Borghesia assassina! Un altro massacro di migranti

Noi proletari, noi classe operaia, noi povera gente, piangiamo ancora e ancora i nostri fratelli che ogni giorno il capitalismo, la borghesia infame e infamante uccide in ogni angolo del mondo ogni giorno. La notte del 26 è successo, di nuovo, l'ennesimo naufragio, l'ennesimo assassinio - 68 morti, ma si parla di un centinaio, a Steccato di Cutro vicino Crotone in Calabria -, che ahinoi ha avuto il grande demerito di finire, appunto, sulle spiagge della bella Italia, insanguinando le “nostre” bellissime coste di sangue “straniero”, afghano, iracheno, siriano, iraniano, sangue che puzza. Qui di straniero si accettano solo turisti col portafogli pieno di euro per incrementare il vostro Pil. Noi, solo noi, abbiamo il diritto e il dovere di piangere quelli che sono i nostri morti, voi borghesi con la vostra maledetta retorica, conoscete solo lacrime d'oro, solo lacrime simili a dollari, questi morti sono la conseguenza dei vostri affari, dei vostri profitti che, vi auguriamo, vi pesino come macigni che vi trascinino negli abissi marini più profondi.

Ampio risalto, in questa occasione, dei media nazionali allo spettacolo criminale che il capitalismo, suo padrone, ci serve ogni giorno su un bel piatto d'argento. Anche qui nell'arena degli attori ognuno si ritaglia il suo ruolo, ma tutti recitano lo stesso film. Da una parte ci sono i buonisti, tutta quell'area più o meno di sinistra che accusa il governo, che inorridisce di fronte alla sua politica reazionaria sui migranti. Dall'altra il solito circo...Barnum?, magari! Quello era un grande circo, questi non son degni nemmeno di pulire la merda dei cavalli. No! Più modestamente è solo il circo Meloni, uscito dallo sfintere senza fondo della borghesia, l'unica differenza col passato è che questa volta è venuto male, come si sa, non sempre le ciambelle riescono col buco. Ma tutti - i governi -, hanno la stessa origine.

E tanto per essere chiari, solo per rimanere agli ultimi dieci anni, che hanno visto al governo i migliori dei migliori, spiegateci bella gente che vi strappate le vesti, dove eravate quando nello stesso mar Mediterraneo morivano più di 26 mila migranti. E i decreti Minniti (Minniti-Orlando per la precisione), chi li ha fatti, qualche fascista in libera uscita? Quei signori erano e sono del Pd. La destra propriamente detta in questi ultimi dieci anni non ha quasi toccato palla. L'unica differenza è che quando la tocca fa disastri dovuti unicamente a incompetenza e a piaggeria nei confronti del Dio capitale, assieme alla solita “burocratica” ferocia: “vedete quanto siamo bravi, di noi vi potete fidare, siamo i servi più fedeli dei servi di prima”. Ma questo la Confindustria, la grande finanza lo sanno, ma purtroppo per loro, si ritrovano un Piantedosi qualunque uscito da qualche scantinato confinato su Marte, che se ne esce con affermazioni di questo tipo: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”. Ma come può uno così arrivare ai vertici dell'amministrazione statale (o forse è proprio per questo?), e sparare minchiate del genere?! Ma allora tu pensi che non sia, invece, proprio la disperazione che porta questa povera gente a intraprendere questi viaggi sapendo appunto di rischiare la vita? Ma pensiamo non valga la pena perdere altro tempo con campioni di tal fatta.

È piuttosto interessante dare uno sguardo a tutto il vomito riversato in questi giorni da esperti, meno esperti e benpensanti. Lei, Giorgia, non quella del lago Maggiore (anche se era “Giorgio del Lago Maggiore” di Fred Buscaglione), la “nostra”, quella del Mediterraneo, dei blocchi navali, quella che: “Esprimo dolore per tante vite stroncate - non gliene frega un accidenti, solo frasi di circostanza - dai trafficanti (??!!) di uomini, esigiamo (sic!) il massimo di collaborazione dagli Stati di partenza e di provenienza.” Ecco, brava! Vai a parlare coi talebani, con Erdogan ci ha appena parlato il tuo super ministro del pianto Piantedosi, poi fatti un giro da Bashar al- Assad, con una puntata in Iraq; alla Libia hai appena regalato 5 motovedette, anche se nel 2011 regalavi bombardamenti, proprio a marzo, col tuo carissimo ministro della Difesa La Russa. Esigiamo! Pare di sentirla, a Kabul, a battere i pugni sul tavolo: “Esigiamo! Voi non sapete chi sono io. Io sono Giorgia!” A quel punto arriva la Croce Rossa per trarla d'impaccio, prima che qualcuno le dia un calcio nel deretano con direzione Italy.

“Ma come, per vent'anni, assieme ai tuoi amici yankee e tutto il democratico Occidente, ci avete bombardato in lungo e in largo provocando centinaia di migliaia di morti, e adesso? vieni qui ad esigere!” E tutto il codazzo di quella specie di giornalisti che infestano ma soprattutto impestano la foresta di carta stampata, son sempre lì pronti a fare da megafoni alle gesta di Giorgia la grande. Ogni singola lettera dei loro giornali è un proiettile sparato contro il proletariato di tutto il mondo.

Prendiamo un fuoriclasse di tutta questa spazzatura: “Una barcaccia che si sbriciola a cinquanta metri dall'approdo e muoiono annegate decine di persone, inclusi bambini e neonati, non mette di buon umore”. (V. Feltri, Libero 28 febbraio). E che diamine! Come si permettono questi migranti di crepare sulle nostre magnifiche spiagge! Gli hanno rovinato il buon umore, capite?! La colazione gli è andata di traverso. Leggere l'articolo è roba da stomaci di ferro, ci limitiamo al sunto che ne fa titolo e sottotitolo: “L'errore è partire, non ha senso rischiare per venire qui”. E poi si lancia in una descrizione della “Sua Patria” come il peggiore dei mondi possibili, altro che Eldorado, pur di convincere i migranti a cambiare aria. Magari in quel di Bergamo che, per disastrata che sia, si trova pur sempre in una delle regioni più avanzate d'Europa. Come si vede siamo a, come dire? “livello Piantedosi”. E meno male che viene spacciato per essere uno dei più “fini” intellettuali che solcano il suolo pàtrio. Lui è uno che si metterebbe persino al posto dell'aratro a tracciare il solco, a Salvini, Meloni e Berlusconi, ovviamente con la spada, pronti a difenderlo.

I ritornelli ossessivi son sempre gli stessi: aiutiamoli a casa loro, non farli partire, bloccare le partenze (Meloni e C.), oppure bloccare i trafficanti, i veri responsabili di questa tratta di esseri umani.. Ora, come è ovvio che sia, questi banditi che si approfittano di quei disgraziati, hanno tutto il nostro disprezzo. Ma chi li indica come i veri responsabili ha tutto l'interesse a far vedere il dito per nascondere la luna. Essi – i trafficanti - non sono che i legittimi figli di questa illegittima società che si nutre di solo profitto, che produce solo frutti... marci. Figli legittimi come i fuggitivi da guerre, miseria, persecuzioni, devastazione ambientale. Non è un baro e cinico destino della sorte, o, come lo definisce il giudice Ciociola: “Vittime di un destino sordo alle loro speranze...”. No, sono le vittime della borghesia. La stessa che oggi li respinge come appestati e che ieri li andava a prendere con la forza delle armi affinché si mettessero al servizio gratuito dei padroni, salvo, va da sé, nutrirli, purtroppo, come si fa con le bestie, ma sempre per produrre e riprodursi.

Il passato coloniale, e il soggiogamento di masse sfruttate di quello che una volta si chiamava Terzo mondo, e che noi oggi chiamiamo paesi della periferia capitalista, è un'esclusiva del capitalismo cosiddetto occidentale. I tempi cambiano e anche i flussi migratori vanno regolati in base alle esigenze della produzione del profitto, che come si sa, latita e quindi, come conseguenza, le aziende chiudono e i licenziamenti sono all'ordine del giorno, pertanto anche gli ingressi non possono che seguire i bisogni del capitale. Da qui allora i super governi Liberal e democratici (“sovranisti” compresi, “democraticamente” eletti), tutti impegnati a tirar su muri con filo spinato (Polonia/Bielorussia) dove ancora si muore; oppure “muri” con strumenti tecnologici super avanzati, come nel confine tra Grecia e Turchia, che rilevano il minimo spostamento di quei “maledetti” clandestini migranti. In Grecia, non quella dei colonnelli, ma peggio, addirittura sono stati condannati a decine di anni, dei genitori di migranti per la morte dei figli che viaggiavano con loro. Nel nostro ultimo articolo sui migranti consigliavamo un bel Mose, ma forse sarebbe più efficace un bel muro alto venti km su tutta la linea del confine del Mediterraneo confinante con l'Europa.

Ma diamo uno sguardo anche verso “sinistra”, si fa per dire. Qui si fa veloce perché per molti il problema non si pone affatto avendolo ignorato di sana pianta. Il Pungolo rosso si distingue soprattutto per quello che non dice, prendendosela con governi e istituzioni europee e le loro politiche contro i migranti. In oltre duemila battute solo le ultime due righe si ricordano del capitalismo e dei proletari, non dicendo un accidenti di niente: “Una questione-chiave per la rinascita del movimento proletario e la lotta al capitalismo, ancor oggi messa in secondo piano in molti ambienti militanti.” La questione chiave? L'immigrazione. No comment. E poi che significa “lotta al capitalismo”? È affermazione talmente generica che dentro c'entra di tutto. I comunisti devono sempre, in ogni circostanza mettere in chiaro che «...i loro scopi non possono essere raggiunti che con l'abbattimento violento di ogni ordinamento sociale esistente.» (Marx/Engels).

E veniamo al “quotidiano comunista” il manifesto, il quale ha invece dedicato alla vicenda molti articoli. Beh scopriamo veramente l'acqua calda quando annoveriamo nel gruppo dei dottrinari del capitalismo senza capitalismo, dei semplici borghesucci da quattro soldi, che piangono da saecula saeculorum una società capitalista dal volto umano, che si accontenti del “giusto” profitto e lasci finalmente la sua ingordigia. “Le onde assassine non svettano più”. (Rossana Caccavo 28/02). Ah, quindi la borghesia si è trasformata in onde? “Latitano le istituzioni ed è assente la politica”, e per concludere perché ne abbiamo veramente i testicoli pieni, sentite questa lirica, sembra Giovanni Pascoli: “Nella fatal notte del 25 febbraio, dunque, non è ancora ben chiaro cosa sia successo.” Per essere un quotidiano comunista non c'è male. Nella fatal notte mia cara, è successo quello che succede in tutte le notti, ma non volute dal fato ma da questa società che se ne straffotte (con due “f”) delle vite umane, perché contano, quando contano, solo in quanto carne da sfruttare, e di quella ce n'è in abbondanza.

La dimostrazione che per questi sepolcri imbiancati i migranti morti son solo numeri di una sozza statistica, è data dal fatto che se queste morti non avessero “sporcato”... “La distesa di quella sabbia rossa” (Ibidem il manifesto) di Cutro, tutto sarebbe finito nel dimenticatoio, anzi non sarebbe nemmeno cominciato. Come il 15 febbraio di quest'anno, mica un secolo fa. Al largo della Libia c'è stato un altro naufragio dove i morti erano anche di più: 73. Qualche miglio più in là e non frega più un cazzo a nessuno. Andatevi a rivedere le prime pagine dei quotidiani del 16 febbraio. Un silenzio quasi tombale, che, viste le circostanze, non poteva che essere tale.

Lo ribadiamo per l'ennesima volta, queste son tutte morti che vedono un solo responsabile: la borghesia, ovvero Il capitalismo. Nel piangere i nostri morti, dobbiamo sempre tenere al primo posto tutte le energie per spazzare dalla faccia della terra e della storia il modo di produzione capitalista.

TL

Venerdì, March 3, 2023