Presentazione di Prometeo 27 - Giugno 2022

Questo numero di Prometeo è interamente dedicato alla guerra in Ucraina, che segna una svolta, una drammatica accelerazione nel posizionamento dei fronti imperialisti e, dunque, nella corsa verso il precipizio di una nuova, catastrofica guerra mondiale.

La guerra, così come, per altri aspetti, la pandemia, è frutto di una crisi pluridecennale, cioè delle insanabili contraddizioni del modo di produzione capitalistico, che possono essere “risolte” solo in apparenza e in via temporanea, perché destinate prima o poi a ripresentarsi inevitabilmente in forma ancora più acuta e devastante.

Ci sono due modi per uscire in via definitiva dal pantano in cui le leggi di movimento del capitale hanno infognato l'economia mondiale. Uno è la guerra generalizzata che, distruggendo massicciamente i capitali in eccesso – in eccesso rispetto a un determinato livello di accumulazione, a una determinata composizione organica – pone le basi per uno nuovo ciclo di accumulazione su scala mondiale. Prima dell'affermazione del monopolio, erano le crisi economiche che si presentavano grosso modo ogni dieci anni a operare una massiccia svalutazione dei capitali, sgombrando la strada a una nuova fase ascendente. Invece, da poco più di un secolo a questa parte, solo una guerra mondiale può assolvere quel compito, a costi altissimi per il proletariato e per l'umanità. Anzi, non sono più solamente gli essere umani a venire minacciati dagli ingranaggi del capitale: oggi, anche gli equilibri ecologici sarebbero compromessi – come per altro sta già avvenendo - , con conseguenze spaventose per l'intero pianeta.

Nonostante le misure (controtendenze) messe in atto dalla borghesia da diversi decenni – non ultimo l'incremento dello sfruttamento in ogni sua forma – il sistema capitalistico non riesce a risollevarsi da saggi di profitto insoddisfacenti che, mentre spingono la classe dominante a peggiorare le condizioni di vita e di lavoro del proletariato, indeboliscono le sue capacità di amministrare/gestire la crisi. Da qui, il crescere delle tensioni e degli scontri interborghesi, di cui la Brexit e i “sovranismi” fascistoidi sono alcune delle manifestazioni più vistose, fino alla guerra, per ora militarmente localizzata in una regione d'Europa. Militarmente, perché le sue onde d'urto si allargano a tutto il pianeta, come gli articoli qui raccolti mettono in evidenza.

Ma la guerra, come si diceva poco più in alto, non è l'unico modo per uscire dalla crisi e dalle guerre da essa provocate: la guerra tra briganti imperialisti, la guerra al proletariato, la guerra all'ambiente. Ce n'è un altro, l'unico che può interrompere il circolo vizioso di crisi-guerra-ricostruzione (ma dopo una guerra nucleare, ci sarà ricostruzione?), in cui il capitale inevitabilmente si infila: lo smantellamento del sistema capitalistico, la costruzione di un mondo nuovo, dove si produce e si distribuisce in funzione dei bisogni e nel rispetto degli equilibri ambientali, non in funzione del profitto di pochi privilegiati. Solo la classe sul cui sfruttamento il sistema si basa può farlo, la classe salariata, ma solo se lotta superando i reticolati ideologico-politici che la borghesia, con i suoi complici sindacali, le ha stesso tutto intorno. E, per essere ancora più precisi, solamente se la sua lotta alimenterà, per esserne dialetticamente alimentata, il partito della rivoluzione mondiale, una nuova Internazionale comunista, senza la quale ogni moto proletario, anche il più eroico e generoso, è destinato ad essere riassorbito nel sistema.

Mercoledì, June 1, 2022

Prometeo

Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.