Un ricordo di Onorato Damen

Ricordando sempre il compagno Onorato Damen, che ci ha lasciato il 14 ottobre 1979, abbiamo ritrovato nel cassetto un articolo apparso sulla rivista Pietre nel 1980: La diaspora leninista: Damen e Bordiga. L’autore, Antonio Valeri, condivise con Damen la prigionia in un campo di concentramento ad Istonio Marina, alias Vasto d'Abruzzo; pur non essendo un compagno di militanza politica, il Valeri - come lui stesso scrisse – volle ricordare Damen con “questo saggio sommario dell'opera sua, ispirato ad una lunga amicizia nata nel 1940 in un campo di concentramento… Vuol essere la continuazione di un dialogo trentennale nel rispetto delle reciproche opinioni e nel reciproco riconoscimento delle drammatiche prospettive per L'Italia, per I'Europa e per il mondo, distinte purtroppo dagli ideali traditi di quell'ottobre 1917 che entrambi, e con noi milioni e milioni di uomini, avevamo salutato nei nostri giovani anni come un'immensa speranza di giustizia e di libertà”.
Ripubblichiamo questo scritto soprattutto per i compagni più giovani che non hanno avuto la fortuna di avere una conoscenza diretta anche del forte carattere e della lucida personalità espresse da Onorato: questo ricordo è una testimonianza di quanto il nostro indimenticabile compagno fosse stimato – così leggiamo – per la sua “integrità morale, inflessibilità politica, personalità culturale”. Oltre che, per noi di fondamentale importanza, per il “lucido rigore dottrinale”: un saldo esempio di coerenza teorica e politica che, oggi come ieri, ci sostiene nelle difficoltà della dura opera della costruzione del partito rivoluzionario.

…A ricordo della coerente figura di Onorato Damen, combattente comunista espulso dalla Chiesa del P.C.I. nel 1931, deceduto il 14 ottobre 1979 a Milano nell'ot trentacinquesimo anno di età, dopo sessanta cinque anni di lotte nel movimento operaio italiano e internazionale, dodici anni di carcere, dieci fra confino e ammonizioni, agguati e persecuzioni fasciste: vicende che gli erano valse la schedatura di "comunista irriducibile" dalla polizia del regime.

Ma per quella Chiesa, ancor prima della sua morte, Onorato Damen era stato sepolto fra coloro "che mai non fur vivi". Invano potevamo cercarne tracce nell’ Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza, fondata da Secchia, staliniano di ferro. E se pure nel Dizionario biografico, Il movimento operaio italiano, edito dagli Editori Riuniti, una striminzita scheda riferiva il suo nome, non apparivano le ragioni drastiche del suo dissenso, dal Partito "per eccellenza" dapprima, da Amadeo Bordiga successivamente, ed infine nel seno stesso della sua eresia, dagli eredi del bordighismo, in nome di una sua versione dell'ortodossia marxista- leninista e cioè di un assoluto nell’assoluto della dottrina.

Soltanto nei periodici semi-clandestini (per quanto concerne la diffusione) dei partitini della diaspora internazionalista, Prometeo e Battaglia Comunista, poterono apparire i suoi scritti, di lucido rigore dottrinale e polemico, e soltanto nella stam pa della sinistra libera, ieri nella Critica Sociale, oggi su Pietre, se ne rievoca, pur dissenzienti, ma rispettosi e riconoscenti, l'integrità morale, l'inflessibilità politica, la personalità culturale.

La teocrazia staliniana

II pensiero di Damen si esprime in una lettura costantemente suI rigo del marxismo -leninismo e nel ripudio della sua involuzione staliniana. Si distingue dal trotskismo e dal bordighismo nel giudizio sulla natura di questa involuzione e sulla previsione dei suoi possibili sviluppi. (1)

Mentre ancora Trotski, esule e braccato dagli agenti della Ghepeu nei paesi che gli concessero il diritto d'asilo, da Costantinopoli ad Oslo a Città del Messico, attribuiva ad una degenerazione buro-oligarchica l'insorgere dell'effetto dispotismo militare e poliziesco di Stalin, e impostava la sua disperata battaglia suI ripristino della dialettica leninista, in seno al partito e all'Interna zionale; mentre Bordiga - e la sinistra comunista europea che si ispirava all'insorgenza di Kronstadt ed all'originaria "opposizione operaia" nell'orbita della Rivoluzione d'Ottobre, dimentica della sferzante ana lisi leninista dell'estremismo "malattia in fantile del comunismo" - condividevano nella sostanza l'impostazione trotskista e respingevano l'ipotesi di una deviazione in senso capitalista dell'economia sovietica, ravvisando nell'industrializzazione e nell'accumulazione forzata il carattere distorto del regime staliniano, Onorato Damen denunciava lucidamente la tragica realtà della rivoluzione che rinnegava i suoi postulati, che diveniva controrivoluzione, Stato imperialista oltre che distopico, nel quale il capitalismo gravava con ferree leggi sugli operai e sui contadini, più che mai soggetti al sopra-profitto ed all'alienazione.

Egli (Damen) non ravvisava nella diaspora trotskista e negli innumerevoli gruppi e gruppuscoli che da essa si dipartivano in Europa e in America, dando origine ad una lunga successione di lacerazioni e di scissioni, ovunque inquinata, perseguita e mortalmente colpita - e il caso di Lev Trotsky. del figlio Lyova e di tanti altri - dalla lunga mano della vendetta del tiranno: vedeva chiaro nei fatti, senza nulla concedere sui principi. La Rivoluzione russa aveva subito il suo Termidoro. La Chiesa, divenuta Sta to, aveva instaurato la sua Teocrazia, la sua verità teologale, seguendo l'iter di tutte le chiese pervenute ad un proprio potere sui corpi oltre che sugli spiriti, chiuse in se stesse, arroccate nei loro dogmi, reclamanti l'appoggio di formidabili apparati, di braccia secolari sempre più potenti e armate, pronte ad estirpare l'eresia e il dissenso.

Così nei primi secoli dell'era volgare era avvenuto del cristianesimo, quando al libero apostolato era succeduta la Chiesa trionfante nei suoi dogmi e nella sue gerarchie

L'Internazionalismo operaio era finito: la teoria staliniana del "comunismo in un solo paese" e dello Stato "guida" ne era la contraddizione patente. La sola verità sentita era quella del despota, al quale era dovuto supinamente il "culto della personalità", cosi come nel III secolo dell’era volgare all'onnipotente Costantino dell'Editto di Milano veniva tributato il culto al Genio dell'Imperatore "creazione spontanea dei sudditi delle province orientali. Abituati a riverire nei sovrani una manifestazione divina". (2)

Agli oppositori rimaneva soltanto la coscienza integra, ma impotente, della propria ragione…..

Nella Russia Sovietica, Ie "grandi purghe" terrificanti degli anni trenta, ci riconducono ai secoli più oscuri del basso medioevo, alle repressioni sanguinarie delle eresie gnostiche e marcionite, nicolaite e ariane: pagine atroci e fosche di furore superstizioso; alle dispute sottili e sofistiche sulla sostanza e sulla forma, sul principio e sulIa fine, sul bene e sul male, che pur sempre reclamavano la notte delIa ragione, il tributo del sangue, la faida fratricida, la schiavitù del pensiero e delle opere, l'oscuramento, la fame e la morte.

Alla ripulsa totale dello stalinismo, e delle sue derivazioni togliattiane, che acco munarono negli anni trenta Damen a Bordiga, seguirono nel successivo ventennio approfondimenti e chiarificazioni di più ampio orizzonte, non soltanto sull’essenza e sulle conseguenze della svolta sovietica. ma sui principi fondamentali della dottrina: l'interpretazione della dialettica marxista, il famoso diamat. E fu la rottura fra i due, storicamente documentata dalla corrispondenza intercorsa nel 1951 fra Alfa (Bordiga) e Onorio (Damen): cinque lettere nelle quali alla concezione bordighiana della rivo luzione "matematica", che si fa da sé e si può attendere fatalisticamente a braccia conserte, si contrappone dal Damen una visione di movimento e contraddizione, che reclama azione e lotta, un partito combattente, un proletariato cosciente.

II dissenso si estese alle diverse concezioni della natura e dei compiti del partito rivoluzionario e del sindacato, e negli anni cinquanta divenne irreversibile, fino ad ingenerare una nuova scissione nel Partito comunista internazionalista: la scissione nella scissione, Damen "solus sed non solus", da una parte, Bordiga dall'altra.

I tre dissensi di Damen

I tre dissensi che li separarono datano dal secondo dopoguerra, quando il gruppo della sinistra comunista riprese a tessere la tela spezzata dalle persecuzioni fasciste, e precisamente dal 1952. Essi riguardavano: il modo di concepire la dialettica e il rovesciamento della prassi; il modo di concepire la dittatura del proletariato attraverso il surrogato politico della dittatura di partito; L'atteggiamento del partito di classe di fronte alla Russia, grande potenza militarista e, a suo modo, colonialista e imperialista.

AI fondo, la critica di Onorio punta sul voluto isolamento di Alfa, suI suo positivismo fatalista, che lo fanno attendere gli eventi a braccia conserte, da filosofo più che da militante, e gli rimprovera la "facilità e instabilità teorica ( ... ) continuamente oscillante tra una valutazione deterministica dei fatti, che gli è naturale, ed una valutazione dialettica di comodo, presa d'accatto dal marxismo, per ciò sentita ed espressa deterministicamente secondo i canoni del più abusato scientismo positivista". (3)

Bordiga appare a Damen come "il combattente che ha preferito rimanere per quasi un trentennio sotto Ie immani macerie del crollo della III _Internazionale, avvenuto storicamente con l'affermazione dello stalinismo in Russia e nel mondo_". (4)

E giustamente rileva Giorgio Galli che "la metodologia basata suI dato matematico proprio della scienza non sempre combacia con la metodologia basata sulla dialettica che è movimento e contraddizione". (5)

L'azione politica, e la critica ideologica di Damen si svolge tutta sui binari inflessibili della logica marxista-leninista della Rivoluzione d'Ottobre, successivamente tradita e rovesciata dagli epigoni, in primo luogo da Stalin, invano sconfessato nel suo testamento dal preveggente Lenin. Si deve ammirare la profonda coerenza dottrinale di Damen, in quelI'ambito, senza cedimenti al moralismo e all'opportunismo. Egli aveva "in pectore" uno studio su Gramsci, che lo avrebbe certamente portato ad ulteriori approfondimenti sullo stesso leninismo, che è, per chi scrive, l'origine prima del fallimento del socialismo nell'Oriente sovietico, intravisto del resto con acuta preveggenza dal 1919 dai Kautsky e dai Martov e in Italia da Rodolfo Mondolfo. (6) (Opinione del tutto personale, di chi ha scritto l’articolo, sia chiaro – ndr)

E quanto agli avvenimenti contemporanei, la critica di Damen non ha mancato il bersaglio "del revisionismo democratico parlamentare” già intravisto nel "blocco storico" di Gramsci, tradotto e inserito poi, in termini di pragmatismo empirico e facilone nel "compromesso storico" di Berlinguer il quale "ha per obiettivo la restaurazione economica e politica da realizzare all'inter no del sistema capitalistico per assicurargli salvezza e continuità". (7)

L’uomo Damen

Combattente, dunque, lineare; scrittore e oratore chiaro, documentato, senza fumi demagogici e retorici; uomo sereno e profondamente onesto, esemplare nella professione - insegnava nelle Medie - e nella vita; con la intelligente collaborazione della moglie, che aveva sofferto con lui Ie travagliate vicende del periodo fascista, e di quanti ne condividevano Ie idee, redigeva i periodici della sua diaspora, e ne era, come è retaggio dei partitini poveri e senza aiuti dallo Stato (e cioè di tutti i contribuenti), sulle orme del resto dei Ghisleri, dei Turati, dei Prampolini, delle stesso Bordiga del pre-fascismo, ad un tempo direttore, correttore di bozze, spedizioniere.

L'uomo non concedeva niente agli avversari ma dialogava volentieri con loro, senza quel dispregio delle opinioni altrui, che è soltanto dei fanatici di tutte Ie Chiese. La sua ironia non era corrosiva, ma semplice mente umana. E questa saggio sommario dell'opera sua, ispirato ad una lunga amicizia nata nel 1940 in un campo di concentramento (ad Istonio Marina, alias Vasto d'Abruzzo) (8), vuol essere la continuazione di un dialogo trentennale nel rispetto delle reciproche opinioni e nel reciproco riconoscimento delle drammatiche prospettive per I'Italia, per I'Europa e per il mondo, dischiuse purtroppo dagli ideali traditi di quell'ottobre 1917 che entrambi, e con noi milioni e milioni di uomini, avevamo salutato nei nostri giovani anni come un'immensa speranza di giustizia e di libertà.

(1) Per chi volesse approfondire l’argomento segnaliamo: Onorato Damen, Bordiga: validità e limiti di una esperienza nella storia della sinistra italiana, nelle due edizioni Epi (Editoriale periodici italiani) Milano 1971 e 1977. (Oggi ristampata e ampliata nelle nostre Edizioni Prometeo – ndr)

(2) Cfr. Panfilo Gentile. Storia del Cristianesimo, Ed. Rizzoli, Milano, 1975.

(3) Damen. op. cit. pag. 150. 2" edizione.

(4) Damen, op. cit., pag. 145, ibidem.

(5) Cfr. Giorgio Galli, P.C. I. _Alternative storiografi che._ in Critica Sociale. n. 3. 1972.

(6) C'é chi va più in là e coinvolge lo stesso marxismo nella condanna dei principi e soprattutto del metodo. Così Luciano Pellicani e Domenico Settembrini…

(7) Cfr. Damen, op. cit. nel risvolto, 2" edizione.

(8) Nell'onda della riscoperta romanità mussolinia na, il Vasto venne ribattezzato Histonium dal nome dell'antico municipio romano. In origine derivava dai Frentani, popolazione italica soggiogata - e colonizza ta - dai Romani al tempo della "guerra sociale" (fra il 130 a.c. e l'inizio dell'era volgare).

Nel campo di concentramento, aperto nel maggio 1940, il solco tra staliniani ed eretici del comunismo appariva evidente: mense separate, nessun contatto, nemmeno il saluto. Era del resto il comportamento usato nelle carceri, e gli stessi Gramsci e Terracini ne avevano subito il clima artefatto e punitivo…

Giovedì, November 24, 2016