Provocazione a Charlottesville

A Charlottesville, Virginia, la 32enne antirazzista Heather Heyer è stata investita con l’auto ad una protesta antifascista il 12 agosto. Questo omicidio commesso da un suprematista bianco ha scatenato una frenesia di retorica democratica da parte delle stesse forze politiche che hanno coltivato questa violenza politica da decenni. Prima della protesta le autorità locali avevano dato il permesso a miliziani neonazisti di occupare il sito della manifestazione a Charlottesville. La protesta contro la rimozione di una statua del Generale confederato Robert E. Lee aveva dato il via all’ira dei nazionalisti, arrivati solo dopo che le milizie avevano temporaneamente ottenuto il controllo. Elementi all’interno del Partito Repubblicano hanno incoraggiato l’omicidio stradale come arma da utilizzare contro manifestanti di sinistra, e questo da anni, soprattutto in seguito ad una lunga serie di casi molto noti di afro-americani assassinati dalla polizia, che diedero vita ad imponenti proteste, sfociate nella sistematica repressione da parte dello Stato. Questa è la risposta dello Stato alla rivendicazione popolare concretizzatasi nello slogan “mani in alto, non sparate”: essa è emersa nel modo più chiaro di tutti nel totale blocco statale su Ferguson, nel Missouri. Dall’inizio delle proteste i numeri delle persone uccise dalla polizia continuano a salire: la risposta della classe dominante è stata chiarissima. A questo proposito, gli appelli per permettere ai conducenti di poter investire i manifestanti sulle strade carrozzabili hanno raggiunto il piano giuridico: leggi del genere sono in discussione nelle assemblee legislative di molti stati (1). La questione alla base di questo conflitto è una distrazione dai bisogni concreti e pratici della classe lavoratrice.

Il Partito Democratico si è fatto carico di cominciare a rimuovere le statue di ufficiali militari sudisti. Gli stessi monumenti vennero eretti durante il periodo di Jim Crow (2) ed hanno ornato città e cittadine amministrate dal Partito Democratico per anni. È stata la borghesia americana a scrivere il sanguinoso copione che si è svolto sulle strade di Charlottesville. Le proteste sono state circondate da un’aura di fiacchezza, da evento pilotato. E’ facile sopravvalutare i numeri di coloro che sono attratti dai neofascisti, dato che hanno l’attenzione della stampa e che i contro-manifestanti stanno effettivamente pubblicizzando la loro causa.

Nel periodo di Jim Crow i monumenti alla Confederazione costituivano una propaganda visiva con l’intenzione di consacrare una violenza sociale razzista, le cui radici hanno una natura economica e sono legate all’esigenza di controllare la manodopera afro-americana, di mantenerne la segregazione sociale e l’isolamento dagli altri lavoratori. La divinizzazione del Sud conquistato fu un fenomeno sociale legato all’industrializzazione del paese, che accelerò dopo la Guerra Civile. La maggior parte di questi monumenti ai generali della Confederazione fu eretta nell’epoca dell’imperialismo, dopo la prima guerra mondiale. La classe dominante tende a mettere le idee di razza e di nazione al centro di tutte le cose: si può ritrovare questo classico concetto borghese presso le frazioni sia di destra che di sinistra dei capitalisti, le quali se ne nutrono ideologicamente.

Nel corso dei mesi e degli anni gli elementi neofascisti sono diventati sempre più violenti nei confronti della sinistra. Questo si è visto a Portland, Minneapolis e in molte altre città. La violenza di destra ottiene il beneplacito per eseguire i suoi atti dallo stesso Stato che gli elementi antifascisti difendono. Non si può combattere il fascismo difendendo la democrazia borghese e il fascismo non è nient’altro che il vero volto della democrazia borghese in periodi di crisi. Con la crescita delle proteste sociali alla destra è stata data più mano libera che mai per rispondere con la violenza, sino al culmine degli eventi di Charlottesville. Gli stessi avversari di Trump all’interno del sistema acclamano il triumvirato di generali del suo gabinetto che si stanno assicurando che la sua amministrazione non vada completamente fuori controllo.

Entrambe le principali espressioni politiche della borghesia hanno provocato deliberatamente questo scontro. I repubblicani hanno bisogno di distogliere l’attenzione dal circo attorno al Presidente, e i democratici devono distrarre dalla loro totale mancanza di opposizione all’attuale regime di reazione politica alla guida dello Stato. È successo che la borghesia, come entità collettiva incarnata nello Stato, ha sostituito l’originale gabinetto di Trump con uno più accettabile. Ciò che è più accettabile è un altro accumulo di truppe in Afghanistan. Quello che è accettabile ora è “la stigmatizzazione per il cibo” dei minori poveri, rendendo il lavoro nella mensa scolastica un presupposto per ricevere il pranzo. L’evento principale sta accadendo nelle stanze del potere: non fate caso all’austerità o alla costante minaccia di una o più guerre, dimenticatevi che gli Stati Uniti saranno in Afghanistan per almeno altri 16 anni di guerra.

I circoli dominanti ai più alti livelli del governo degli Stati Uniti hanno da molto tempo coltivato legami con organizzazioni neonaziste. Sotto l’amministrazione Bush le indagini dell’Fbi sui suprematisti bianchi estremisti (WSE è la designazione ufficiale dell’Fbi) erano state insabbiate ed interrotte. In quel periodo l’esercito degli Stati Uniti ribaltò la sua usuale politica di non reclutare noti membri di bande neonaziste. Ad un certo punto Bush cominciò addirittura a permettere al gruppo fascista “Minutemen” di pattugliare il confine tra Stati Uniti e Messico in qualità di volontari. Gli Stati Uniti hanno sostenuto a lungo organizzazioni neonaziste in tutto il mondo nel quadro della “strategia della tensione” della Nato. Questa strategia si estese sul piano interno agli Stati Uniti. A metà degli anni 70 L’Fbi aveva talmente infiltrato i Klan esistenti da riuscire ad usare il Ku Klux Klan come copertura per i propri scopi di repressione politica. I fascisti hanno amici potenti nella borghesia. Il KKK è stato complessivamente in declino per decenni, soprattutto dopo la liquidazione finanziaria nel 1987 degli United Klans of America: ora ci sono più di ottanta Klan più piccoli. Allo stesso modo la maggior parte delle organizzazioni di tipo fascista sono piccole e disprezzate: la vera differenza è che manifestano pubblicamente, mentre la polizia e l’Fbi chiudono un occhio e guardano dall’altra parte quando attaccano le persone. La maggiore crescita politica in termini numerici è quella di una sinistra che non ha un programma classista, destinata al compito di azzuffarsi con i fascisti per strada, in difesa della democrazia dei capitalisti.

La parte fascista della borghesia è sempre esistita: non è stata scatenata magicamente, per qualche motivo, dall’elezione di Trump. Queste forze hanno fatto per anni esattamente la stessa cosa: uccidere. Ora, la traiettoria politica della borghesia li ha semplicemente incoraggiati a fare un passo avanti. Questo conflitto è stato fomentato da entrambe le parti. Gli antifascisti hanno funto nel conflitto da capri espiatori, sottoposti a pestaggi e omicidi. I fascisti si è fatta vedere più spesso in posti come Portland, Minneapolis e San Francisco, dove la loro presenza è per forza di cose motivo di scontri.

L’ex membro della giunta di Trump Steve Bannon, in un’intervista inconsueta data alla rivista liberale Prospect, ha rivelato alcune delle macchinazioni all’opera tra la classe dominante nel mantenimento di questa varietà diversiva di antagonismo sociale:

i democratici -- ha detto -- più a lungo parlano di politica identitaria, più ce li ho in mano. Voglio che parlino di razzismo ogni giorno. Se la sinistra è concentrata sulla razza e sull’identità, e noi andiamo con il nazionalismo economico, possiamo schiacciare i democratici (3).

Che cosa si intende per nazionalismo economico? Nient’altro che l’aggressivo perseguimento degli obiettivi imperialistici americani, le stesse guerre commerciali, tutti gli stessi conflitti spinti ad ulteriori estremi. L’intero sistema dietro a questi reazionari politici deve essere abbattuto, o saranno per sempre uno strumento al servizio dell’ordine capitalista. L’attuale scontro all’interno della borghesia riguarda le modalità più efficaci con cui servire questa causa. Il pugno di ferro della borghesia dimostra la sua disperazione di fronte alla crisi capitalista, che non può risolvere. Le paure della classe dominante si riflettono nelle idee dominanti e si manifestano sotto forma di reazione politica.

Essere semplicemente contro qualcosa, non basta. Nelle strade si svolge uno scontro tra due fazioni della borghesia e la nostra classe è mobilitata al servizio di esse. Le due fazioni possono controllare strati ed ambienti intorno a loro, i democratici i sindacati e i militanti di sinistra che li seguono, i repubblicani la loro branca di neofascisti. È giunta l’ora di combattere per ciò che tutti questi reazionari odiano di pi:, il comunismo. E per comunismo non intendiamo il mostro capitalista di Stato che era l’Unione Sovietica, bensì un comunismo fedele alla visione originale di Marx, dove si applicherà il principio “da ciascuno secondo le sue abilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”.

AS

(1) abcnews.go.com

(2) Le Jim Crow Laws, approvate alla fine del diciannovesimo secolo in vari stati del Sud, privarono i neri dei loro diritti legali di cittadini e imposero la segregazione. Furono abrogate nel 1965, ma le loro conseguenze pesano ancora oggi.

(3) R. Kuttner, Steve Bannon, Unrepentant in The American Prospect. 16 agosto 2017. prospect.org/article/steve-bannon-unrepentant

Venerdì, September 8, 2017