Fra robot e criptovalute

A proposito dell’articolo sul numero di dicembre di Prometeo (“Assorbendo scienza e tecnologia, il capitale si scava la fossa”), ecco una notizia che conferma l’analisi sviluppata. Si tratta di una dichiarazione del capo della Foxconn, Terry Gou, il quale annunciava che in futuro un milione di robot verranno utilizzati nelle fabbriche Foxconn per svolgere i compiti "semplici e di routine", come la verniciatura e l'assemblaggio delle componenti. Nelle imprese della Foxconn i robot industriali si contano già a decine e decine di migliaia, ma presto si raggiungerà la cifra totale di un milione di macchine-utensili automatizzate che sostituiranno gli operai sulle catene di montaggio.

Salirà quindi, inevitabilmente il numero degli operai resi “superflui”(e di conseguenza “non consumatori” di quanto sarà prodotto) e aumenterà la “produttività” con una conseguenza sempre più preoccupante (a dir poco…) per il capitale, ovvero forti aumenti di capitale fisso e una diminuzione di valore delle merci prodotte. E questo, per la dinamica della valorizzazione-accumulazione del capitale, è veramente una questione di vita o morte. Non va neppure trascurato il fatto che la gran parte della aumentata produzione (socialista?) di “merci” in Cina, ha (o dovrebbe avere) il suo sbocco sui mercati occidentali, già traboccanti di merci “invendibili”… Già, una produzione fortemente aumentata: si è parlato, infatti, di “un aumento di cento volte” (!) degli attuali livelli produttivi…

Sempre riguardo alla diffusione in atto dei robot industriali, coi quali il capitale riduce il lavoro vivo incrementando il plusvalore relativo estorto alla forza lavoro ancora impiegata, abbiamo raccolto anche recenti informazioni riguardo ai passi da vero e proprio gigante “nazional-socialista” che la Cina sta compiendo negli ultimi tempi. L’acquisto di tecnologie industriali è continua da parte del governo di Pechino e sta addirittura diventando allarmante per economie come quella americana e giapponese. Nel settore della robotica, la Cina sta facendo ogni sforzo possibile per sostenere e monopolizzando le industrie high-tech del paese. E’ recente la notizia riguardante l’imminente acquisizione (costo 196 milioni di euro) della tedesca Carl Cloos Schweisstechnik, fondata nel 1919 e nota per i robot che tagliano e saldano l’acciaio per auto ed elettrodomestici. L’azienda cinese Estun ha già triplicato il fatturato (“socialista”…) negli ultimi tre anni (nel 2018 era a circa1,4 miliardi di yuan (199 milioni di dollari). Inoltre, la “Jiangsu Hagong Intelligent Robots” dovrebbe acquistare la tedesca Nimak, produttrice di pistole per saldatura robotizzata, entro fine anno, per 65 milioni di euro. Lo Stato cinese sovvenziona le operazioni in atto e favorisce la domanda di robot industriali che il capitale cinese reclama in tutti i settori.

A tutt’oggi, i quattro principali produttori di robot – le aziende europee ABB e Kuka, con le giapponesi Fanuc e Yaskawa Electric – dominano l’80% del mercato globale. Seguono gli Usa che a loro volta cominciano a preoccuparsi per una concorrenza che Pechino sta alimentando sul piano industriale e commerciale. Washington lamenta una “concorrenza sleale sul mercato” e accusa il governo di Pechino di essere partecipe statale di molti investimenti del capitale privato cinesi (sempre in abiti “socialisti”). Il quale conduce ottimi affari con aziende “capitaliste” come la BMW, mantenendo ad alto livello il fatturato di molte aziende. Il suo figura sempre come il più grande mercato mondiale per i robot (circa il 30% del totale, non solo per acquisti ma anche per vendite in tutto i mondo di Sua Maesta il Capitale).

Ed ora uno sguardo al bel mondo delle criptovalute dove si stanno moltiplicando truffe di portata gigantesca. Sul Web circolano vere e proprie bande di truffatori che nell’anno in corso stanno raggiungendo il primato di “illeciti” con un loro aumento di ben il 150% rispetto al 2018! Si parla di perdite (secondo un recente “Report Ciphertrace”) legate ai traffici illeciti, le quali da 1,7 miliardi (nel 2018) sono passate a 4,4 miliardi di dollari del 2019. I fondi sottratti sarebbero di ben 2,9 miliardi di dollari, intascate dai faccendieri delle valute virtuali. Alcune delle cassaforti virtuali, nelle quali si acccatastano i vari tipi di Bitcoin SV per centinaia di milioni di dollari, quando – come in Canada ultimamente – si riescono ad aprire, sono… vuote. I fantasmi dei digital coins hanno sostituito i fantasmi della ormai vecchia carta moneta e nel mercato del denaro, come in quello delle altre merci, soffia un vento gelido di morte annunciata. Già si incontra un numero di cadaveri superiore a quello ufficiosamente denunciato alla luce del sole… Come volevasi dimostrare!

DC
Mercoledì, December 4, 2019