Referendum welfare: la beffa è servita

Aldilà della guerra sulle cifre e della serietà dello stesso - pari a quella degli organizzatori - che ci interessano fino ad un certo punto è chiaro che il risultato era noto in anticipo, con il solito teatrino della “rossa” Fiom che dice NO e della “responsabile” Cgil che dice SI e chiama a raccolta anche i pensionati. Cosicché tutto - compreso il prevedibile malcontento - resti in famiglia, al sicuro e facilmente controllabile come il Signor Padrone auspica e vuole.

Nelle grandi realtà industriali ha vinto il No, anche in percentuali eclatanti (tipo il 98% a Pomigliano d’Arco). Percentuali più basse, ma analoghe nella tendenza ci sono state a Mirafiori, Ansaldo, etc.

Sintomo più che evidente di malcontento operaio.

Il punto è che un NO ad un referendum NON BASTA per esprimere il proprio dissenso e difendere i nostri interessi contro l’accordo stipulato da Confindustria, Banche, Governo con l’appoggio del Sindacato; occorre scendere sul nostro proprio terreno di classe, creando reti territoriali di lavoratori e mobilitandoci per scioperare contro di esso. Così mettiamo con le spalle al muro Fiom&Co costringendoli a schierarsi (e a smascherarsi aggiungiamo noi...).

Noi lavoratori non abbiamo santi in Paradiso, né governi amici in Parlamento cui chiedere aiuto; la storia però ci ha insegnato che la nostra forza consiste nel numero, nei collegamenti e nella solidarietà di classe che siamo in grado di sviluppare (e questo Foglio ha anche questo scopo).

Intanto cominciamo col rovesciare il discorso della “compatibilità economica delle richieste”; siamo noi coi nostri stipendi che andiamo a far la spesa, che paghiamo le bollette, i mutui e gli affitti sempre più scandalosi e perciò sono i nostri salari che DEVONO essere “compatibili” con queste spese anziché come ora con le “esigenze aziendali, nazionali etc.”.

Altrimenti?!? Beh, in tal caso... vorrà dire che saremo costretti a spezzare le nostre catene di schiavi salariati ed a fare tutta una serie di cosette (rivoluzioni etc. etc.) che la borghesia tutta teme più della morte.

Noi lavoratori internazionalisti, come sempre, ci siamo.

A testa alta ed a pugno chiuso.

Fogli operai

//Aurora// è il "//Foglio internazionale di intervento operaio//" che, per iniziativa del BIPR, viene prodotto e diffuso (identico nella prima pagina) nelle fabbriche e nei quartieri proletari di Italia, Gran Bretagna, Francia, Usa, Canada, Colombia.

Esso concretizza la unitarietà e omogeneità politica delle avanguardie rivoluzionarie a scala internazionale e per questo si caratterizza come un passo avanti, seppur piccolo, nel processo di costituzione del partito internazionale al quale puntano i compagni che lo producono e diffondono.

In Gran Bretagna sostituisce nelle sue funzioni la testata //Workers' Voice//: la agitazione all’interno della classe operaia, a partire dai problemi concreti e immediati del proletariato, delle indicazioni politiche di classe e rivoluzionarie. Negli altri paesi funge da primo organo di intervento unitario dei gruppi e compagni simpatizzanti del BIPR.

Invitiamo tutti i lettori simpatizzanti, anche isolati, a richiederne copie alle nostre sedi o alla amministrazione centrale, per aiutare l’organizzazione nella diffusione negli ambienti proletari.

Oltre ad //Aurora// il PCint pubblica e diffonde nelle fabbriche e sui posti di lavoro //Lotta di classe//.

Edizioni in lingue diverse dall'italiano sono disponibili nelle [[/ | altre sezioni del sito]].