Ricordando la Comune di Parigi

Proprio in questi giorni (21-28 maggio) di 142 anni fa si consumava la "settimana di sangue". Oltre 20.000 comunardi venivano massacrati dalle armi della borghesia. La loro "colpa"? L'aver dimostrato che questa è una classe parassitaria, che i lavoratori possono organizzarsi e gestire la propria vita senza bisogno di padroni, preti, militari e politicanti. Non è poco. E' anche nel sangue di quegli insorti che la nostra bandiera si è chinata, tingendosi di rosso, per essere rialzata e sventolata come un monito contro le odierne classi dominanti: "il vostro sistema non sarà eterno!". Cogliamo l'occasione per pubblicare un testo scritto nel 1936 dai compagni della frazione all'estero una parte dei quali, 7 anni dopo, con i compagni rimasti in italia, fonderanno il Partito Comunista Internazionalista.

1871-1917: Le due "comuni" proletarie

Da "Bilan" - n. 29 - 1936

Le circostanze storiche nelle quali la Comune nacque potrebbero permettere parecchie speculazioni. Marx stesso non aveva forse scritto:

Tentare di rovesciare il nuovo governo nella presente crisi, quando il nemico è alle porte di Parigi, sarebbe un atto di pura follia. Gli operai devono compiere il loro dovere civico.

Ma quando nel marzo 1871 apparve la Comune, è Marx il primo a metterne in evidenza il profondo carattere internazionalista scrivendo:

Se la Comune rappresentava veramente tutti gli elementi sani della società francese, se essa era di conseguenza il vero governo nazionale, era nello stesso tempo un governo operaio e, a questo titolo, nella sua qualità di audace campione del lavoro e della sua emancipazione, aveva un carattere ben marcato d'internazionalismo.

La grandezza della Comune risiede nel fatto ch'essa seppe vincere i pregiudizi dell'epoca, inevitabili nella fase della formazione degli Stati capitalisti, per affermarsi non come il rappresentante della "Nazione" o quello della Repubblica democratica ma quello del proletariato mondiale.

Si crede - dice Engels nella sua prefazione alla "Comune" di Marx - di avere già fatto un progresso veramente ardito se ci si è liberati dalla credenza nella monarchia ereditaria per giurare nella Repubblica democratica. Ma in realtà lo Stato non è altra cosa che una macchina di oppressione di una classe da parte di un'altra e ciò tanto in una Repubblica democratica che in una monarchia.

Marx scrive del resto assai giustamente: il segreto della Comune eccolo:

Essa era soprattutto un governo della classe operaia, il risultato della lotta tra la classe che produce e la classe che si appropria del prodotto della prima; la forma politica, finalmente trovata, sotto la quale era possibile di realizzare l'emancipazione del lavoro.

È questo significato storico tratto genialmente da Marx al fuoco degli stessi avvenimenti, ciò che è rimasto dell'insurrezione dei lavoratori parigini e che gli ha dato la colossale importanza ch'essa ha avuto per lo sviluppo del movimento operaio. Si trattava dell'apparizione della "forma politica, finalmente trovala, sotto la quale era possibile realizzare l'emancipazione del lavoro". Nessuna meraviglia se fino al 1914, il movimento internazionale vissuto sul ricordo eroico della Comune se ne sia nutrito, ma dovette anche, con il trionfo dell'opportunismo, annebbiarne il significato reale.

La borghesia francese aiutata da Bismarck doveva schiacciare col ferro e col fuoco la Comune la quale, nelle condizioni di sviluppo economico e sociale dell'epoca, non poteva avere prospettive. Non è che dopo molti anni che la borghesia, aiutata dall'opportunismo, riuscì a deformare tra gli operai la portata immensa di questo avvenimento. Ma là dove la violenza è mancata doveva riuscire la corruzione. Nel 1917, sembrò che i soli bolscevichi russi avessero appreso alla scuola della Comune che essi soli ne avessero mantenuto il significato e attraverso la sua critica si fossero abilitati ai problemi insurrezionali. Senza la Comune la rivoluzione d'Ottobre 1917 non sarebbe stata possibile nei modi come essa si è realizzata. Si trattava qui di uno di quei momenti storici in cui:

la lotta disperata delle masse, anche per una causa persa, è necessaria all'ulteriore educazione di queste masse, alla loro preparazione alle lotte future...

Lenin

primo frutto di una esperienza sanguinosa, un passo concretamente posto verso la rivoluzione mondiale.

La Comune fu grande e lo resterà perché gli operai parigini si lasciarono seppellire sotto le sue macerie piuttosto che capitolare. Nessuna minaccia di Thiers, nessuna violenza poté aver ragione del loro eroismo. Furono necessari i massacri di Maggio 1871, quelli del Père Lachaise per ristabilire l'ordine e assicurare il trionfo della borghesia. Ed anche gli opportunisti della II Internazionale che respinsero deliberatamente gli insegnamenti della Comune, dovettero inchinarsi davanti al suo eroismo. Prima della guerra i partiti socialisti dovettero glorificare la Comune per meglio combatterne gli insegnamenti storici. Ma questa attitudine comportava una contraddizione fondamentale in quanto essa faceva degli insorti parigini un centro permanente della lotta rivoluzionaria internazionale.

La Comune russa del 1917 non conoscerà questa sorte gloriosa. La sua trasformazione in un centro di contro-rivoluzione, la sua degenerazione sotto l'azione della corruzione capitalista mondiale ne ha fatto un elemento di repulsione. Il Soviet, per l'operaio, non significa più un passo in avanti in rapporto alla Comune, ma un passo indietro. Invece di morire sotto le sue macerie di fronte alla borghesia, il Soviet ha schiacciato il proletariato. La sua bandiera è, oggi, quella della guerra imperialista. Ma allo stesso modo che non vi sarebbe stato l'Ottobre 1917 senza la Comune del 1871, non vi sarebbe la possibilità di rivoluzione trionfante senza la fine disgraziatamente tragica della rivoluzione russa.

Cosa importa, dopo tutto, se la Comune serve alla propaganda patriottica del fronte popolare, se la Russia è diventata uno strumento potente per la preparazione della guerra imperialista: è il destino dei grandi avvenimenti della storia d'essere asserviti agli interessi della conservazione capitalista, da quando hanno cessato di essere una minaccia per il suo dominio. La sola cosa che nessuno al mondo potrà cancellare della Comune, è questo suo carattere di pioniere della liberazione dei lavoratori. La sola cosa che resta dei Soviet russi è l'esperienza gigantesca della gestione di uno Stato proletario in nome e per conto del proletariato mondiale.

In, ciò risiedono le ragioni fondamentali di questi avvenimenti che il rinnovarsi delle battaglie rivoluzionarie devono far risorgere sull'arena politica. Le forme storiche importano poco: Comune o Soviet (piuttosto Comune che Soviet) il proletariato mondiale non potrà ripetere gli errori storici dell'una o dell'altro, perché, come dice Marx, non si tratta di...

realizzare un ideale, ma di liberare gli elementi della nuova società che la stessa vecchia società borghese porta nei suoi fianchi.

Noi non abbiamo da opporre un ideale utopistico e astratto a queste due esperienze storiche, non dobbiamo farci prendere da Un entusiasmo vuoto o da una repulsione sentimentale, ma liberare dalla fase storica in cui è precipitata la rivoluzione russa "gli elementi della nuova società" come lo fece Lenin nei riguardi della Comune. Come lo prova luminosamente la Comune ungherese del 1919; al di fuori di questo obiettivo si assiste inevitabilmente alla ripetizione di errori, di sconfitte, le quali, benché esista una esperienza precedente, compromettono per lunghi anni la lotta del proletariato.

Gli operai non possono "ripetere" nel corso della loro lotta emancipatrice, ma devono "innovare" in quanto essi rappresentano la classe rivoluzionaria della società attuale. Le inevitabili sconfitte che sopravvengono in questo cammino non sono che di stimolo, preziose esperienze che determinano, in seguito, lo sforzo vittorioso della lotta. Al contrario, se ripeteremo domani uno solo degli errori della rivoluzione russa, comprometteremmo per lungo tempo il destino del proletariato che si rafforzerebbe nella convinzione che non vi è nulla da fare.

Lasciamo dunque, nella fase in cui il proletariato è battuto in tutti i paesi, che i traditori falsifichino la portata della Comune. Lasciamo che la Russia segua il suo corso, ma vegliamo a preservare gli insegnamenti di queste due esperienze, a preparare le nuove armi per la rivoluzione di domani, a risolvere la ragione per cui la rivoluzione russa è fallita, perché se...

il grande atto socialista della Comune fu la sua stessa esistenza e il suo stesso funzionamento

Marx

... il merito della rivoluzione russa fu d'avere affrontato i problemi della gestione d'una economia proletaria in legame con il movimento operaio di tutti i paesi e sul fronte della rivoluzione mondiale.

Il "grande atto" della Comune è terminato in un massacro; la gestione dello Stato russo è finita con "il socialismo in un solo paese". Noi sappiamo oggi, che vale di più che le prossime rivoluzioni finiscano come la Comune parigina piuttosto che nell'onta del tradimento. Ma noi lavoriamo non con una prospettiva di disfatta, ma con la volontà di preparare le condizioni della vittoria.

Sabato, May 25, 2013