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Home ›Dalla tragedia alla farsa, i rottami degli intellettuali organici galleggiano a vista
Ieri democrazia proletaria, oggi popolare per meglio adeguarsi al vento che tira nel bel mondo borghese. Dietro l'etichetta del "nuovo progetto di liberazione" la musica non cambia: i pifferai di quest'altro soggetto (DP - Sinistra Unita) rispolverano gli spartiti ideologici del più ottuso e demagogico social-opportunismo, piccolo borghese e populista, e indossano l'abito su misura per concorrere a un posticino nel "governo di domani". Vogliamo o no far "avanzare l'Italia sulla via di un profondo rinnovamento democratico e socialista"? Si dia allora fiato alla controinformazione comunista di questi signori, il cui linguaggio, proposte e slogan, ci riporta sostanzialmente al più forcaiolo stalinismo in versione nazional-democratica.
Il biglietto da visita degli "embrioni" in questione è di per sé esplicito: il modello è quello - dichiarato a chiare lettere - dell'intellettuale collettivo e organico che ha ammorbato il movimento operaio per mezzo secolo. L'obiettivo è quello di dirigere un proprio partito che "abbia un progetto di governo verso la costruzione del socialismo, anche dentro il sistema democratico-borghese". È lampante dove si vuol parare: la natura controrivoluzionaria del progetto di questi ex di ogni genere, oggi aspiranti "antagonisti-alternativi al neo-liberismo", non ha bisogno di troppe spiegazioni. Parla da sé, invocando la consueta programmazione economica ("il nostro stesso sistema di accumulazione è in crisi" e dunque va risanato) con la partecipazione dei lavoratori, disciplinati ed entusiasti salariati convertiti al nazional-socialismo in cambio di una più giusta "quota di reddito" e della regolamentazione dell'attività delle multinazionali attraverso - qui non si sa veramente se ridere o piangere - l'intervento delle Nazioni Unite. La masturbazione idealistica dei nostri riciclati intellettuali organici prosegue con l'esibizione dei frutti più gustosi del riformismo borghese, da Marx ripetutamente gettati nella spazzatura delle più pericolose illusioni conservatrici: pace, disarmo (con il controllo del... commercio delle armi), autonomia nazionale (oggi, in piena epoca imperialista), partecipazione ai processi decisionali del capitale, e avanti di questo passo. Visto come stanno andando le cose nei più progrediti Stati, che cosa pensare di meglio se non "l'esportazione dei diritti in tema di lavoro, contratti e stato sociale, lo sviluppo del commercio internazionale, la ristrutturazione dei sistemi di produzione, la stabilizzazione dei prezzi delle materie prime", eccetera? Ecco pronto il nuovo modello di sviluppo basato sulla "efficienza economica" del modo di produzione capitalistico e sull'armonia dei suoi rapporti sociali. Esattamente quello che la borghesia sta cercando invano di ottenere nell'unica maniera in cui tutto ciò si può inseguire: a spese del proletariato, intensificando lo sfruttamento della sua forza-lavoro e peggiorando le sue condizioni di vita.
Altre perle meritano la citazione: dal mantenimento del servizio di leva nell'esercito nazionale per un "retribuito servizio di lavoro" nei paesi sottosviluppati e oppressi, con la legittimazione delle "guerre per la libertà e il progresso", cioè democratico-umanitarie come quella contro il nazifascismo e quella del Vietnam contro gli Usa, precedenti liberatori dell'Europa.
A simili obiettivi si accompagna il rinnovamento della politica, ovvero "una riforma intellettuale e morale oltre settarismi e visione schematiche" (come per esempio quelle del comunismo rivoluzionario). E il progetto vola ancor più in alto con l'annuncio del nuovo internazionalismo fondato sullo sviluppo e l'indipendenza dei popoli del Terzo mondo: il loro dramma si sarebbe approfondito "dopo il crollo del muro di Berlino e l'attuale assetto delle relazioni economiche internazionali". I nostalgici del "socialismo reale", targato Mosca e dintorni, in competizione con l'imperialismo occidentale, chiedono ora il diritto alla completa integrazione nella economia mondiale - cioè nel capitalismo imperialista - per tutti i Paesi, per ogni Stato borghese sovrano. La fiera delle illusioni si chiude quindi con l'instaurazione del "nuovo ordine economico nel pieno rispetto della sovranità nazionale, cooperazione paritaria ed equità negli scambi sul mercato mondiale". Per chi fosse rimasto con qualche dubbio e sospetto, l'ultimo colpo di tamburo annuncia "il contenuto ideologico dell'essere e agire politico" di questi signori che alimentano la loro spinta rinnovatrice attingendo "dal marxismo-leninismo come fondamento". Ideologicamente, per l'appunto, e partendo dal basso, dalla classe, per salire in alto, al popolo... Invertito il percorso (di principi, teoria e metodo non è il caso neppure di parlare), la mistificazione è evidente nonostante la maschera e la riverenza. Il carnevale anche quest'anno è finito. ma quello della politica operaia borghese continua.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #2
Febbraio 2001
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