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Home ›Scuole di business dai tetti fatiscenti
Nel 2023, precisamente il 21/4/2023, viene presentato in parlamento un disegno di legge che mira a migliorare la competitività dei capitali italiani. Come avviene solitamente con questi testi, esso possiede un nome facilissimo da ricordare e ancor di più da spiegare a noi comuni mortali. Il DDL porta il nome di "Interventi a sostegno della competitività dei capitali e delega al Governo per la riforma organica delle disposizioni in materia di mercati dei capitali recate dal testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, e delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel codice civile applicabili anche agli emittenti". Il testo entra in vigore come legge il 27/2/2024. Ma vi è una parte che entra in vigore ben 7 mesi dopo, ad inizio anno scolastico. Questa parte detta l’obbligo nelle scuole dell’insegnamento di un nuovo percorso da inserire nel già esistente percorso di educazione civica: l’educazione finanziaria.
In poche parole, viene modificata principalmente la legge 20 agosto 2019 n.92 ovvero il testo riguardante l’insegnamento dell’educazione civica.
Ma quale entusiasmante novità sarà insegnata ai ragazzi nelle scuole? Che grandi cambiamenti spingeranno questa nostra generazione ad essere colma di futuri stacanovisti instancabili?
Dal testo si legge che sono modificati solo i primi tre articoli della precedente legge. Prendiamo ad esempio le modifiche dell’articolo 1 le parole in grassetto e parentesi sono le parole aggiunte dal parlamento nel 2023.
1. L'educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale (economica) e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.
2. L'educazione civica sviluppa nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana e delle istituzioni dell'Unione europea per sostanziare, in particolare, la condivisione e la promozione dei principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale e _diritto alla salute, al benessere della persona (al risparmio e all'investimento, all'educazione finanziaria e assicurativa e alla pianificazione previdenziale, anche con riferimento all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro, alle nuove forme di economia e finanza sostenibile e alla cultura d'impresa)._
Quali enti si occuperanno di gestire questo nuovo percorso “formativo”?
Ciò si legge nella modifica del comma 3 dell’articolo 1 bis. Questi enti sono:
“Per l’insegnamento […] il Ministero dell'istruzione e del merito determina i contenuti d'intesa con la Banca d'Italia, la Commissione nazionale per le società e la borsa, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, sentito il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari, finanziari e assicurativi.”
Va sottolineato che i signori deputati vogliano fare il tutto senza dare il minimo centesimo in più a quell’infinità di professori ancora precari. In questa nuova legge, infatti, nessuno osa modificare l’articolo 2 comma 9 bis della legge 92 2019 che recita:
“L'intervento previsto (dal presente articolo) non determina un incremento della dotazione organica complessiva e non determina l'adeguamento dell'organico dell'autonomia alle situazioni di fatto oltre i limiti del contingente previsto dall'articolo 1, comma 69, della legge 13 luglio 2015, n. 107. “
E qui già si insegna ai giovani la prima regola del mercato: massimizza i profitti e taglia ogni costo!
Il documento del 27/06/2023 della commissione Finanze e tesoro della Banca d’Italia1 che ha lavorato sul testo sembra quasi non contenersi dalla gioia per questa strabiliante aggiunta al curriculum scolastico. Esso infatti recita:
“L’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria è ormai riconosciuta: il possesso di competenze utili a livello individuale per compiere scelte economiche in maniera responsabile e consapevole accresce il benessere economico e finanziario delle persone; è una condizione non solo per l’inclusione finanziaria ma anche per quella economica e sociale; assicura maggiore capacità di autotutela; contribuisce a una cittadinanza attiva e consapevole; aiuta anche il corretto funzionamento dei mercati, contribuendo, così, alla stabilità finanziaria. È importante che l’educazione finanziaria inizi a scuola, affinché si acquisiscano progressivamente le competenze per compiere in modo consapevole scelte finanziarie adeguate alle proprie esigenze e possibilità. Oggi, è inevitabile doversi confrontare con molteplice e frequenti scelte finanziarie: dall’utilizzo dei pagamenti elettronici alla richiesta di un mutuo, passando per la programmazione pensionistica.”
Questa educazione finanziaria sembra essere la cura miracolosa a tutti i mali, odierni e futuri, del capitalismo.
Pare che queste nostre scuole, ascoltando le parole dei signori legislatori, sembrano voler diventare delle Cambridge o delle Oxford in ambito economico!
Allora, che siano spalancati quei cancelli e si lascino entrare i futuri Chiago boys, pronti a far da consiglieri ai Pinochet e Thatcher che siano, e gli si dica di star bene attenti in classe, soprattutto ai soffitti.
Come è risaputo, ormai da decenni, le scuole hanno strutture fatiscenti. A confermarlo è l’ultimo rapporto di Legambiente intitolato “Ecosistema scuola”, risalente a settembre 20243. In esso si legge:
“I dati sulle certificazioni ci restituiscono una situazione a livello nazionale poco rassicurante, visto che ancora oggi solo un edificio su due dispone del certificato di agibilità (49,3%) e di collaudo statico (47,5%)”
E, sempre nello stesso rapporto, si legge che quasi un edificio su tre a livello nazionale necessita di interventi di manutenzione urgenti.
Chi non ha mai letto sui giornali notizie di crolli avvenuti nelle scuole superiori? Il più recente di questi crolli è avvenuto a Firenze nel liceo Scientifico da Vinci dove i lavori continuano ormai da anni3.
Ma di questi esempi se ne possono citare a centinaia.
Per non parlare dei già citati professori. I loro salari medi annui sono i più bassi dell’area OCSE (31.320 euro contro 42.300 euro) e, sempre restando nell’area OCSE, si può misurare che l’investimento statale nell’istruzione è quasi l’1% in meno rispetto alla media (4% del PIL contro 5% del PIL)4 . Non bisogna, però, lasciar intendere che questa tendenza sia un’unicità Italiana. La tendenza alla riduzione delle spese per la scuola,sanità, ecc. è generalizzata a tutti gli stati. Per di più, anche se più della metà del corpo docente nazionale ha superato i cinquant’anni, i nuovi insegnanti sono in una costante situazione di precariato a tal punto che la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Europea, sotto l'accusa di aver abusato dei contratti a tempo determinato5.
Cosa si vuole insegnare ai giovani di fronte a tutto ciò?
I democratici vogliono pretendere che il mercato si comporti nel modo da loro desiderato. Questi signori hanno il desiderio di piegare la realtà a loro piacimento. Vorrebbero insegnare che un capitalismo in cui non si rincorra il profitto esiste. Peccato che il profitto sia la condizione fondamentale per l’esistenza dell’azienda nell’attuale sistema di produzione. Senza profitto l’attività chiude, questo lo sa anche un bambino, senza aver bisogno della loro educazione finanziaria. Per la sopravvivenza nel mercato le “attività” - piccola borghesia proprietaria, gli azionisti/investitori della grande borghesia ecc. - sono disposte a tutto: sovrasfruttamento del lavoro, evasione fiscale, oppure, visto che si è accennato al mondo dell’edilizia, un esempio estremamente diffuso in questo campo è l’uso di materiali scadenti a basso costo. Di questi esempi ce ne sono a migliaia. Questo problema non si risolve né con gli enti di controllo, che non sono altro che un palliativo, neanche troppo efficace né tanto meno con la tanto nominata istruzione, in cui quei pochi futuri investitori saranno pregati, no, implorati di seguire l’equivalente odierno dell’antico codice cavalleresco: la Costituzione. Una volta che questo codice sarà a loro noto, essi non potranno far altro che inchinarsi davanti alla sua purezza e sarà il loro cuore stesso a proibire loro il compimento di azioni contrarie alla verità, al valore e alla virtù; o almeno, così narra la leggenda democratica. Ma la realtà è ben altra cosa.
È la realtà a mostrarci che quei “sintomi” sono endemici del capitalismo, in cui è il profitto ad essere il perno dell’intero sistema.
Il capitalismo ne è la causa, il suo abbattimento ne è la cura. Non vi è altra soluzione.
Per di più non si riesce neanche a capire cosa intendano dire i signori parlamentari quando parlano di “economia e finanza sostenibile”. Che ossimoro! Per avere sostenibilità non servirebbe avere anzitutto stabilità economica, cioè profittabilità? La ricerca del profitto e la stabilità economica necessaria per gestire dei progetti a lungo termine sono incompatibili l’uno con l’altra.
La domanda chiave è: come si possono conciliare queste realtà, quella di mercato e quella ambientale, diametralmente opposte? La risposta è in nessun modo.
Le sole opzioni che i giovani hanno sono due:
la prima è accettare l’attuale realtà, proposta dai signori democratici come l’omega dello sviluppo umano, e di accettarne la guerra, lo sfruttamento, le scuole a pezzi e la sanità alle briciole, con un futuro più che mai incerto. Il capitalismo senza barbarie non esiste.
La sola altra opzione è lottare contro di essa, contro tutto il suo marciume e le sue menzogne.
Lottare contro i nemici di classe per poter liberare il proletariato internazionale dal giogo del capitale e dai suoi veleni ideologici.
L’unica opposizione all’odierna società è l’opposizione comunista e internazionalista.
Questo è l’unico insegnamento da dare ai giovani: più di cento anni fa un partito fece l’impossibile: riuscì a rompere queste catene. Questo partito venne sconfitto, ma da questa sconfitta ci sono pervenuti degli importanti insegnamenti da tenere ben saldi per la lotta per un mondo diverso e migliore. Oggi il compito di sviluppare questo partito (il partito comunista internazionale) e di rilanciare il grido di battaglia per la liberazione dell’umanità intera è vostro.
Non abbiamo da perdere che le nostre catene!
FC
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