2009-05-21 - Accordi Fiat a spese dei lavoratori

BCinforma - Newsletter del P.C. Internazionalista (Battaglia Comunista)

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Sulle contestazioni ai sindacalisti a Torino

Sabato 16 maggio, al corteo operaio per l'occupazione e il futuro dei lavoratori Fiat, e` esplosa la rabbia degli operai di Pomigliano e Nola; questi ultimi sono stati messi, dopo una dura lotta censurata dai mezzi di informazione, con un accordo siglato da Fiat e sindacati confederali, in un reparto confino nel maggio 2008. Oggi la situazione e` peggiorata ed e` tutto lo stabilimento di Pomigliano ad essere in pericolo di chiusura a causa della crisi del settore auto e della mega operazione di ristrutturazione di Marchionne & Co.

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Fiat di Pomigliano, terrorismo aziendale

Ad un anno esatto dalla vertenza dei 316 (vedi BC 5/08), mentre si parla della prossima possibile chiusura dello stabilimento e si preparano nuove esternalizzazioni e` arrivata, puntuale, la denuncia per i promotori della lotta contro l'espulsione dalla fabbrica degli operai piu` politicizzati.

La prima cosa che colpisce e` che i 16 imputati sono stati scelti con criterio squisitamente politico: indipendentemente dal fatto che comparissero o meno nelle fotografie scattate in quei giorni dalla questura, sono stati denunciati gli operai piu` impegnati sindacalmente e nell'organizzazione dei picchetti, ovvero nella "esecuzione di un disegno criminosno [che], con violenza e minacce consistite nel posizionare auto di traverso sulla carreggiata, incendio di pneumatici e urla, impedendo la liberta` di locomozione costringendo chicchessia ad abbandonare il proposito di accesso allo stabilimento Fiat Auto".

Secondo l'accusa i quattro giorni di picchetti sarebbero costati alla Fiat vari milioni di euro, i picchetti avrebbero infatti impedito l'accesso a tre stabilimenti di 10.000 operai complessivi. Gli operai imputati rischiano ora da 1 a 4 anni di reclusione.

Siamo al fianco di tutte le lotte operaie, sempre mettendo in guardia i lavoratori dalle illusioni e dai tatticismi sindacali, siamo quindi solidali con gli operai colpiti e saremo al loro vicini, come lo siamo stati fino ad ora.

Lo storico accordo Fiat-Chrysler nel segno della crisi

A pagarne le spese pero` sono sempre i lavoratori

Tutto fatto, tutto per il meglio o quasi. La Fiat fornira` alla casa americana la tecnologia per la produzione di piccole vetture a basso consumo, ecologiche e a prezzi competitivi. Favorira` l'apertura del mercato europeo e de sud Africa mentre la Chrysler consentira` alla casa italiana di accedere al mercato nord americano, il Nafta (Usa, Canada e Messico). Il protocollo recita che nella prima fase la collaborazione tra le due case automobilistiche si dovra` sviluppare sulla base di una new company che avra` tutti gli asset positivi della Chrysler e senza debiti.

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Condizioni e lotte operaie nel mondo

Caterpillar - Francia

I lavoratori degli stabilimenti francesi della Caterpillar stanno lottando per la difesa del loro posto di lavoro. A fine aprile si sono opposti al tavolo di concertazione tra stato, sindacato e azienda che stava definendo il numero degli esuberi e il conseguente piano di risanamento.La prospettiva che la Caterpillar, una delle piu` importanti multinazionali al mondo nel settore delle macchine per l'agricoltura, aveva indicato ai suoi dipendenti in Francia era quella di un taglio di 733 posti solo nei due stabilimenti di Grenoble.

I negoziati erano iniziati alla meta` di aprile dopo che i dirigenti del sindacato, accogliendo il solenne appello del presidente Sarkozy e paventando la possibilita` di ottenere dei fondi europei, avevano spinto per la liberazione di alcuni dirigenti trattenuti nello stabilimento dai lavoratori in lotta. Il 19 aprile scorso un primo accordo, raggiunto con la benedizione del ministero dell'economia, prevedeva il licenziamento di 600 dipendenti e l'intensificazione dei ritmi di lavoro per i restanti 2000 che si vedevano tolto ogni limite sul monte ore settimanale passando ad una annualizzazione dell'orario complessivo. Il 20 aprile i rappresentanti sindacali non sono pero` riusciti a fare approvare l'accordo dai lavoratori della Caterpillar. Infatti durante l'assemblea che avrebbe dovuto portare alla ratifica dell'accordo, piu` di 300 scioperanti hanno impedito ai funzionari sindacali di completare la loro relazione e hanno rigettato l'accordo siglato, la stessa CGT si e` vista costretta ad ammettere che l'accordo appena sottoscritto non aveva ancora valore legale e a intraprendere una linea apparentemente piu` dura ponendo un tetto massimo di 450 licenziamenti e rifiutando l'annualizzazione dell'orario di lavoro. E` evidente come, di fronte ai lati piu` duri della crisi, gli interessi di classe siano sempre piu` inconciliabili e anche evidente come l'azione del sindacato che, per sua stessa natura non esce mai dalle compatibilita` che il capitalismo, possa condurre solo ad un peggioramento delle condizioni dei lavoratori.

Continental - Francia e Germania

Il 21 aprile i 1120 lavoratori dello stabilimento francese di Clairoix della multinazionale tedesca Continental, informati del fallimento dell'azione legale cha avevano intrapreso contro la chiusura della loro fabbrica hanno occupato e messo a soqquadro i locali uffici della prefettura.

Il giovedi` successivo questi stessi lavoratori hanno organizzato un treno speciale e si sono diretti da Parigi ad Hanover dove si sono uniti ai loro colleghi tedeschi che stavano manifestando attraverso le strade della citta`.

La Continental, la cui attivita` principale e` la produzione di pneumatici, sta soffrendo la forte flessione del mercato dell'automobile e la chiusura degli stabilimenti di Clairoix in Francia e di Hanover-Stocken in Germania rappresenta solo l'inizio di un processo di ristrutturazione che sta avvenendo sulle spalle dei 300 dipendenti coinvolti. I lavoratori della Continental ci stanno mostrando un concreto ed importante esempio di vera solidarieta` di classe, di vero internazionalismo proletario. Per anni il proletariato e` stato diviso anche all'interno dei singoli stati in diverse categorie, spesso frammentato all'interno della stessa fabbrica e questo e` avvenuto con la compiacenza dei sindacati e dei partiti socialdemocratici. Non e` un caso che di fronte a questa mobilitazione che si estende a livello internazionale il governo francese stia profondendo minacce e stia organizzando una dura politica repressiva volta a riportare il conflitto sui binari della mediazione sindacale.

ThyssenKrupp - Germania

Piu` di 10.000 lavoratori dello stabilimento della ThyssenKrupp di Duisburg stanno lottando dalla meta` di aprile contro il taglio dei posti di lavoro e contro l'abbassamento dei salari proposto dalla multinazionale. La ThyssenKrupp in Germania impiega piu` di 85.000 lavoratori in piu` di 200 impianti sparsi in tuttoil paese. Migliaia di lavoratori sono giunti da tutta la Germaniai a sostegno della lotta dei loro compagni minacciati di licenziamento. La mobilitazione e` stata imponente e conferma come la solidarieta` tra lavoratori non sia solo un ricordo del secolo scorso. Piu` di 30 bus sono giunti dalle acciaierie della vicina Bochum, centinaia di lavoratori sono giunti dai cantieri navali di Kiel, Amburgo ed Emden, molti altri operai sono giunti dal sud del paese: da Neuhausen in Baden-Wurttemberg, da Gerlach da Sauerland. Una delegazione e` anche giunta dagli stabilimenti della multinazionale in Brasile e una dalla Francia.

Lo stabilimento di Duisburg non sara` l'unico ad essere colpito dal piano di risanamento e di ridimensionamento voluto dalla direzione aziendale. Di fronte ad una crisi cosi` profondamente strutturale la ThyssenKrupp dovra` ridurre da cinque a due le sue divisioni produttive e apportare imponenti ridimensionamenti delle capacita` produttive. Disoccupazione e peggioramento delle condizioni di lavoro per chi resta, e` in fondo questa la piu` immediata e semplice ricetta che il capitalismo in crisi tenta di imporre al proletariato in tutto il mondo.

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