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Home ›Alzarsi per vincere - Sulle lotte in Quebec
Volantino distribuito durante la manifestazione studentesca a Montreal del 26 febbraio 2013
Lo sciopero degli studenti più grande nella storia del Quebec è scoppiato appena un anno fa.
Questo sciopero è stato anche il primo movimento di massa sostenuto in Nord America contro le misure di austerità causate dalla crisi dei mutui subprime del 2008. Questa mobilitazione è stata esemplare a livello della militanza di base e ha creato una crisi quasi senza precedenti nella storia della società del Quebec. Inoltre ha dimostrato i limiti del movimento studentesco, e quella di tutti i movimenti isolati, dove le illusioni riformiste hanno ancora presa sui militanti.
Questo sciopero è stata una gigantesca scuola di lotta di classe per migliaia di persone.
Nella lotta si è scoperta la violenza della polizia, il disprezzo per le istituzioni borghesi, soprattutto verso i media capitalisti, i tribunali che applicano la "giustizia di classe" e l'arroganza della stessa borghesia! Molti di noi sicuramente ricorderanno con quale cinismo i ragazzini ricchi chiedevano l'intervento della polizia in modo da poter frequentare "i loro corsi", come alcuni politici e piccoli arrivisti hanno preso sei mesi di sacrifici e li hanno venduti per comprarsi una sede o mettere il loro culo in parlamento, come alcuni "leader" hanno fatto le star grazie alle nostre ferite e le nostre notti insonni. Questo sciopero ci ha insegnato sicuramente queste cose, ma ci ha fatto conoscere anche il coraggio dei grigi mattini sulle linee di picchetto. Ci ha anche rivelato tutta la forza della folla nelle azioni e nelle manifestazioni quando ci ha fatto capire più volte che, incluso di fronte ai cani da guardia dello Stato, siamo stati in grado di difenderci.
Abbiamo anche imparato come colpire i portafogli della borghesia bloccando i porti, le banche e i ponti. Abbiamo imparato che cosa significa organizzarci, vedere la solidarietà negli occhi di centinaia di operai e lavoratori che scendono in piazza al nostro fianco con pentole da cucina in mano. Alcuni di loro hanno anche votato per uno sciopero illegale chiamato “sociale” per sostenerci (i burocrati sindacali gliel'hanno impedito).
Ci ha riempito d'orgoglio sapere che eravamo noi stessi e non Leo né Martine, e nemmeno Gabriel (1), che avevamo dato il coraggio a questi proletari, nostri fratelli e sorelle di classe. Abbiamo visto questi stessi lavoratori e lavoratrici organizzarsi in assemblee autonome in ogni località, creando reti di sostegno e comitati per aiutarci. Abbiamo bloccato l'aumento liberale, non siamo stati "fregati" dalla legge speciale (2), abbiamo impedito i tagli all'università e abbiamo ottenuto un incremento delle borse e sovvenzioni. Abbiamo anche sconfitto quello che al momento di questa triste farsa è il vertice: l'enorme aumento delle tasse scolastiche che è stato probabilmente del tutto messo da parte. Abbiamo lottato, abbiamo trascinato fuori dalla classe dirigente ogni guadagno con il nostro coraggio, si potrebbe quasi dire che abbiamo vinto ... ma …
Purtroppo lo sciopero ha avuto una fine meno gloriosa. Naturalmente, la massa degli studenti era stanca ed i militanti terribilmente indeboliti dagli arresti e ciò ha contribuito a porre fine allo sciopero. Per molti elementi radicali, le ragioni del fallimento dello sciopero, la minaccia più palpabile di indicizzazione (3), l'attuazione della garanzia di qualità e l'assenza di una chiara prospettiva politica al fine della lotta sono stati dovuti al recupero elettorale. La "vittoria di Pirro" non è stata dovuta solo a una leadership che ci ha tradito. Certo, la pugnalata alla schiena dei burocrati sindacali che hanno fatto fallire lo sciopero sociale o i tradimenti dei socialdemocratici e dei nazionalisti di "sinistra" che hanno sabotato la lotta per guadagnare voti, uccidendo lo sciopero, sono solo alcuni dei motivi. Se abbiamo perso, gli unici da incolpare siamo noi stessi. Se lo sciopero che avevamo sostenuto, organizzato e radicalizzato è stato ridotto in cenere per servire basse manovre elettorali, è perché abbiamo lasciato che ciò avvenisse.
Perché l'opzione sciovinista nazionale, il Parti Quebecois ed i socialdemocratici di Québec Solidaire sono i vincitori della lotta? Semplicemente perché sono stati organizzati e si sono organizzati. Noi non abbiamo avuto niente di meglio da fare che accusarli di comportarsi come i riformisti che sono. Siamo caduti nell'idealismo, nella convinzione che il movimento studentesco, interclassista, idealista e liberale, era un terreno su cui avremmo potuto vincere semplicemente con la nostra presenza. Siamo caduti a capofitto nella trappola dello "stile di vita" libertario, preferendo l'adrenalina della rottura di finestre al posto del lungo e paziente lavoro di unire la base al resto della classe operaia. Abbiamo favorito la varietà di tattiche piuttosto che l'unità di azione. Abbiamo parlato molto di democrazia "diretta" staccata dal suo contesto sociale, piuttosto che prepararci ad affrontare direttamente lo stato borghese. Abbiamo indotto in errore le federazioni studentesche piuttosto che spiegare o condurre azioni concertate. Abbiamo criticato le idee oppressive, cosa necessaria nel mezzo di una lotta, ma troppo poco per le loro basi materiali. Abbiamo parlato e si continua ancora a parlare di educazione "umanista", "non di mercato", quando sappiamo benissimo che tale educazione sarebbe possibile solo nel socialismo.
Smettiamola di nutrire chimere. Il nostro futuro sono le nostre AG (Assemblee Generali), i nostri futuri deputati sono i membri dei nostri comitati di mobilitazione. I custodi delle nostre strutture hanno spesso più potenziale per la lotta di molte delle persone che sono nelle nostre aule. Spesso abbiamo temuto gli studenti di istituti tecnici che si sono dimostrati avversi di fronte ad alcune rivendicazioni che non sembravano interessargli, piuttosto che cercare di unirsi. Abbiamo bisogno di un'organizzazione, di un programma di lotta, di disciplina. Dobbiamo solidarizzare molto di più con la classe operaia nelle loro lotte. Dobbiamo prepararci ad affrontare la classe borghese nella sua interezza, non solo la "destra", non solo il Parti Quebecois. Abbiamo notato con amarezza il vicolo cieco in cui ci ha portato il partito "delle urne e delle strade", che è Québec Solidaire. Siamo in guerra, è il momento di agire di conseguenza.
Per diversi compagni oggi è l'inizio della lotta contro l'indicizzazione. Dobbiamo andare oltre. Oggi deve essere l'inizio di un vero e proprio movimento contro l'austerità. La lotta contro l'odiosa riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione e contro tutte le altre misure delle varie estorsioni fiscali da parte dello Stato deve essere guidata meglio. Inoltre, il Parti Québécois, nei prossimi negoziati di accordi collettivi, sicuramente attaccherà i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico. Deve essere costruita un'opposizione di classe contro l'austerità capitalista. Non lo faranno i partiti riformisti né i burocrati sindacali né la falsa opposizione dei nazionalisti. Dobbiamo organizzarci insieme, qualunque sia il nostro settore di attività, in strutture autonome da qualsiasi burocrazia. È per questo che ho fatto la scelta di aderire ad un'organizzazione comunista, rivoluzionaria e internazionalista. Vogliamo abbattere un sistema che ci toglie tutto, anche il futuro. Sappiamo che chi lo gestisce è disposto a tutto pur di difenderlo. Il mondo non cambierà attraverso consensi prefabbricati e mezze misure. Abbiamo bisogno di una rivoluzione proletaria internazionale e per guidarla abbiamo bisogno di un partito di classe.
Uno studente simpatizzante del Gruppo Internazionalista dei Lavoratori (GIO)(1) I primi nomi dei leader degli studenti in lotta del 2012.
(2) La cosiddetta Legge 78 introdotta dal Primo Ministro Charest per prevenire proteste.
(3) L'indicizzazione è la politica del nuovo governo del Parti Quebecois che collega le tasse degli studenti in base al costo della vita, in breve, un'altra forma di attacco.
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