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Home ›No War but the Class War dichiarazione del comitato di Miami
Pubblichiamo qui la dichiarazione di fondazione del comitato NWBCW Miami. Puoi seguire le loro attività: @MiamiNwbcw.
L'invasione russa dell'Ucraina è una chiara conseguenza di un sistema economico in decomposizione, le cui crisi continue obbligano gli stati a cercare profitti con la guerra. Com'era prevedibile, la classe dirigente ha mobilitato tutti i suoi media e gli apparati di propaganda per trascinare i lavoratori di tutto il mondo in un sanguinoso conflitto dal quale non abbiamo nulla da guadagnare e tutto da perdere. In Russia, in Ucraina e nei paesi NATO i nostri sfruttatori - quelli che mangiano e vivono lussuosamente della ricchezza che il nostro lavoro crea - si aspettano che ci gettiamo nel tritacarne della guerra per il loro esclusivo vantaggio.
Lo stato russo, agendo negli interessi della classe sfruttatrice locale, reclama la terra e la ricchezza che ha perso dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Dall'altra parte la NATO sta tentando di attirare ulteriormente lo stato ucraino nella sua sfera di influenza, proprio per mettere all'angolo la Russia, che al contempo tenta di dissangure con sanzioni punitive in una guerra sempre più impossibile da vincere. Sullo sfondo di tutte le tipiche chiacchiere sull'argomento da parte dei media, i blocchi imperialisti si stanno consolidando, così che, mentre i paesi dell'UE si radunano dietro gli Stati Uniti, la Russia si rivolge alla Cina.
Sebbene la guerra in Ucraina rappresenti un'escalation nel percorso verso una guerra generalizzata, non è in questo momento l'unico campo di battaglia militare. In Siria, Yemen e Palestina i lavoratori sono manipolati con il veleno ideologico nazionalista per massacrarsi a vicenda a vantaggio solo dei loro sfruttatori. Nella loro ricerca di profitti, materie prime e forza lavoro a buon mercato la borghesia esige dai lavoratori di combattere e morire per il bene della nazione, per il regime capitalistico.
Accanto al conflitto militare, viviamo in una guerra di classe con i nostri sfruttatori, che hanno sacrificato insensibilmente e negligentemente le condizioni di vita e di lavoro a vantaggio della redditività. I lavoratori sono stati costretti a pagare per il crollo finanziario del 2008 attraverso profondi tagli alla spesa sociale. Ciononostante l'economia globale non si è mai del tutto ripresa. Anche prima della pandemia miliardi di dollari venivano pompati ogni giorno nei mercati finanziari per cercare di tenerli a galla e, anche allora, si pensava che un'altra recessione fosse all'orizzonte. La pandemia è stata solo l'innesco di quell'eventuale recessione. Ora, con la scusa della ristrutturazione, siamo ancora una volta chiamati a pagare per la crisi. In tutti i luoghi di lavoro stiamo assistendo a salari in calo rispetto all'inflazione, licenziamenti di massa, precarietà, tagli alle pensioni e alle indennità e vari altri attacchi alla nostra classe. Dobbiamo affrontare l'aumento dei prezzi del cibo e del carburante, affitti più alti, più bollette e più tasse. Nel frattempo i ricchi diventano sempre più ricchi. E la guerra, sconvolgendo ulteriormente le catene di approvvigionamento, peggiorerà ulteriormente la situazione.
A coronare il tutto, c'è l'imminente crisi climatica. Inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi stanno gradualmente rendendo inabitabili vaste aree del pianeta. La classe dominante continua a trattare il pianeta come il proprio cortile di casa, con poca considerazione per la biodiversità e le necessità ambientali della vita sulla terra. E le condizioni capitaliste che hanno creato il Covid-19 e gli hanno permesso di diffondersi uccidendo milioni di persone sono ancora tutte in essere. La minaccia di nuove pandemie incombe.
Guerra, povertà, crisi e malattie stanno creando intere generazioni ferite da un sistema che tende alla barbarie: profughi, amici e familiari di malati, mutilati e uccisi, disoccupati e senzatetto. La sofferenza dell'umanità in questo sistema è palpabile e si sta solo intensificando.
Questa è una guerra su più fronti contro tutti i lavoratori e la posta in gioco è niente di meno che il futuro dell'umanità. Ma i lavoratori non sono impotenti, possiamo resistere. Combattendo per difendere le nostre condizioni di vita e di lavoro, possiamo gettare i semi di un movimento più ampio che riconosca che il capitalismo - l'attuale sistema di produzione caratterizzato dall'esistenza di proprietà privata, lavoro salariato, denaro e stati - è la causa dei problemi. In questo contesto, dobbiamo porre la questione del superamento del capitalismo e della possibilità di creare una società in cui la produzione sia organizzata per il soddisacimento dei bisogni, piuttosto che per la produzione di profitto. Un commonwealth globale che includa tutta l'umanità dove non esistano più stati e confini e in cui gli organi indipendenti creati dalla classe operaia nella sua lotta per rovesciare il sistema precedente possano deliberare collettivamente e affrontare razionalmente i problemi dell'umanità.
Le sparse azioni contro la guerra che sono state segnalate finora - proteste in Russia, soldati che disobbediscono agli ordini in Ucraina, rifiuto di gestire le spedizioni da parte dei portuali nel Regno Unito e in Italia, sabotaggio da parte dei ferrovieri in Bielorussia - per essere veramente contro la guerra devono assumere una prospettiva autonoma di classe operaia, altrimenti saranno a disposizione per la manipolazione da parte di una delle potenze capitaliste in guerra. Sostenere la Russia o l'Ucraina in questo conflitto significa sostenere la guerra. L'unico modo per porre fine a questo incubo è che i lavoratori non si schierino con nessuna delle parti, ma fraternizzino al di là dei confini per distruggere la macchina da guerra borghese.
Per questo diciamo con forza: No war but the class war! No alla guerra imperialista, ma lotta di classe! Le classi dominanti stanno già facendo la loro guerra a noi e al pianeta. Se vogliono più guerra e sangue, che marcino loro sui campi di battaglia, fucili in mano e si massacrino tra di loro. Come lavoratori di tutto il mondo non dobbiamo accettare di diventare noi stessi carne da macello per le loro guerre. Piuttosto, sta a noi - la grande maggioranza senza la quale tutto si ferma - bloccare i piani di guerra dei nostri governanti e creare l'alternativa.
NWBCW Miami8 aprile 2023
Note:
Ispirato dalla dichiarazione del Comitato NWBCW di Liverpool.
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