Quando globalizzazione fa rima con disoccupazione: il caso Mitsuba a Pisa

Lo stabilimento metalmeccanico Mitsuba situato a Mortellini, nei pressi di Pisa, ha avuto un destino singolare; partorito dalla globalizzazione economica, è stato sempre da questa relegato, dopo solo qualche anno, nel regno dei ricordi.

Nell’ultimo decennio del secolo scorso la Facind, ditta di proprietà del gruppo Piaggio, fu rilevata dalla multinazionale giapponese Mitsuba che ne variò la clientela. Al precedente cliente unico Piaggio, si affiancarono Honda, Aprilia e Pegeout. La Piaggio, comunque il principale cliente, decide col tempo di abbassare i costi di produzione rescindendo i contratti con alcuni fornitori italiani per rivolgersi a ditte cinesi.

La Mitsuba, insieme alla metalmeccani

ca M.V.P., ditta del gruppo Piggetti, viene fatta fuori. La proprietà, che già dai suoi esordi aveva lamentato i troppi lavoratori fissi e cercato a più riprese di sostituirli con più malleabili contratti a termine, decide a sua volta di liquidare il tutto adducendo in tempi diversi queste motivazioni: il trasferimento dello stabilimento in Vietnam (od in Cina), costi molto più bassi, pagamenti puntuali della merce, niente vincoli; una delocalizzazione più domestica in Val di Sangro, l’Aquila, vicino ad uno stabilimento Honda destinato a divenire il nuovo cliente unico.

E i lavoratori? A casa, disoccupati. E con mutui, bollette, famiglie da spesare e simili? Problemi loro, né i padroni giapponesi né altri hanno mostrato il più piccolo interesse. Com’era ovvio. Centinaia di persone a spasso, senza contare chi utilizzava i picchi di produzione per lavorare, almeno, dai due ai sei mesi all’anno.

È storia nota su cui non è il caso di dilungarsi oltre, quello che più interessa adesso è chiarire quali siano state le reazioni dei lavoratori e di come esse siano state vanificate dall’apparato “inganna e stordisci” preposto alla bisogna.

Passività nello stabilimento M.V.P., fatalistica accettazione di una realtà a cui si riteneva di non poter opporre nulla. L’U.G.L. (incredibile ma vero, i post fascisti in veste sindacale hanno ancora un briciolo di influenza!) si è rispettosamente rimesso alla clemenza della corte!

Alla Mitsuba, invece, complice una tradizione improntata alla lotta di classe e al rispetto di se stessi, la rabbia e la reattività hanno allarmato i caporioni sindacali della CGIL, tutti grandi combattenti a chiacchiere, timorosi di vedersi esautorati nel loro ruolo istituzionale di mano occulta del padronato tra i lavoratori. Hanno così rispolverato toni “vecchia maniera” per non perdere il controllo di quella stilla di proletariato loro affidato, ed hanno deviato energie e speranze su tutta una serie di iniziative fallimentari pensate appositamente per sfiancare e deprimere.

Manifestazioni innocue e interruzioni brevi ed inefficaci di strade statali, presidi concordati con polizia e vigili urbani, occupazioni degne di liceali al primo anno. Riescono comunque ad ottenere un anno di stipendi dimezzati e la solidarietà platonica delle istituzioni laiche e religiose. Una passerella in più in vista della prossima consultazione elettorale! La ridicola elemosina eufemisticamente definita “ammortizzatore sociale” ha comunque rovinato la digestione al padronato locale che in un dibattito TV ha ringhiato in faccia ai propri servi sindacali, forse ritenuti anch’essi un onere eccessivamente gravoso, che certi diritti andavano bene il secolo scorso ma che ora come ora ce n’è solo per loro, quindi testa bassa e silenzio.

A lor signori fanno gola anche le briciole! L’inganno è più efficace della forza bruta, ma anche più costoso; non manca molto al momento in cui anche il sindacato giallo sarà ritenuto un lusso non compatibile col registro dei corrispettivi ed unica regnerà, sul modello cinese o americano, la più feroce repressione.

Tutto sommato, ben venga! Un nemico che si presenta per quello che è e ti affronta a viso aperto è più facile da riconoscere e quindi da sconfiggere... solo, però, se esiste una classe lavoratrice cosciente di sé e un partito rivoluzionario - tutto da costruire - che sappiano farlo.

gc

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.