossima tornata elettorale, nella speranza di vincere e allentare così i suoi guai giudiziari. Bisognerà vedere quanto il padronato italiano sarà disponibile ad affidargli i propri interessi, conoscendo il personaggio, più incline a fare leggi per se stesso che non a rappresentare gli interessi dei suoi autorevoli “elettori”. Per adesso, pare che almeno una parte della grande borghesia, non abbia gradito il “ritorno in campo” di Berlusconi, e la prontezza di Monti a non sottostare al solito giochino-ricatto berlusconiano sembrerebbe confermarlo.
Alla fin fine Dovremmo essere contenti della caduta del governo delle banche... ma cosa ci aspetta dopo l’unanime e devastante legge di stabilità? Non più tecnici ma politicanti in salsa “democratica”, cristiana o populista ma pur sempre al servizio di sua maestà il capitale. Insomma, tutto cambierà per restare uguale fino a quando il proletariato non scenderà in campo e, guidato dal suo Partito, spazzerà via quel perverso teatrino, i suoi corrotti burattini, e soprattutto i burattinai che dietro vi si nascondono.
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