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Home ›Lottiamo contro lo sfruttamento
Volantino per la manifestazione degli operai FIAT a Pomigliano e Napoli - 27 settembre 2013
Lottiamo per liberarci dallo sfruttamento!
Il sistema economico nel quale viviamo, il capitalismo, si alimenta da sempre con lo sfruttamento. Da un lato ci sono industriali, banchieri, padroni di ogni genere, dall’altro lato ci siamo noi: operai, precari, i lavoratori dipendenti con retribuzioni misere… i proletari. La classe padronale vive grazie allo sfruttamento dei lavoratori. Noi proletari, fino a quando esisterà questo sistema, saremo invece costretti a venderci al padrone!
La crisi economica generalizzata non è una calamità naturale ma il risultato del capitalismo, basato sull’anarchia del mercato, la logica del profitto, su leggi barbare e contraddittorie.
Proletari, non affidiamoci a questo o quel sindacato nè tantomeno al politicante di turno, le istituzioni sono a noi nemiche. Affidiamoci a noi stessi! Decidiamo noi modalità e obiettivi di lotta.
Lottiamo con tutte le nostre forze per difenderci dallo sfruttamento ma non illudiamoci: lotta dura non significa vittoria certa e qualsiasi vittoria parziale potrà essere riassorbita nel sistema, scaricata su noi stessi, su altri settori del proletariato. La classe padronale ha tutti gli strumenti per fare questo!
Lottiamo ma prendiamo coscienza della fase attuale del capitalismo. Rendiamoci conto che ci scontriamo con un sistema in crisi profonda, con padroni più che mai assetati di profitto. Guardiamo per esempio la Grecia, dove le lotte, seppur con i loro limiti, si sono sviluppate, coinvolgendo molti settori del proletariato. Cosa hanno ottenuto queste lotte? Poco o nulla, tutti i proletari lì sono diventati ormai poveri! Proletari, non possiamo chiudere chi occhi, questo potrebbe accadere anche a noi!
Ciò non significa ovviamente rassegnarsi o rinunciare a lottare per difenderci. Significa prendere coscienza che bisognerà andare oltre la lotta rivendicativa. Dobbiamo organizzarci fin da oggi per essere, in futuro, nelle condizioni di abbattere questo sintema economico. Siamo già troppo in ritardo!
Compagni proletari, insomma, quello che vi vogliamo dire è che dobbiamo respingere qualsiasi illusione riformista!
In alcune nazioni, sono stati introdotti sussidi, forme di reddito garantito, salario minimo ecc, ma ciò è avvenuto, in particolare modo, durante le fasi di sviluppo economico. Oggi assistiamo invece a progressivi tagli allo “stato sociale”. Ma a parte questo aspetto, certamente non secondario, non dimentichiamo, che tali forme di sostegno al reddito sono state concesse solo ai proletari delle nazioni economicamente più sviluppate e grazie anche agli extraprofitti che i padroni ricavavano dallo sfruttamento disumano dei lavoratori nei “paesi arretrati”. Non guardiamo solo al nostro orto, locale o nazionale. Dobbiamo essere per l’unità di classe, contro ogni divisione di settore, nazione, continente. *Ebbene, il capitalismo non garantirà mai un “reddito” o un salario “dignitoso” per il proletariato internazionale, non lo ha mai fatto!
Lavoratori, il salario è sfruttamento! Lottiamo contro licenziamenti e cassa integrazione, per difendere le nostre condizioni salariali, ovvio, ma se vogliamo andare oltre – e dobbiamo farlo! - la nostra alternativa allo sfruttamento non può essere rappresentata dal motto: “salario” o “reddito per tutti”. Il nostro motto non deve essere riformista bensì rivoluzionario: abolizione del sistema del lavoro salariato!
Invece della parola d'ordine conservatrice: "Un equo salario per un’equa giornata di lavoro", gli operai devono scrivere sulla loro bandiera il motto rivoluzionario: "Soppressione del sistema del lavoro salariato".
K. Marx, all'Associazione internazionale degli operai
A noi serve una società completamente diversa dove i mezzi di produzione e distribuzione siano socializzati e non gestiti in modo privato (o nazionalizzato…) da un pugno di borghesi, una società dove la produzione risponda al reale soddisfacimento dei bisogni, dove l'ambiente non sia devastato. Per arrivare a questa trasformazione, che dovrà assumere carattere internazionale, bisognerà necessariamente passare attraverso la presa del potere politico da parte del proletariato, i mezzi di produzione dovranno essere sottratti alla borghesia e messi sotto il controllo della classe lavoratrice e dei suoi organi di potere.
Invitiamo i lavoratori Fiat e dell’indotto a scioperare e a partecipare ai picchetti del 27, che inizieranno già alle 3 del mattino. Li invitiamo ad affiancarsi ai loro compagni del Comitato di Lotta, a dare vita tutti insieme ad una assemblea operaia fuori la fabbrica per iniziare a decidere modalità e obiettivi della lotta.
Invitiamo i lavoratori di altri settori, gli studenti loro figli, ad essere solidali.
Partito Comunista Internazionalista
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