A 150 anni dal Manifesto del partito comunista

Nel febbraio 1848 venne pubblicata la prima edizione del Manifesto del partito comunista di Marx e Engels. Con quell’opera gli autori sottoposero a critica spietata le correnti di pensiero socialista dell’epoca di stampo idealistico e piccolo borghese ed enunciarono i punti fondamentali del programma del comunismo scientifico. Il nascente movimento comunista aveva così delle solide basi teoriche e programmatiche per agire, per intervenire coscientemente nel processo storico col fine consapevole di rivoluzionare la società capitalistica per affermare una nuova società senza classi liberata da ogni forma di schiavitù. Il valore del testo fu e rimane importantissimo per il proletariato internazionale. Stampato nelle più importanti lingue, fece velocemente il giro del mondo e divenne in pochi decenni il punto di partenza fondamentale di ogni movimento politico che si prefiggeva il compito dell’emancipazione rivoluzionaria del proletariato. La felice sintesi con cui veniva tratteggiato lo sviluppo delle diverse formazioni sociali e venivano indicati la nuova prospettiva storica del comunismo e i mezzi per realizzarla, doveva orientare in modo determinante tutto il movimento comunista del tempo e quello successivo.

È importante ricordare, a 150 anni di distanza dalla sua pubblicazione, il “piccolo libriccino che vale molti volumi” come ebbe a qualificarlo Lenin. Il Manifesto ancora oggi é una pietra miliare nell’elaborazione del pensiero comunista. Le idee in esso contenute sono ancora oggi il fondamento del programma per l’emancipazione del proletariato perché vivono nella realtà di un conflitto di classe che oggi, ancor più di ieri, é prepotentemente al centro della vita sociale. Certo sarebbe un errore leggerlo scolasticamente prendendo alla lettera tutto quanto viene enunciato senza collocarlo nel periodo storico in cui venne scritto e senza rielaborarlo alla luce dei profondi mutamenti avvenuti nel modo di produzione capitalistico nel corso di un secolo e mezzo. Sarebbe facile così affermare, come molti intellettuali borghesi frettolosamente fanno, che il testo é superato, che é semplicistico, che é errato nelle sue previsioni sugli sviluppi della lotta di classe e sul trionfo del socialismo sul capitalismo. Solo interpretandolo col metodo del materialismo storico, lo stesso metodo che portò Marx e Engels a elaborare il Manifesto, si può cogliere in pieno tutta la sua la sua stupefacente attualità. Non significa nulla che oggi il proletariato vive una fase di relativo addormentamento e di disorientamento politico. Non importa che la sconfitta della Rivoluzione d’ottobre a opera dello stalinismo abbia gettato il proletariato mondiale nella confusione più totale e nell’annichilimento di ogni sua capacità di agire come classe. Ma il fuoco cova sempre sotto le ceneri!

L’incessante processo di sviluppo capitalistico, oggi ancora più rapido e sconvolgente nel suo impatto sociale, é giunto a un grado di sviluppo che solo ora si può definire planetario: il suo dominio, con le sue violente leggi dello sfruttamento sugli uomini, coinvolge in modo pressoché identico gli uomini di ogni parte del mondo.

Con lo sviluppo dell’industria...le condizioni di esistenza del proletariato si vanno sempre più uguagliando man mano che le macchine cancellano le differenze del lavoro e fanno discendere quasi dappertutto il salario a un livello egualmente basso. La crescente concorrenza dei borghesi fra di loro e le crisi commerciali che ne derivano rendono sempre più oscillante il salario degli operai; l’incessante e sempre più rapido sviluppo del perfezionamento delle macchine rende sempre più incerto il complesso della loro esistenza...

Sembra scritto per descrivere ciò che sta succedendo oggi al proletariato del cosiddetto mercato globale. Un proletariato che vive la condizione di lavoratore salariato dentro la fabbrica ma anche in tutte le attività collaterali ed esterne a essa. Un esercito esteso di uomini spogliati totalmente del possesso dei mezzi di produzione che vive e fatica in ogni angolo del mondo. Mirabile anticipazione di quello che oggi stiamo vivendo! È un conflitto interborghese sempre più acuto che produce povertà crescente in tutto il mondo, una povertà che inizia ora a toccare anche il proletariato dei paesi capitalisticamente più sviluppati costretto a confrontarsi, per sopravvivere, con quello affamato dei paesi arretrati; il risultato generale di questa concorrenza rende appunto ai proletari del mondo “sempre più incerto il complesso della loro esistenza” costringendoli a cercare soluzioni ai problemi della loro vita. Ecco la base materiale del futuro conflitto di classe, ecco confermata l’anticipazione del Manifesto.

Oggi il proletariato non lotta compatto, anzi é sostanzialmente inerme di fronte agli attacchi della borghesia, in preda a uno scoramento tanto più forte quanto più intenso é stato il martellante lavoro delle forze politiche borghesi mirato a cancellare nella memoria e nella coscienza di ogni proletario ogni riferimento al programma comunista e alla sua identità di classe. Ma gli enormi processi di impoverimento generalizzato che si producono a scala mondiale produrranno prima o poi i loro effetti. L’intensità e l’estensione dello sfruttamento capitalistico attuale pongono agli uomini problemi in una dimensione e profondità storicamente senza precedenti. Può l’uomo, può la classe che ha i mezzi oggettivi per far uscire dalla barbarie l’intera società, rimanere passiva a tempo indeterminato? Nella storia ciò non é mai successo. A un certo grado di sviluppo della contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione, la classe che oggettivamente aveva la possibilità di risolvere quella contraddizione l’ha puntualmente fatto. Magari impiegandoci del tempo, sempre attraverso conflitti cruenti e non immediatamente vittoriosi, magari dopo alcune sconfitte e dopo periodi di imbarbarimento e di decadimento ma alla fine la storia è sempre andata avanti. Gli uomini, attraverso le classi rivoluzionarie, hanno superato il vecchio, hanno affermato il nuovo liberando l’intera società dalle scorie che le impedivano di progredire. Così dovrà avvenire, prima o poi, anche per l’attuale società. L’insegnamento fondamentale del Manifesto é che i comunisti, la parte più cosciente del proletariato, devono adoperarsi perché questo accada avendo la consapevolezza che nessuna classe dominante é scomparsa dalla società per moto proprio. Ecco il compito: si tratta dell’immenso lavoro di formazione del proletariato in classe. Compito oggi tanto necessario quanto tremendamente in ritardo.

In occasione della ricorrenza, le Edizioni Prometeo ristampano il Manifesto del partito comunista invitando ogni militante a diffonderlo tra il proletariato organizzando dibattiti, conferenze, gruppi di studio e altro per spiegarlo e mostrarne l’attualità.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.