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Home ›Tra i bassifondi del mondo politico borghese
A proposito degli insulti rivolti tempo fa da Di Maio e dal compare Di Battista alla categoria dei giornalisti, paragonati a “puttane e sciacalli” (e così mostrando un palese disprezzo per le prostitute), qualche commento ci sembra inevitabile. Sia chiaro che non siamo fra quelli – non lo nascondiamo – che apprezzano in modo particolare certi giornalisti e le “opinioni” e informazioni che diffondono alcuni di loro dietro compenso… Troviamo tuttavia inadeguato assimilare tutti i giornalisti ad una certa categoria di “lavoratrici” offendendo, in fin dei conti chi, come le sopra nominate, un lavoro dopo tutto lo fa mettendoci la faccia (e non solo). Essere paragonati a delle “puttane” per dimostrare il disprezzo “politico” nutrito verso i giornalisti (per di più facendo di ogni erba un fascio), è veramente un atteggiamento degno di quel carrozzone di guitti che si è inserito nei Palazzi romani. Luoghi, per altro e fino a ieri, tanto detestati. Di certo i 5Stelle (e non solo) non possono – visto la “sostanza” delle loro idee – abbandonare il linguaggio un po’ sguaiato e triviale diffuso dal loro capo indiscusso. Il quale, d’altronde, con quel vocabolario ha da sempre, fin dagli inizi, coperto l’infimo livello dei propri pensieri.
Per la verità, i grillini sono soliti scaricare insulti a destra e a manca, offese spacciate presso il pubblico come “opinioni politiche”… popolari, dimostrandosi spocchiosamente insofferenti al subire critiche e alla discussione con i loro stessi simili politici, tacciati di provocazioni e sporche macchinazioni contro il… movimento popolare. E aggiungiamo che di fronte al duo Di Maio-Di Battista, che accusa gli altri di “sciacallaggio” e mistificazioni contro la “verità” delle idee e dei comportamenti grillini, persino un Berlusconi non perde l’occasione per tacciarli come “attentatori della libertà d’informazione”!
Piccolo particolare: sapete che Di Maio è iscritto nell’Ordine dei giornalisti, e quindi fa parte di quella stessa categoria da lui insultata? Vi figura dal 2007 come “pubblicista” avendo scritto due o tre note di sport in giovane età. Va pure ricordato che quando studiava giurisprudenza le sue “opinioni” erano quelle di un liberale che criticava le nazionalizzazioni; era favorevole per una vendita di Alitalia ai francesi ed era contrario al “posto fisso”…
Oggi Di Maio va a braccetto con Salvini, ma fino a ieri lo definiva “un traditore politico. Salvini fa più schifo di Renzi e Berlusconi insieme” (ottobre 1917). E ancora: “La mia posizione è molto semplice: basta premier non votati da nessuno”, scriveva sul Blog delle Stelle nell’aprile del 2018. Ed ecco il premier Conte, votato dal… popolo! L’elenco sarebbe lungo: il “giornalista” Di Maio ha sparato e spara “bufale” a ripetizione. Ricordiamolo, recentemente, nei panni di convinto e dichiarato “abolitore della povertà” grazie al promesso reddito di cittadinanza (6-9-2018). Due giorni dopo annunciava al “popolo” grillino: “Abbiamo eliminato la povertà per la prima volta nella storia”. E per dimostrarlo, dopo aver dichiarato che “la flat tax è incostituzionale e scasserebbe i conti dello Stato e applicarla sarebbe una pura follia” (febbraio 2018), nel “contratto di governo” con la Lega prevede l’introduzione della flat tax.
Abbiamo poi l’annuncio programmatico di “un ritiro della missione italiana in Afghanistan”. Un intervento che Di Maio (novembre 2017) dichiarava “insostenibile per la spesa pubblica italiana”. Oggi la “conferma” che si ridurrà soltanto il contingente da 900 a 700 persone… Ed a proposito di spese militari, mentre il solito Di Maio parlava di bloccare l’acquisto dei famosi F35, oggi non se ne parla più. Un’altra “bufala” fra le tante è poi quella diffusa da Di Maio nel 2014, indicando in “diverse migliaia di poliziotti” (che allora sarebbero stati risultati positivi al test sulla tubercolosi) un regalino del Ministero dell’Interno il quale li mandava a soccorrere gli immigrati (gente notoriamente impestata…) senza dotazioni di sicurezza. In realtà si trattava di poche decine di agenti che poi risultò non aver contratto alcuna malattia….
E ancora: “Fateci fare il governo e lo spread scenderà”, proclamava Di Maio nel maggio 2018. Sarebbe stato solo colpa degli avversari politici e dei giornali, “i quali fanno terrorismo” (settembre 2018). Noi intanto, continuava Di Maio,
abbiamo trovato i 17 miliardi (cioè il 2 per cento della spesa pubblica) che servono a restituire dignità e garantire 780 euro al mese a 10 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà.
luglio 2016
Era allora alla caccia di voti e di consensi, continuata a tutt’oggi quando – dopo che un Salvini annuncia 500mila nuove assunzioni a seguito della riforma delle pensioni anticipate – Di Maio si spinge fino all’annuncio di almeno 600mila!
Dunque, in fatto di informazioni sia Di Maio che Grillo e soci, non hanno nulla da invidiare a nessuno. Sono maestri nella manipolazione e mistificazione, al pari se non meglio di certi loro “colleghi”, giornalisti e politici, di destra e di “sinistra”. Come per la faccenda della sindaca di Roma, con Di Maio che va in Tv (come vice-presidente del Consiglio di questo Bel Paese!) a dichiarare, e senza che alcuno lo contraddica, che la “Raggi è stata assolta perché il fatto non sussiste”. Cioè mentendo sul particolare che la Raggi è stata assolta, sì, ma perché il fatto (cioè l’aver detto qualche falsità…) non costituisce reato!
Uno spettacolo ormai da bassifondi nei quali sta sprofondando la società borghese e tutto il suo codazzo (intellettuale, politico ed… economico) che la circonda e in tutti i modi la sorregge.
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