Saddam riconosciuto prigioniero di guerra: l'ex dittatore iraqeno come Noriega?

Per il momento una cosa è certa: a Saddam è stato riconosciuto lo status di prigioniero di guerra e, dunque, che la detenzione e il futuro processo abbiano luogo nel rispetto delle normative di Ginevra. Ciò che non è certo è che tipo di processo avrà, in quale luogo e, soprattutto, con quale tribunale. La questione potrebbe sembrare di secondario interesse. Che sia il tribunale internazionale dell'Aia, la magistratura del prossimo governo iracheno, la magistratura americana o una commissione giudicante mista poco importa, ciò che appare determinante è che venga processato e che scompaia definitivamente dalla scena politica del Medio Oriente e da quella internazionale. D'altra parte questo era l'obiettivo dell'imperialismo americano, lo scopo è stato raggiunto, l'aspetto formale del processo con tutte le sue piccole implicazioni del diritto internazionale potrebbe passare in secondo piano. Ma le cose non sono così semplici e l'Amministrazione di Washington lo sa benissimo. C'è un precedente illustre quanto inquietante: il processo Noriega. Nel relativamente lontano dicembre dell'89 l'imperialismo americano ritenne di dover risolvere una questione importante come quella della immediata restituzione del canale di Panama alle autorità locali (il mandato americano sul canale scadeva proprio il 31 dicembre di quell'anno) inventando di sana pianta un'invasione militare, l'operazione giusta causa, per mettere le mani sul più pericoloso narco-trafficante del Centro America, Manuel Noriega. A parte la questione della violazione del diritto internazionale - si trascuri pure che l'operazione ha comportato la distruzione d'interi quartieri di Panama City e che le vittime civili si sono contate a migliaia - rimane che il famigerato narco-trafficante era uno stipendiato della Cia, l'uomo forte del governo panamense e il referente in loco degli interessi del governo americano. Non solo, tra la Cia e Noriega si era stabilito un patto scellerato in base al quale il governo americano avrebbe chiuso tutti e due gli occhi sul narco-traffico tra il Cartello colombiano di Medellì n, guidato allora da Pablo Escobar, e la Florida purché Noriega organizzasse il viaggio di ritorno dei suoi aerei con un carico di armi da portare ai Contras che operavano in Honduras e in Nicaragua in chiave anti sovietica. La flotta aerea di Noriega godeva d'aree protette all'interno dell'aeroporto di Miami, lì indisturbata procedeva allo sdoganamento di quintali di droga e imbarcava tonnellate di armi senza che nessuno potesse metterci il naso, pena il rischio di vederselo tagliare. Ma quando stava giungendo la data di scadenza del mandato amministrativo americano sul canale poichè il governo di Washington non era pronto alla restituzione e benché i suoi rapporti con Noriega durassero da alcuni anni, per prendere tempo non si trovò niente di meglio che l'operazione giusta causa. In un sol colpo Gli Usa si sarebbero disfatti dell'ex alleato, diventato ingombrate, scomodo e sempre più esoso, e avrebbero spostato di dieci anni la cessione del canale al governo panamense. Detto fatto, il famigerato narco-trafficante è stato preso e trasferito nelle carceri di Miami per un giusto processo. Il collegio difensivo di Noriega era tuttavia fiducioso che le cose sarebbero andate bene per il suo assistito, certo del fatto che tali e tante erano le connessioni tra l'imputato, la Cia e il governo americano da non consentire una pena pesante per non costringere l'imputato a rivelare imbarazzanti retroscena. Nei fatti però le cose si svolsero altrimenti. Il collegio giudicante di Miami, sapientemente istruito e minacciato dagli agenti della Cia, ha preteso e ottenuto di considerare solo ed esclusivamente i fatti che riguardavano le responsabilità di Noriega in quanto narco - trafficante, mentre ogni altra connessione tra l'imputato e l'Intelligence degli stati Uniti non sarebbe mai stata presa in considerazione. E giustizia fu fatta, Noriega si prese l'ergastolo, i rapporti tra la Cia e il governo americano furono completamente stralciati dalle indagini e il canale di Panama rimase sotto l'amministrazione americana per altri dieci anni, il tempo necessario per creare in zona una rete militare in grado di controllare il canale a distanza senza esserne direttamente responsabili.

Per Saddam Hussein si prepara un processo simile. Fatte tutte le differenze del caso, per tempi, obiettivi da raggiungere e il modo d'istituzione del processo, quello che preme all'amministrazione Bush è che il Rais di Baghdad sia processato per i crimini che ha commesso senza che appaiano le terribili connessioni con i vari governi americani. Ciò che non deve apparire è che i crimini di Saddam sono stati favoriti, se non addirittura provocati, dalle stesse amministrazioni americane dagli inizi degli anni ottanta sino ad oggi. Non deve apparire che l'invasione dell'Iran nel 1980 è stata voluta, armata e finanziata dai governi occidentali, primo fra tutti quello americano. Che Usa e Onu per tutti gli otto anni di guerra contro il regime degli Ayatollah hanno sottaciuto i crimini di guerra contro i curdi e gli iraniani. Che le armi chimiche con le quali ha gasato le due popolazioni nemiche provenivano dagli stabilimenti americani del Maryland. Che l'invasione dl Kuwait è stata favorita da una sorta di silenzio - assenso e poi usata come pretesto per l'intervento militare con lo scopo di estendere l'influenza americana sulla gestione del petrolio persico. Che dodici anni di embargo contro la popolazione civile irachena hanno significato la distruzione di quell'economia e la morte di un milione e duecentomila civili di cui un milione di bambini. E che, buon ultima, la recente guerra contro l'Iraq è stata decisa all'atto dell'insediamento dell'amministrazione Bush, e che tutte le menzogne che sono state prodotte a giustificazione della necessità di un intervento preventivo, non devono essere oggetto di dibattito in nessun tribunale del mondo, tanto meno in quello che deve giudicare Saddam Hussein.

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Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.