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Home ›Manovra: la lista della spesa della borghesia
Più volte abbiamo scritto dell'armata Brancaleone al potere, e il gran tourbillon di decisioni prese e non prese, lasciate e riprese, pensate e ripensate, decise e tergiversate. Essere o non essere, o non saper chi essere? Il tourbillon non si arresta, gira, gira e rigira, alla fine finisce la sua corsa. L'unico bersaglio certo in questo bailamme, in questo gran casino, è il proletariato, sono i poveri a tutti i livelli. La manovra, infine, è meglio spiegata dai suoi sinonimi: intrallazzo, intrigo, raggiro, macchinazione.
Ecco, i suoi sinonimi meglio si addicono a tutte le finanziere dei governi borghesi e a questa in particolare, e questo non per la cattiveria (che comunque qui viene espressa ai massimi livelli) di questi pagliacci fascistelli da quattro soldi, ma perché la crisi del sistema economico capitalista è entrato in un vortice senza uscita, e l'unico modo per stare a galla è affossare sempre più il proletariato. Quando la borghesia deve far quadrare i conti, ha un solo modo per farlo, far sputare sangue e sudore alla classe lavoratrice. E più la crisi è acuta maggiori saranno i sacrifici imposti. La rapina di plusvalore/pluslavoro è il fondamento economico sul quale si basa questo sistema, la legge superiore contro la quale tutte le altre si infrangono.
Questa è la traccia sulla quale si è mossa anche questa manovra, nonostante le promesse elettorali. Premesso che esse non si discostano di una virgola dalle compatibilità borghesi, anche nel migliore dei casi, tali sono e tali rimangono, ovvero degli specchietti per le allodole, che detta così sembra una delle solite frasi fatte, ma che se ci ragionassimo sopra anche un solo attimo, ci dovrebbe far ribollire il sangue in corpo.
Infatti c'è perfino una legge che proibisce la caccia delle allodole usando specchietti, invece la “caccia dell'animale uomo” da parte della borghesia e di tutti i suoi organi di controllo e di informazione, di cui il re assoluto è quel maledetto rettangolo che si chiama TV, è libera e anzi raccomandata. L'uomo che conta meno di un uccellino. Questi sono i guardiani balordi, per essere gentili, del potere costituito. E si badi, quando si parla di caccia non è solo un eufemismo, il conflitto Ucraino/Russo con macelleria sociale inclusa ne è un esempio, uno dei tanti.
Dunque, veniamo alla finanziaria del governo Meloni, manovra politica come tiene a sottolineare la “Sgarbatella”(1), come se le altre, quelle dei tecnici, si occupassero di fischi e di fiaschi. Prima di tutto va sottolineata la soddisfazione di Bruxelles che si frega le mani nel vedere questi “sovranisti” della domenica che dopo aver buttato per aria, si fa per dire, i tavoli etc., si piegano a raccoglierli e a rimettere tutto in ordine, agli ordini della grande finanza internazionale, della BCE, del FMI e degli USA, varando una manovra col marchio indelebile dell'austerità. Anche per far capire a chi di dovere che loro in fondo non hanno nulla da invidiare a “quelli” che c'erano prima (spesso loro stessi), e che quindi sono più realisti del re.
Reddito di Cittadinanza. Vecchio cavallo di battaglia di tutta la combriccola governativa. Chiariamo subito un punto a scanso di equivoci, il RdC è una misura, come altre, di sostegno verso fasce sociali in difficoltà, dello Stato borghese, il cosiddetto Welfare State. In pillole, è un “pezzo” della ricchezza prodotta dal proletariato attivo che la borghesia destina alle fasce sociali più povere per mantenere la pace sociale, non è quindi un regalo dei padroni che, anzi, quella ricchezza preferirebbero destinarla alle loro tasche. Ovviamente anche la destinazione di questa parte di Pil segue le oscillazioni delle crisi cicliche del capitale. Parafrasando Lenin potremmo dire “U_n passo avanti e due indietro_”, solo che nell'economia borghese il proletariato fa “un passo avanti e dieci indietro” e i disoccupati e le fasce più basse del proletariato stesso ne fanno venti indietro.
La virulenza con la quale i professionisti della politica, gente da 20 mila euro al mese, e tutto il codazzo piccolo e medio borghese, con Confindustria a capo, si sono scagliati contro il Reddito, dà l'idea della loro rabbia “schiumante” verso le classi subalterne. La parte dei profitti generati dai proletari destinati al Welfare deve essere ridotta perché se la coperta è sempre più corta, non è che i piedi fuori li devono lasciare i padroni. E allora è tutto un fiorire di insulti: “Metadone di Stato” (Meloni); “Reddito di criminalità a quelli con la Ferrari... voglio riaffermare l'idea che la gente deve soffrire” (Renzi Matteo), detto da uno che aveva promesso di lasciare la politica, ma che poi ha preferito continuare a soffrire con la politica, che almeno gli garantisce un tozzo di pane... poi. Per la Santachè i percettori del Reddito sono “cani e porci, spacciatori e delinquenti”; e Salvini, dove lo lasciamo?: “i furbetti del reddito di cittadinanza”, mica come quelli della Lega, “furboni” che per quegli spiccioli non si sporcavano neanche un dito, che dopo aver fatto sparire 49 milioni si mettono d'accordo con le guardie per restituirli in 80 anni! Che dire poi del capo dei capi, amico dei mafiosi, l'Unto del Signore, il pregiudicato ex cavaliere, il signor B. condannato per una frode fiscale da 368 milioni di dollari (ridotti a 7,3 milioni dalla prescrizione): il doppio di tutte le cosiddette frodi scoperte finora sul RdC.
Capito come si fa a ribaltare la realtà? Sono spariti pure i disoccupati, adesso li chiamano “occupabili”, quindi se sei occupabile ma disoccupato, da agosto perderai il RdC, perché dopo un tira e molla hanno deciso di anticipare di un mese la porcata, e coi soldi complessivamente risparmiati, 958 milioni di Euro, si fa un favore alle società sportive (soprattutto la serie A), infatti esse avranno una dilazione in 60 comode rate del debito accumulato finora, cioè 889 milioni di euro, nei confronti dello Stato. Un favore a chi paga milionate, a dei nababbi in mutande, per tirare dei calci ad una palla! Così gira il mondo.
Le modifiche previste vanno tutte nella direzione di rendere l'uso della forza lavoro, il più precario, sottopagato e flessibile, che un elastico al confronto sembra un pezzo di ferro. Al primo rifiuto di qualunque tipo di lavoro, in qualunque parte del territorio nazionale, perdi il reddito, anche se hai una laurea, perché non esiste più l'offerta “congrua”. Se invece hai solo un diploma linguistico, beh in quel caso puoi anche fare il Presidente del Consiglio. Si può comunque tirare un sospiro di sollievo, in quanto la percentuale maggiore dei percettori del Reddito si trovano al Sud avviato, secondo lo Svimez, nonostante il Pnrr, ad una riduzione del Pil dell'8% nel 2024, rispetto a quello che aveva prima della crisi del 2007. Ma tranquilli, noi al Sud, come dice Otello Profazio “Non abbiamo bisogno mai di niente. Qua si campa d'aria”.
Ma ci rincuora sapere che al governo c'è gente che con la chimica e la fisica si mette in tasca i vari Einstein: “Se le nostre formule saranno efficaci, ci sarà una produzione di posti di lavoro tale da non lasciare a casa nessuno” (Fabio Rampelli deputato FdI, 5 dicembre a Tagadà). Mizzica! Secoli di capitalismo, compresi i miracoli economici, che non sono mai riusciti a debellare la disoccupazione, e me ne esci uora, uora, con questa scoperta strabiliante! Capitalisti di tutto il mondo unitevi sotto i vessilli del miracoloso circo Meloni, soluzioni per tutti. Come conseguenza del taglio del Reddito, la Svimez ha stimato un aumento di 700 mila persone in povertà, 500 mila sarebbero solo nel Sud. Andranno ad aggiungersi alle attuali 5,6 milioni (Il Manifesto, 29 novembre). Ma non c'è di che preoccuparsi ci pensa Rampollo. All'introduzione del RdC il poveretto Di Maio urlava: “Abbiamo abolito la povertà”. Il mitico governo Meloni potrà urlare “Abbiamo abolito i poveri”
Speculare al Reddito la reintroduzione dei voucher, aboliti nel 2017. Sono dei “buoni lavoro” utilizzabili nei settori dell'agricoltura, alberghiero, per il lavoro domestico, discoteche, cure della persona, night club ecc., la legalizzazione del lavoro occasionale e accessorio e per prestazioni saltuarie. Lo sfruttamento elevato all'ennesima potenza. E qui ritornerà molto utile la sacca degli occupabili.
Flat tax. Per la comprensione di questo istituto ci vorrebbe un esperto commercialista, pertanto ci atteniamo solo alla sostanza del provvedimento. La Flat tax detta in soldoni è una “tassa piatta”, letteralmente, alla quale possono ricorrere professionisti e lavoratori autonomi, micro imprese, commercianti ecc. Qualcosa del genere già esisteva, ma la soglia è stata portata da 65 mila euro a 85 mila. Interesserà circa 100 mila persone (su 3,7 milioni di partite Iva), che avranno un vantaggio fiscale tra i 7/8 mila euro. Il favore è comprensibilissimo, essendo questa categoria elettorato di riferimento dei bonzi al governo.
Sanità. Già nel nostro recente articolo sul Covid-19 esaminavamo come tutti i governi degli ultimi anni, soprattutto dalla crisi del 2008 in poi, abbiano affilato i coltelli per fare della sanità pubblica terra bruciata. Questo governo, dopo gli anni della pandemia che hanno messo in luce il degrado del SSN, prosegue sulla stessa lunghezza d'onda, privilegiando vieppiù il privato (che ha raggiunto quasi la metà, 60 miliardi di euro, della spesa pubblica), e depauperando sempre più il servizio sanitario pubblico. L'investimento previsto per l'anno in corso sono di due striminziti miliardi di euro che verranno utilizzati quasi tutti per pagare le bollette. Di fronte ad una inflazione del 12%, e ad una spesa sanitaria di circa 124 miliardi di euro, avrebbe dovuto esserci un finanziamento della sanità di circa 14 miliardi! Solo per stare al passo dell'inflazione. A chi piange perché i governanti di tutte le fazioni spostano sempre più la salute verso il business degli affari, diciamo semplicemente che in un mondo basato sugli affari, è tutto un affare, è tutto profittevole è tutto profitto.
Istruzione. Come al solito, tagli e tagli. È prevista la chiusura di circa 700 istituti in 2 anni. Chiudiamo con le pensioni, in quanto tutti gli altri provvedimenti sono le solite regalie ai soliti amici, i favori agli evasori e le strizzate d'occhio ai propri elettori. Poi naturalmente non mancano i soliti provvedimenti che servono come distrattori di massa, tipo aumento del contante a 5 mila euro e Pos. Vogliamo solo sottolineare che la società del futuro vedrà sempre più il tallone di ferro delle banche dominare in lungo e in largo ogni movimento di denaro.
Pensioni. Il signor Salvini sono anni che fa bau, bau contro la riforma Fornero, e regolarmente si deve “inchinare” (è solo scena) alla stessa, quindi detto che ancora una volta le dure leggi del capitale vincono, veniamo alle rivalutazioni. Il Mef ha stabilito una rivalutazione del 7,3 % delle pensioni fino a 4 volte il minimo (525,38), ovvero fino a 2.100 euro, da questa soglia e fino a 2.626, la rivalutazione scende all'85%, oltre 5 volte il minimo si scende al 53%, poi 47% ecc. Non sarà sfuggito a nessuno, crediamo, la gran cassa di tutti, sottolineiamo tutti, da destra a sinistra, anche la più radicale, la mistificazione con cui si è propagandata questa misura. La narrazione parlava di una rivalutazione delle pensioni del 100%, ma cos'è questa percentuale? Boh, silenzio. È ovvio che si fa riferimento all'inflazione, ma se questa è aumentata del 12% e tu mi rivaluti le pensioni del 7,3%, con tutte le variazioni che abbiamo visto sopra, a parte le minime aumentate di poco più, è evidente che c'è qualcosa che non torna. Quello che non torna è la presa per il culo, perché il 7,3% di rivalutazione in base all'aumento dei prezzi, corrisponde al 61% dell'inflazione! Che è, come sappiamo al 12% , e quindi anche le pensioni andavano rivalutate della stessa percentuale, anzi, siccome che questa rivalutazione avviene sul lordo, ne consegue che aumentano anche le imposte, pertanto il netto non potrà mai seguire, badate seguire, mica anticipare, l'inflazione. Alla faccia del 100%!
Lo spazio non ci consente di analizzare tutte le altre porcate di una finanziaria di 35 miliardi di euro, 21 dei quali impiegati per rispondere alle esigenze della esplosione dei prezzi dell'energia ma dirottati soprattutto verso le imprese. Pertanto la mannaia degli aumenti delle bollette di luce e gas continuerà a colpire inesorabilmente, compresi quelli del trasporto pubblico. Ma in conclusione dell'anno e dulcis in fundo, con uno scatto di reni in perfetto stile democristiano sono ritornati in auge gli aumenti di sigarette, tariffe autostradali e...sorpresa è stato eliminato lo sconto sulle accise dei carburanti, che tra il primo dicembre e il 1° gennaio, ha significato un aumento di 30,5 centesimi alla pompa. Un introito per le casse dello Stato di oltre 8 miliardi di euro, e un esborso medio annuo, secondo Codacons, di 400/500 euro. E voilà il gioco delle tre carte è di nuovo in voga: qui si vince, qui si perde. Un titolo del “manifesto” del 29/12/2022, diceva: “I vincitori e i vinti di una legge di bilancio iniqua”, noi parafrasando Brecht, diciamo: “alla fine dell'ultima finanziaria c'erano vincitori e vinti, i vincitori erano i padroni i vinti i proletari”. E rammentiamo nuovamente Lenin, un passo avanti e dieci indietro e diciamo ancora che non vogliamo più indietreggiare perché il mors tua vita mea della borghesia deve diventare nostro. La morte del capitale è la nostra vita. Questa è l'unica alternativa del proletariato con alla testa il partito rivoluzionario.
TLNote:
(1) Da Garbatella, quartiere romano dove è nata la Meloni.
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