1940 = assassinio di Leone Trotsky

Le date che non dimentichiamo

Il 21 agosto 1940, trentacinque anni fa, alle sette e venticinque della sera, moriva in un ospedale di Città del Messico Leone Trotsky, l'eroico organizzatore dell'Armata Rossa e l'ardente predicatore della Rivoluzione Comunista.

Ventisei ore prima la picozza di un sicario, agente della Ghepeù stalinista, si era abbattuta con furia bestiale sulle spalle del vecchio compagno di Lenin, fracassandogli il cranio.

Restai tutta la notte al suo capezzale - racconterà poi la fedele Natalia Sedova - attendendo che tornasse in sé, che tornasse alla vita. I suoi occhi erano chiusi, la sua respirazione ora penosa ora calma.
Così passarono la notte e l'indomani. Verso sera, dopo la trapanazione, i medici constatarono un miglioramento. Poi il respiro divenne ansimante e irregolare... Speravo contro ogni speranza...
Mi ero assopita, spossata, su di una poltrona. Un presentimento, forse un movimento, mi risvegliò.
Vidi due medici in camice bianco dinanzi a me. Capii... Leone Davidovic era morto, tranquillamente, un momento prima... Aveva sessant'anni.

Era l'ultimo e certamente il più grande della vecchia guardia bolscevica, uno di quei gloriosi combattenti della Comune Rossa di Pietroburgo e di Mosca che la controrivoluzione impersonata da Stalin aveva condannato a morte sotto l'accusa di infamanti delitti, e che il piombo dei plotoni di esecuzione stalinisti aveva iniziato a falciare nel 1934 l'anno che aprì l'epoca delle repressioni violente contro l'opposizione della Sinistra Comunista Internazionale, impegnata nella denuncia e nella lotta alle deviazioni e all'aperto tradimento del marxismo rivoluzionario.

La disperata battaglia ingaggiata da Trotsky contro quello che egli stesso definì "il flagello dell'URSS e la lebbra del movimento internazionale operaio", e la sua strenua difesa degli interessi storici del proletariato contro la degenerazione del primo Stato operaio e della Internazionale comunista creata da Lenin, si concludevano così tragicamente alla vigilia del secondo conflitto imperialistico, con la scomparsa fisica del più debole e solitario combattente.

Quindici anni più tardi, dopo un nuovo lento ma inesorabile giro della "ruota della storia", la vittima avrebbe conosciuto la soddisfazione della rivincita finale sul proprio carnefice, con l'avverarsi della previsione formulata nel 1937 dal "profeta esiliato":

Per la casta dirigente, Stalin sarà in avvenire un peso. Probabilmente non riceverà nemmeno i ringraziamenti per il lavoro compiuto. La controrivoluzione, gettata la maschera, si sbarazzerà di lui accusandolo, per esempio, di... trotskismo. [...]
Stalin sparirà dalla scena sotto il peso dei suoi crimini, come l'affossatore della rivoluzione e la figura più sinistra della Storia.

Scrisse Victor Serge:

Lo uccisero nel momento preciso in cui il mondo moderno entrava nelle strade insensate della guerra, in una fase della sua rivoluzione permanente. Lo uccisero proprio per questo, perché poteva di nuovo ritornare ad essere grande se entrava in contatto con la terra e la gente della Russia che conosceva in grado straordinario. Ancora prima di ucciderlo, si erano accaniti a colpire la sua leggenda, una leggenda epica fondata interamente sulla verità.
La stessa logica della sua passione e degli errori secondari che ne derivavano contribuì ad ucciderlo: per conquistare e cominciare a formare, una volta di più, la coscienza di un uomo oscuro (coscienza che non esisteva, che era solo simulazione e perfidia) lasciò entrare qualcuno nel ritiro della sua solitudine, e questo qualcuno eseguendo un ordine lo colpì mentre si chinava su un manoscritto insignificante.

Meglio non potremmo onorare il nome e la figura di Trotsky che continuando, con la sua stessa tenacia, l'opera intesa ad educare le nuove generazioni proletarie agli ideali del marxismo, temprandole alla più intransigente lotta contro ogni cedimento opportunista, verso la ricostruzione del partito rivoluzionario di classe e della futura Internazionale Comunista.

Prometeo

Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.