La borghesia fa il muso duro e mostra il suo volto autentico

I primi pesanti passi del governo Berlusconi-ter

Il neo-ministro per le attività economiche, Tremonti, è stato molto chiaro: “Questo è solo l’inizio” e si riferiva ai provvedimenti relativi alla detassazione sperimentale degli straordinari, alla decontribuzione dei premi di risultato (d’impresa) e, tanto per fare sfoggio d’equità, anche all’abolizione dell’ICI sulla prima casa.

In tutto un insieme di provvedimenti sull’ordine dei 4 miliardi di euro che dovrebbero essere coperti da tagli della spesa pubblica. Entrando più nello specifico, per esempio,

i fondi per la copertura dell’operazione che porterà all’abolizione dell’ICI arriveranno dalle risorse che il precedente governo aveva destinato alle infrastrutture in Sicilia e Calabria.

Il Quotidiano di Calabria 26-05-2008

Per un governo che voleva nominare un ministro ad hoc per la Calabria l’inizio non è certamente dei migliori.

D’altra parte la truffa elettorale viene giocata oramai da ambedue gli schieramenti su promesse che non possono essere oggettivamente mantenute laddove la crisi in cui si dibatte il sistema capitalistico non lo consente; semmai ci si deve sempre più attenere alle direttive impartite da organismi quali la BCE, il FMI e la Banca mondiale, con buona pace soprattutto dei lavoratori che hanno dovuto subire, da parte del governo Prodi, in nome della cosiddetta competitività internazionale, l’ennesima rapina a tutto vantaggio del capitale. Il governo del “professore”, in termini di conservazione capitalistica, non ha fatto altro che, continuare l’opera del precedente governo di centro-destra il quale, a sua volta, si avvia, ora che è tornato in sella, a reiterare la medesima procedura.

Per cui queste prime misure, questo primo operare mostrano, con tutta evidenza, contro chi sono rivolti e soprattutto quali obiettivi si intendano perseguire. Prioritario, per una classe che sta attingendo a tutto pur di frenare o ritardare la crisi di sistema, c’è il controllo totale della forza lavoro la qualcosa implica il concreto accantonamento del contratto collettivo nazionale in quanto, com’è negli auspici di Confindustria e della triade sindacale, occorre passare “dall’antagonismo sociale alla cooperazione”. Ne discende che la contrattazione collettiva dovrebbe avere lo scopo di favorire la competitività delle imprese e niente più in quanto al costo della forza-lavoro ed alla stessa parte normativa ci dovrebbe poi pensare la contrattazione aziendale per cui, di fatto, verrebbe messo da parte

un modello contrattuale unico al cui posto subentreranno tanti modelli “su misura” a seconda del settore industriale, del territorio, della fase economica.

F. Piccioni, il Manifesto 17-05-2008

Quando il cavaliere afferma che il programma di Confindustria è il suo sta a significare che intende muoversi in quella direzione ed ha cominciato a farlo con un piglio decisionista che denota in questo campo come in altri ambiti come la borghesia stia portando avanti una guerra preventiva contro il mondo del lavoro e contro tutto ciò che possa costituire un impedimento alla pace sociale.

Forte, in parlamento, di una maggioranza schiacciante sta bruciando le tappe con tutta una serie di provvedimenti volti esclusivamente verso gli strati più deboli, verso gli emarginati, i diseredati, cioè tutti quelli che non sono rappresentati da nessuno e che sono costretti a subire gli effetti di questa deriva securitaria.

Abbiamo fatto riferimento alla guerra preventiva poiché tutto quel che sta accadendo mostra come questo clima di paura e di insicurezza è funzionale alla classe dominante: laddove l’attenzione del proletariato, preso da questi problemi, è sviata da quelli più veri, quelli che riguardano l’intensificarsi dello sfruttamento, la precarietà, la disoccupazione, il futuro sempre più nebuloso. Le leggi sulla sicurezza esemplificano d’altra parte come il capitalismo si stia attrezzando col portare avanti iniziative giuridiche che hanno lo scopo di fronteggiare, criminalizzandole, eventuali reazioni contro il drastico peggioramento delle condizioni di vita del proletariato e tutto ciò va a far parte in una prassi consolidata che ha permesso nel corso del tempo al capitalismo di perfezionare le proprie tecniche di contrasto della lotta di classe.

D’altra parte il capitalismo ormai non è più in grado, mediante opportune politiche sociali, neppure di attenuare problematiche come lo smaltimento dei rifiuti, l’integrazione dei Rom o dei migranti in generale, poiché la crisi economica entro cui si dibatte non glielo consente per cui si il ricorso all’uso della forza è diventata prassi quotidiana.

Come far accettare d’altronde il decreto “salva Napoli” col quale ogni sorta di nefandezza viene scaricata sulla popolazione mentre si tutelano, allo stesso tempo, gli interessi della Fibe-Impregilo o si garantisce un fattivo aiuto ad un personaggio screditato come Bassolino che “non è poi così responsabile” per aver consentito ieri ciò che diventerà legge domani?

Nella fattispecie Impregilo rappresenta pur sempre una delle più importanti multinazionali che operano in Italia e che, come da manuale, ha tutto l’interesse a che si creino le condizioni per cui la “monnezza” da problema si trasformi in una opportunità di guadagno. Ma il capitalismo nostrano rinuncia a fatica alla sua intima essenza di “capitalismo straccione”che dà prova di sé proprio nei modi in cui cerca di avviare a soluzione il problema rifiuti: dallo stoccaggio agli inceneritori o allo smaltimento in Germania dove però i rifiuti non sono bruciati nei termovalorizzatori bensì riciclati per ottenere materie prime secondarie come la plastica o il metallo.

Tutto questo avviene già da tempo in vari paesi dei quali non fa parte l’Italia.

Questo nuovo governo si sta peraltro muovendosi con una certa dose di astuzia laddove si pensi che sta raccogliendo i testi che il precedente governo non era riuscito a fare approvare per cui assistiamo ad uno spettacolo esilarante e deprimente, allo stesso tempo, in cui il cosiddetto ministro-ombra degli interni, Minniti, denuncia come il pacchetto sicurezza sia stato copiato pari pari dal pacchetto Amato. Stiamo parlando di un pacchetto che prevede espulsioni più facili, nuovi poteri ai sindaci, maggiori restrizioni per i richiedenti asilo in Italia, conferimento ai prefetti di poteri straordinari contro i nomadi. Non sappiamo sinceramente cosa ci sia da vantarsi né, d’altra parte, ha di che vantarsi la ex sinistra arcobaleno che il pacchetto Amato ha votato.

Si conferma dunque come tutte queste forze borghesi, di governo o di opposizione, coi loro programmi sostanzialmente uguali non hanno altre strade da percorrere se non quella dell’ulteriore assoggettamento del proletariato unitamente all’imbarbarimento progressivo dell’intera società.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.