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Home ›Svezia: Lo sciopero selvaggio sui treni pendolari mostra la via da seguire
Lunedì 17 aprile i macchinisti dei treni pendolari di Stoccolma hanno attuato uno sciopero autorganizzato. Lo sciopero era già stato annunciato il sabato precedente, si era anche detto che sarebbe durato fino alla mezzanotte di mercoledì 19 aprile. L'obiettivo dello sciopero sarebbe stato quello di mantenere la sicurezza ferroviaria sui treni, cosa che la compagnia MTR, che gestisce i treni pendolari, vuole abolire. In questo la compagnia ha il sostegno dei politici della regione di Stoccolma, che sono i responsabili ultimi del trasporto dei pendolari e che hanno semplicemente bisogno di risparmiare. Lo sciopero è il primo grande del suo genere in Svezia da molto tempo, ha coinvolto circa 150-200 conducenti, il che ha portato alla sospensione di circa l'80% del traffico cittadino. Ha avuto un grande impatto sui media e il sostegno sembra forte. L' “Associazione di solidarietà dei lavoratori” (Förbundet Arbetarsolidaritet) ha promosso una raccolta di sostegno per gli scioperanti che in un paio di giorni ha fruttato 1,8 milioni di corone svedesi.
Ma ci sono alcuni punti interrogativi. Perché, in questi tempi di alta inflazione e conseguente crisi del costo della vita, non sollevare la questione dei salari?
Un'altra cosa su cui riflettere è come il conflitto viene comunicato dagli scioperanti. Gli addetti alla sicurezza ferroviaria devono mantenere il posto di lavoro e sono necessari per non appesantire il carico di lavoro dei conduttori, ma gli scioperanti si sono concentrati soprattutto sui problemi di sicurezza per i passeggeri. Questo può essere vero, ma allo stesso tempo diventa un segno di debolezza il fatto che i lavoratori non possano lottare pienamente per i propri interessi.
Neanche sono stati lanciati appelli per scioperi di solidarietà o altro per ampliare e rafforzare la lotta. Ad esempio, c'è stato un piccolo sciopero di tassisti a Umeå, ma non si sono visti segni di solidarietà né slogan comuni.
Autorganizzazione
Ciò che è soprattutto impressionante e importante di questo sciopero è il grado di autorganizzazione con cui in un'assemblea generale di venerdì 14 aprile i lavoratori hanno eletto il proprio comitato di sciopero e preparato lo sciopero. Per come noi la vediamo è imperativo organizzare la nostra lotta al di fuori dei sindacati, perchè dobbiamo contare solo sulle nostre forze. Questo è evidentemente anche il modo in cui la vedono i macchinisti ed è per questo che hanno sviluppato un tale grado di autorganizzazione. Questo sciopero ha anche suscitato ampio interesse e manifestazioni di solidarietà come dimostra la cassa di sciopero di 1,8 milioni.
Dobbiamo espandere la lotta per costruire un migliore equilibrio di forze
Ci sono diverse lezioni che si possono apprendere da questa lotta e che hanno validità generale per la maggior parte delle situazioni di lotta che la classe operaia dovrà affrontare.
Naturalmente non possiamo prevedere se lo sciopero avrà successo o meno, ma di certo è difficile portare lo sciopero alla vittoria per un gruppo di lavoratori che combattono isolati dagli altri settori. In particolar modo se lo sciopero è per un paio di corone all'ora. Ci sono diversi esempi di questo nella storia. Forse il più noto è lo sciopero dei minatori in Gran Bretagna a metà degli anni '80. I minatori erano molto motivati e combattivi e avevano sconfitto i tentativi del governo di tagliare salari e posti di lavoro nel 1974 e nel 1981. Ma il governo aveva imparato dagli scioperi precedenti e aveva reso più difficile per altri lavoratori (come i ferrovieri) dare solidarietà (visto che il carbone era ora trasportato da ditte private) mentre altri sindacati (soprattutto quello dei lavoratori dell'acciaio) hanno tenuto i minatori isolati dalla potenziale solidarietà di altri settori. Gli stessi minatori credevano di poter di vincere ancora e combattevano regolari battaglie contro la polizia, ma dopo oltre un anno in cui lo sciopero aveva scarso impatto materiale, sono stati costretti a capitolare e l'industria fu decimata. La strategia del potente atto singolo portato alla vittoria in solitaria maestà era ormai solo un sogno.
Quello che dobbiamo fare oggi è estendere la lotta a diversi gruppi di lavoratori e ad altri settori. Quando siamo in tanti da diversi settori, possiamo sviluppare una nuova dinamica e un migliore equilibrio di forze, la borghesia inizia a avere paura e le nostre possibilità di respingere gli attacchi aumentano in modo significativo. Possiamo raggiungere questo obiettivo solo se allarghiamo le richieste per includere questioni che hanno validità generale e con le quali possono identificarsi altri lavoratori. È chiaro che in questa situazione, in cui l'accordo principale ha concesso il 7,4% in 2 anni mentre l'inflazione è intorno al 10% annuo, la questione salariale è centrale per la maggior parte dei lavoratori minacciati da una notevole riduzione del salario reale. Pertanto dovremmo prendere in considerazione l'idea di inserire questo problema all'ordine del giorno per diffondere la lotta.
Siamo ovviamente consapevoli che diffondere la lotta è un grande passo, ma è comunque una necessità per poterla portare avanti e per respingere gli attacchi e i tagli che ci impone la borghesia. Ma poiché questo è un grande passo, un inizio potrebbe essere cercare di avviare discussioni in questa direzione e possibilmente avviare comitati di lotta informali per portare avanti queste idee e preparare la lotta, quando possibile, fare volantini, ecc. Per come la vediamo noi, l'autorganizzazione e la diffusione della lotta sono i punti principali. Questa è la via da seguire per la classe operaia in lotta e dobbiamo cominciare a muovere i primi passi su questa strada. Tuttavia, questi primi difficili passi non saranno sufficienti se i settori più combattivi della classe non legheranno la loro lotta alla prospettiva di distruggere il capitalismo.
Franz e Josef, simpatizzanti ICT in SveziaNote:
Immagine: manifesto "lunga vita agli scioperi selvaggi, non toccate il mio capotreno" da un incontro di solidarietà per i macchinisti (a sinistra), cartello "il sindacato ha tradito i macchinisti" da un picchetto (a destra).
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