Casapound: la minaccia del neofascismo “sociale”

Immagine - Barricate dell’Oltretorrente, Parma, agosto 1922

Casapound è un’organizzazione dichiaratamente fascista, che attraverso alcune iniziative “sociali” cerca malamente di nascondere la sua essenza nazionalista e anti-proletaria.

Niente di nuovo. Anche il fascismo della prima ora avanzava istanze socialisteggianti. Il manifesto dei Fasci di combattimento del 1919 (atto di nascita del fascismo) fra le altre cose chiedeva una legge che sancisse per tutti la giornata lavorativa di otto ore e il minimo di paga. Inutile ricordare che, quando tre anni dopo il fascismo andò al potere, nulla di questo venne realizzato, anzi: fu abolito il diritto di sciopero, fu allungata la giornata lavorativa, i salari vennero pesantemente abbassati, furono messi fuorilegge tutti i sindacati e i partiti operai. In pratica, il dominio padronale fu sostenuto su tutta la linea e il movimento proletario venne schiacciato.

La sfortuna dei neofascisti è che non tutti dimenticano.

E veniamo al programma di Casapound. Oltre ai numerosi punti da cui traspare una visione nazionalista e discriminatoria nei confronti dei lavoratori stranieri, ci troviamo anche la richiesta di abolire le leggi che favoriscono il precariato e la flessibilità. Peccato che i fatti smentiscano le parole, visto che “i fascisti del terzo millennio”, alleandosi con il PDL, hanno sostenuto un fronte politico borghese che ha proseguito con estrema ferocia proprio l’attacco contro quelle leggi che tutelavano almeno parzialmente il mondo del lavoro. Casapound come la Lega, dunque, che ora ha la faccia tosta di presentarsi come “paladina dei lavoratori del nord”, quando nella realtà ha sempre appoggiato le più violente politiche anti-operaie.

Da sempre è questa la strategia delle forze reazionarie, che da una parte si scagliano contro la lotta di classe e l’internazionalismo, e dall’altra lisciano il pelo alle fasce sociali meno abbienti, che in una fase di profonda crisi economica come l’attuale – la catastrofe greca insegna, e ci sollecita a stare in guardia contro le pericolose convergenze fra neofascismo e neostalinismo – potrebbero rialzare la testa e iniziare a dare seri problemi alla nostra classe dominante.

Sia chiaro. Noi contrastiamo la teppaglia fascista non per difendere questa presunta democrazia, la costituzione e tutto ciò che incarna l’altra faccia della medaglia di un sistema fondato sulla dittatura dei borghesi, lo strapotere dei padroni e lo sfruttamento dei lavoratori, ma solo perché rappresenta l’ennesima minaccia lungo il difficile percorso verso la ripresa della lotta di classe e una diffusa coscienza proletaria internazionalista.

Battaglia Comunista, Parma
Martedì, May 22, 2012