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Home ›Basta con i finti scioperi dei sindacati: serve la lotta di classe!
CGIL e Uil proclamano 8 ore di sciopero generale per venerdì 29 novembre.
I due sindacati scendono in piazza per chiedere di “cambiare” la manovra di bilancio, considerata del tutto “inadeguata a risolvere i problemi del Paese” e per rivendicare l'aumento del potere d'acquisto di salari e pensioni, il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
La Cisl si defila, dimostrandosi per l'ennesima volta la più serva dei servi!
Andiamo a toccare tutti i punti che hanno portato buona parte del sindacato confederale a indire lo sciopero:
- Salari – fa “strano” sentire Cgil e Uil rivendicare l'aumento dei salari, quando hanno firmato tutti i contratti di categoria al ribasso e peggiorativi per i lavoratori salariati, sia sulla parte economica sia su quella parte normativa (carichi e condizioni di lavoro);
- Pensioni – per decenni hanno indetto un'ora di sciopero per contrastare l'allungamento dell'età lavorativa, per non parlare di quale pensione misera un lavoratore andrebbe a percepire, a meno che non si faccia la pensione integrativa – Fondi pensione – gestiti non a caso dai sindacati (verrebbe da dire, che faccia da c...);
- Sanità – vi dicono qualcosa i Fondi integrativi sanitari?!
Per quei pochi che non lo sapessero, sono fondi gestiti dai sindacati, concertati durante i rinnovi dei contratti nazionali di categoria e nascevano (ipocritamente) per integrare alcuni servizi sanitari (dentista e poco altro), mentre nel breve tempo stanno sostituendo, appunto, integralmente, il servizio sanitario nazionale – contribuendo de facto alla privatizzazione di quello che resta del servizio pubblico. La conseguenza è che milioni di proletari devono rinunciare alla cure e lo scadimento generalizzato del servizio stesso, che colpisce pesantemente lo stesso personale sanitario.
Non c'è che dire, hanno un bel fiuto per il business;
- Non un “plissé”, non una piega sull'alternanza scuola-lavoro (sfruttamento della futura classe operaia) e gli stage gestiti dai centri di formazione professionale, per non parlare della diffusa precarietà del personale scolastico, degli stipendi arrancanti dietro l'inflazione, dell'aumento dei carichi di lavoro, dovuto a una burocrazia ottusa e soffocante, di una scuola sempre più asservita agli interessi immediati del padronato.
- Servizi pubblici – con molto “garbo” lor signori confederali hanno contribuito a privatizzare il trasporto locale e nazionale, alla faccia di quei lavoratori che si sono visti decurtare i salari e allungare l'orario di lavoro.
E' sottinteso che le cose non andassero meglio prima, sotto l'egida della borghesia statale, supposta pubblica, ma... ora vanno decisamente peggio.
- Politiche industriali – chiedono di partecipare ai piani industriali, sempre, beninteso, come mezzo per poter vendere la forza-lavoro al minor costo possibile (visto che negli ultimi anni si vedono sempre più esclusi da queste trattative). Se uno avesse qualche dubbio, ecco svelata la vera natura di questi signori: essere cioè dichiaratamente al servizio della classe padronale/borghese, fingendo di esserle contro!
Di fatto, negli anni, i sindacati hanno ampiamente confermato il proprio ruolo conservatore nel sistema capitalistico: pezzi dell'istituzione statale borghese, strumenti fondamentali per i padroni nella gestione del costo della forza-lavoro (dei livelli dei salari e degli stipendi, compatibilmente alle esigenze - compatibilità - di concorrenza del cosiddetto “sistema Paese”).
Questi sindacati hanno rappresentato e rappresentano un vero e proprio inganno per i lavoratori; infatti, da un lato firmano accordi e contratti peggiorativi di ogni genere e, dall'altro, invitano i lavoratori a finte lotte prive di veri contenuti di classe, con scioperi proclamati mesi prima.
I sindacati “confederali” di fatto cogestiscono questo sistema di sfruttamento assieme ai partiti politici (parlamentari) e ai padroni!
La legge di Bilancio 2025 che si sta avviando ad essere approvata dall'attuale governo fascistoide, segnerà la ripartenza di tagli e rigore (lacrime e sangue...), che riguarderà fondamentalmente e principalmente i soliti noti: il mondo del lavoro salariato, compresi i finti autonomi e veri dipendenti da un padrone. Il continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di noi classe lavoratrice, di noi proletari è frutto di un sistema economico-sociale, il capitalismo, che da decenni è in crisi, quindi diventa sempre più aggressivo. Non a caso, mentre si taglia lo “stato sociale”, si tagliano pensioni e stipendi dei lavoratori pubblici, vengono aumentate le spese militari: per gli strumenti di morte, la borghesia trova sempre i soldi, anche e non da ultimo rubandoli dalle tasche della classe lavoratrice.
E' proprio la dimensione della crisi che deve farci comprendere quanto questa sia strutturale, insita cioè in un sistema economico basato su leggi contraddittorie, che sta trascinando l'umanità alla barbarie e alla distruzione del pianeta: le guerre, i cambiamenti climatici...
I padroni, e i servi politicanti-sindacali, fanno il loro gioco: difendono il loro interesse di classe sfruttatrice, difendono la loro posizione di dominio, salvaguardando i loro profitti.
Noi proletari, classe di sfruttati, dobbiamo fare il nostro gioco, difendendo i nostri interessi di lavoratori, i nostri interessi di classe. Ma per farlo bisogna superare la logica sindacale.
Lottare veramente significa provare a danneggiare la controparte: i padroni di ogni genere, ma questo non lo si fa con una manifestazione o con uno sciopero all'anno dichiarato mesi prima! Organizziamoci per scioperare veramente, per bloccare la produzione e la distribuzione delle merci! Per rispondere al furto del salario indiretto e differito (lo “stato sociale”), che questo governo, come gli altri che lo hanno preceduto e lo seguiranno, sta facendo. Per danneggiare seriamente i padroni, cioè il loro portafoglio!
Basta deleghe in bianco, solo il protagonismo, ossia l'iniziativa in prima persona di noi lavoratori, può ridarci la “dignità” di classe, il che significa non rinunciare in partenza a contrastare la dittatura della borghesia. Occorre rifiutarsi di essere semplici oggetti dello sfruttamento padronale. Occorre maturare la coscienza di appartenere a una classe dagli interessi - immediati e storici – opposti a quelli dei padroni, della borghesia, cioè di chi ci sfrutta e ci opprime! La coscienza che occorre rottamare questo sistema sociale che produce solo povertà, guerre, catastrofi ecologiche, pur di proseguire la sua esistenza fondata sul nostro sfruttamento.
Rilanciamo l'esigenza che il programma della conquista rivoluzionaria del comunismo torni a circolare nella classe, che si rafforzi il lavoro di costruzione del partito, unici strumenti reali per contrastare e abbattere il sistema capitalista.
Lotta di classe e organizzazione rivoluzionaria: solo così si possono fermare la tendenza alla guerra generalizzata e il disastro planetario verso cui ci sta portando il capitalismo. Se non lo cancelliamo dalla storia, non ci sarà un futuro degno di essere vissuto o, più semplicemente, un futuro.
LM
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