I 6 giorni di Pomigliano - Volantini

Solidarietà internazionalista agli operai di Pomigliano

16 Aprile 2008

Dagli operai internazionalisti dell'Alcatel di Battipaglia

Come compagni internazionalisti dell’Alcatel - Battipaglia, ci schieriamo affianco dei 316 lavoratori di Pomigliano, esternalizzati dall’azienda e di fatto esclusi dal ciclo produttivo. Inoltre, approviamo completamente la scelta di proseguire la lotta, occupando di fatto e bloccando la produzione.

I compagni internazionalisti di Battipaglia, inoltre si impegnano qualora sia necessario, a organizzare una colletta per sostenere i lavoratori in lotta, attraverso una cassa di resistenza.

Dagli operai internazionalisti di Bologna e dal gruppo di fabbrica della Titan

I metalmeccanici internazionalisti di Bologna e il gruppo di fabbrica della Titan esprimono la loro solidarietà di classe verso i compagni di Pomigliano in lotta. Solo la Lotta Paga, solo Uniti si Vince!

Dagli operai internazionalisti di Mirafiori

Gli operai internazionalisti di Mirafiori sono a fianco dei compagni di Pomigliano in questa dura lotta; li salutano a pugno chiuso ed auspicano di poter fare qualcosa di più concreto nell’immediato futuro.

Da tutti i lavoratori di Battaglia Comunista

I lavoratori della scuola, dei trasporti, delle coop sociali etc. di Battaglia Comunista - P.C.Int. sono vicini e solidali agli operai napoletani in lotta.

W la lotta di classe!

Non abbiamo governi amici!

No alle divisioni tra lavoratori, no ai tatticismi sindacali,

L’assemblea operaia deve essere sovrana!

La solidarietà è la nostra unica arma!

FIAT di Pomigliano - Protagonismo proletario!

11 Aprile 2008 - Volantino distribuito ai picchetti

Gli operai della FIAT di Pomigliano hanno dato vita ad un grande momento di lotta di classe. Le mobilitazioni contro l’esternalizzazione di 316 operai, in larga parte ritenuti “scomodi” dall’azienda, hanno portato al blocco totale dello stabilimento. Lo sciopero, che l’11 aprile ha paralizzato completamente l’impianto, è stato condotto unitariamente da tutti i lavoratori, indipendentemente dalle divisioni, sindacali.

Questo è stato il primo punto di forza: l’organizzazione dal basso della lotta - per mezzo delle assemblee - contro e oltre la logica sindacale.

Questi lavoratori hanno dato un grande esempio a tutta la classe proletaria.

La strada giusta è intrapresa. Cedere di un poco ora, significa capitolare completamente. Non cadiamo nelle trappole del sindacato, esternalizzare un solo lavoratore oggi, significa creare le condizioni affinché, domani, tutti i lavoratori FIAT possano essere licenziati.

Il sindacato è l’organo demandato, dalla legislazione borghese, a contrattare le condizioni della forza/lavoro. Per questo i lavoratori più coscienti devono unirsi per la ricostruzione del partito proletario, internazionalista e anticapitalista. Perché non possiamo migliorare realmente le nostre condizioni strappando, eventualmente, qualche vittoria al capitalismo in crisi, ma solamente mettendolo radicalmente in discussione.

Non permettiamo che la lotta rimanga isolata: facendoci isolare nella singola vertenza o categoria facciamo solo il gioco del padrone!

Dobbiamo ricostruire la nostra forza di classe, collegare le nostre lotte a quelle dei lavoratori Atitech, in lotta contro 700 licenziamenti, e di tutti quei lavoratori e proletari che si ribellano allo sfruttamento, al problema rifiuti, inceneritore, inquinamento e a tutte le conseguenze del sistema borghese.

Rilanciamo ovunque una prospettiva unitaria, che faccia perno sulla lotta al capitalismo come istanza unificatrice per la classe intera.

Contro il capitalismo: per il potere proletario!

Lotta alla FIAT di Pomigliano

15 Aprile 2008 - Comunicato stampa

A partire da giovedì 10 aprile alle ore 22 la FIAT di Pomigliano è bloccata.

TV, mass media e giornali non ne parlano, perché la FIAT non vuole che se ne parli. Diffondiamo la notizia in tutti i modi, ad amici, siti, blog, liste: rompiamo il muro del silenzio! Aggiornamenti quotidiani su: internazionalisti.it.

Un comitato operaio costituito indipendentemente dalle appartenenze sindacali ha organizzato la mobilitazione.

Fino a domenica i picchetti operai hanno permesso uno sciopero con adesione del 99%.

Da lunedì 14 aprile si è deciso di bloccare solamente i varchi merci, per fare sì che la fabbrica sia costretta a fermarsi.

La vertenza riguarda 316 operai, ritenuti “scomodi” dall’azienda, la quale ha deciso di esternalizzarli al polo logistico di Nola, da tutti ritenuto l’anticamera del licenziamento.

In gioco vi è però il futuro di tutti gli operai della fabbrica, i quali non hanno nessuna garanzia sul loro avvenire lavorativo. I blocchi dei camion continueranno ad oltranza fino all’avvenuto riassorbimento dei 316 all’interno del perimetro aziendale.

E’ necessario che tutti sostengano e vengano a portare solidarietà ai lavoratori che, 24 ore su 24, stanno picchettando l’azienda.

Perdere questa battaglia, nella più grande fabbrica del meridione, significa condannare alla miseria ed alla disoccupazione migliaia di famiglie. Vincerla vorrebbe dire, invece, dare una significativa risposta al progressivo impoverimento, al disorientamento ed alla precarietà ai quali tutti i lavoratori sono sottoposti oggi.

Lotta alla FIAT di Pomigliano - Un piccolo contributo

15 Aprile 2008 - Volantino distribuito ai picchetti

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Siamo un piccolo gruppo di comunisti, molti di voi hanno, durante questi giorni, avuto modo di conoscerci e discutere con noi. Non siamo lavoratori della FIAT, ma siamo proletari ed è soprattutto per questo che ci siamo impegnati ad essere affianco a voi in questa lotta. Crediamo, infatti, che la solidarietà tra i proletari sia un’arma indispensabile per reagire agli attacchi che la borghesia (i padroni) sta portando avanti in questi anni, spingendoci progressivamente verso condizioni di lavoro e di vita che ormai iniziano a diventare insopportabili. Siamo comunisti, siamo proletari, questa lotta operaia la sentiamo anche nostra.

Detto questo, ci preme avanzare una serie di riflessioni sperando che queste nostre osservazioni possano costituire un piccolo contributo alla discussione e al buon proseguimento della vertenza.

  1. Lo sciopero di venerdì è stato una iniziativa strepitosa: corsi bloccati, picchetti ovunque, una organizzazione perfetta, stabilimento messo in ginocchio (padrone messo in ginocchio). La cosa ottimale sarebbe stata poter proseguire con questa forma di lotta ad oltranza. Bisogna però essere realisti e fare una seria valutazione delle forze.
  2. È stata quindi una mossa intelligente, in quanto inevitabile, concentrarsi “soltanto” sui picchetti funzionali al blocco delle merci, lasciando “liberi” i lavoratori di entrare (esortandoli magari poi a portare solidarietà ai picchetti).
  3. Non ha senso invitare i 316 a partecipare ai corsi, sarebbe una sconfitta:
    * Questa lotta è contro l’esternalizza-zione dei 316 (anticamera del futuro possibile licenziamento), il corso è finalizzato all’esternalizzazione, parte-ciparvi sarebbe illogico, significherebbe iniziare ad accettare l’esternalizzazione stessa.
    * Bisogna fare una seria valutazione delle forze. Benissimo. Qualcuno sostiene che la ripresa dei corsi potrebbe garantire una crescita delle forze da mettere in campo. Non è vero, anzi è l’esatto contrario. Secondo questi, gli operai dovrebbero alternarsi per coprire i tre turni di picchetto e, contemporaneamente, ognuno dovreb-be partecipare al corso. Sarebbe una situazione insostenibile.
    * Bloccando i corsi gli operai perdereb-bero dei soldi, è vero, ma in gioco c’è il posto di lavoro, non dimentichiamolo. Quindi alcuni giorni di paga persa, contro la perdita totale del lavoro. Questa volta almeno ci sta rimettendo anche il padrone (finalmente!), questo ci deve gratificare.
  4. Il punto di forza dell’iniziativa di venerdì è stata la costituzione del comitato: gli operai avevano deciso di mettere da parte le varie sigle sindacali per portare avanti, dal basso una iniziativa unitaria, basata sul potere delle assemblee. Bisogna proseguire su questa linea. Per questo le bandiere sindacali devono continuare a non essere esposte, sarebbe un passo indietro rispetto a quel principio vittorioso. I sindacalisti operai (RSU) ci devono stare come operai. Le bandiere non servono, i picchetti si fanno con il proprio corpo. Vogliono venire anche funzionari e segretari sindacali? Ci vengano con il corpo (a picchettare!).

Compagni non molliamo.

Chi lotta può anche perdere ma chi non lotta… ha già perso.

Se pur con le nostre piccole forze, saremo sempre affianco a voi, con le nostre idee, con i nostri corpi.

I compagni del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista) sez. Napoli

Fiat di Pomigliano - 10-16 aprile 2008 - Una prima ondata di lotta operaia

23 Aprile 2008

Possono arginare un'onda, ma mai impedire alla marea di salire!

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Cronaca di questi giorni: Atitech, Napoli, esuberi per 700 lavoratori; Electrolux, Firenze e Treviso, 800 tagli; Teksid, Carmagnola (indotto FIAT) 950 lavoratori a rischio; Bluterma 100 operai da mesi senza stipendio; Officine Franzi, Lugano, 112 posti a rischio; Granarolo, 350 licenziamenti…

La crisi globale del modo di produzione capitalista sta mostrando qual’è la classe che dovrà pagarne i costi.

Hanno tagliato prima la scala mobile, poi il sistema pensionistico, poi hanno reso flessibile il mercato del lavoro, poi tagliato il sistema sanitario, poi le tasse a carico delle imprese… Ma la crisi avanza inarrestabile.

Mentre il prezzo del petrolio e dell’oro segnano nuovi record ad ogni giorno che passa e le rivolte per il drastico rincaro dei generi alimentari incendiano il sud del mondo (ultimo l’Egitto), anche lo stato borghese italiano si prepara ai tempi duri che verranno.

La Terza Repubblica (bipolarismo), la semplificazione del Parlamento - all’interno del quale rimangono solo 5 partiti - , il crollo dell’Arcobaleno e la sua fuoriuscita dalla scena non possono essere visti come dati casuali.

Si tratta piuttosto di una svolta epocale, la risposta alle necessità del capitalismo italiano di avere un esecutivo solido e forte, capace di prevenire, controllare e reprimere le tensioni sociali che i prossimi provvedimenti, inevitabilmente, innescheranno: precarietà, licenziamenti, caro-vita, sfratti, inquinamento, guerre… Mai come oggi è vera l’affermazione secondo la quale: non ci sono più margini di mediazione.

Anche le briciole, delle quali il sindacato si è sempre nutrito per gettare fumo negli occhi ai lavoratori spacciando per grandi vittorie la loro svendita (ed in questo la Sinistra borghese è stata maestra, da quando è riuscita a vendere il rozzo capitalismo di stato stalinista per costruzione del socialismo!), anche queste briciole si sono esaurite.

Nella vertenza contro le 316 esternalizzazioni di Pomigliano, la Fiat lo ha dimostrato chiaramente: «Queste sono le nostre condizioni, o le accettate o vi massacriamo di cariche». E questo hanno fatto.

Un mostrare i muscoli che è riuscito momentaneamente a sedare la lotta operaia, ma che ha mostrato con lampante chiarezza cosa si nasconde dietro questa cosiddetta “democrazia”: la dittatura della classe padronale, una società dilaniata da interessi di classe opposti ed inconciliabili. Padroni, borghesi e capitalisti con i loro burocrati e leccapiedi da un lato, lavoratori, operai, precari e disoccupati con le loro famiglie dall’altro. Gli uni che hanno bisogno di sfruttare ed opprimere sempre di più per potere rimanere competitivi sui mercati internazionali, gli altri che devono difendersi dal violento e rapido peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro a cui sono sottoposti. Le contraddizioni che caratterizzano la società capitalista stanno giungendo al culmine, scegliere da che parte stare è una questione di classe.

In questo quadro, i 6 giorni di lotta degli operai di Pomigliano ci hanno offerto insegnamenti preziosi:

  1. La forza degli operai sta nella loro unità, laddove si organizzano in assemblee e rifiutano le divisioni alle quali la logica sindacale tenta costantemente di sottoporci.
  2. Il principio della delega è funzionale al padrone per raggirarci e sconfiggerci. Non possiamo delegare nessuno, se non noi stessi, per la difesa reale dei nostri interessi.
  3. La determinazione, la solidarietà e l’unità di classe sono l’arma vincente; il tatticismo sindacale, l’isolamento e la frammentazione sono l’anticamera della sconfitta.
  4. Le lotte non hanno mai un progredire lineare, ci sono avanzamenti e riflussi, ciò che conta è mantenere fermo il timone sugli obiettivi che ci si è preposti.
  5. Proprio perché ormai non vi sono più margini di mediazione, la questione è di mero rapporto di forza tra le classi.

Dobbiamo lavorare per accrescere la nostra forza di classe, di vertenza in vertenza. Se anche possiamo perdere nella singola vicenda, la nostra vittoria più grande è la crescita - nelle esperienze - di una organizzazione di lotta alternativa al sindacato: l’adesione degli operai al programma anticapitalista, il rafforzamento ed il radicamento di questa organizzazione, la formazione e la crescita degli operai più combattivi, quelli che animano le lotte e le organizzano.

Sono questi i militanti operai, lavoratori che emergono in queste dure lotte, che devono impegnarsi fin da oggi per dare forma e sostanza al partito proletario di domani, strumento necessario ed indispensabile per far crollare questa società barbarica, incivile e preistorica chiamata “capitalismo”.

Gli operai scioperano, la polizia carica

23 Aprile 2008

Giovedì 10 aprile gli operai della FIAT di Pomigliano hanno bloccato la fabbrica contro la decisione dell’azienda di esternalizzare 316 operai al polo logistico di Nola.

L’esternalizzazione è letta, unanimemente, come l’anticamera del licenziamento.

Da lunedì 14 si è passati al blocco delle merci in entrata ed uscita, la fabbrica è in ginocchio.

Martedì 15 la dirigenza ha fatto sgomberare i picchetti con le cariche della celere.

Mercoledì 16 gli operai attendono l’esito del tavolo di contrattazione sotto l’unione industriali, accese discussioni tra operai, che si sentono venduti, e rappresentanze sindacali.

La celere carica ancora una volta. Un operaio all’ospedale.

I sindacati sono complici: dividono gli operai e ne ostacolano la lotta.

La crisi ha cancellato i margini di mediazione.

Solidarizzare con questi operai significa difendere i nostri interessi di proletari.

Opponiamoci al sistema capitalista che ci sfrutta, ci affama e poi ci ammazza.

Solidarietà agli operai di Pomigliano in lotta ed a tutti i lavoratori che si oppongono allo sfruttamento!

Unità di tutti i proletari contro il capitalismo!

Partecipiamo al presidio!

Cancello 2, Fiat Pomigliano - Mercoledì 23 aprile alle ore 9.00

I sei giorni di Pomigliano

Luna Ribelle - Speciale Pomigliano - Cronache di un’ondata di lotta

Questo speciale vuole essere un contributo attivo alla lotta dei lavoratori di Pomigliano.

A questa breve introduzione ai fatti seguiranno le cronache di quelle giornate, scritte a caldo, in tempo reale.

Abbiamo ritenuto utile pubblicare, oltre ai nostri volantini, anche quelli che abbiamo ritenuto essere più significativi.

Il tutto si conclude con una riflessione su quanto accaduto che possa essere di stimolo ed incoraggiamento alle lotte future degli operai di Pomigliano e di tutto il proletariato.

AllegatoDimensione
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