Bolzano: ancora aggressioni fasciste da parte di Casa Pound!

Ennesima aggressione da parte della formazione fascista “Casa Pound” a Bolzano, questa volta ai danni di alcuni ragazzi dell’area di Rifondazione, che la notte di San Patrizio si sono visti pedinare ed aggredire in pieno centro da un gruppo di 6-7 persone intorno ai trent’anni, alcune di loro appunto note, per essere “assidui” frequentatrici del gruppo neofascista. I tre ragazzi di sinistra stavano uscendo da un pub dopo i festeggiamenti, quando si sentono insultare alle spalle. Senza molte esitazioni i fascisti li attaccano e li malmenano, in particolare uno dei tre, che fa parte della segreteria di Rifondazione Comunista di Bolzano, che decide, un attimo prima, di rispondere verbalmente agli insulti. Ne risultano parecchie botte ed una prognosi di dieci giorni per lui e qualche acciacco per gli altri due. I fascisti, naturalmente indenni, ancora troppo poco pieni di sé, nonostante la vittoria dell’Hockey Bolzano e un pestaggio ad armi dispari per numero ed età, si recano alla piazza della Stazione dove alcuni di loro iniziano a prendersela con un clochard. Uno di loro inizia a prendere violentemente a pugni il senzatetto, prima di essere fermato dagli altri due, che per paura di ritorsioni decidono di trascinarlo via. Come sia messo dopo il pestaggio il clochard, nessun giornale lo ha riportato…

Questa è la cronaca in breve, ma alla base di tutta questa vicenda ci sono alcune cose da sapere. Innanzitutto c’è Renè Benko, un immobiliarista austriaco che da anni sta tentando di comprare immobili nella zona attorno all’areale della stazione per costruirvi un Megastore. Il progetto si inserisce nel “Pru”, cioè il piano di riqualificazione urbana di via Perathoner, adiacente alla stazione delle corriere, dato anche esso in mano a Benko dalla Giunta Comunale di centro sinistra attualmente in carica.

Dall’altro lato della Stazione c’è Via Garibaldi, dove due anni fa si ebbe una serie di azioni dei fascisti “del terzo millennio” contro il degrado e gli immigrati che popolano quella strada. I fascisti decisero di farsi un po’ di pubblicità dopo che una coppia di inquilini italiani che abita in uno dei palazzi sopra la stazione, si rivolse a Casa Pound per dar voce ai propri timori, dopo essere stati ignorati da Comune. In quei palazzi vivono infatti molti immigrati e lavoratori africani e arabi, talvolta costretti a dividersi un alloggio per una famiglia in venti o più persone. E’ chiaro che da entrambe le parti c’è del forte disagio, ed è altrettanto ovvio che i fascisti tentarono di strumentalizzare la vicenda in chiave razzista e nazionalista. Più o meno nello stesso periodo due inquilini che da decenni abitavano in una delle case vicine, non cedettero di fronte alle pressioni di Benko che ripetutamente tentò di comperarne l’appartamento, l’ultimo rimasto da comperare dell’immobile, rifiutando una quantità immensa di denaro. Anche loro vivevano fianco a fianco con gli immigrati…

Lo stesso anno Casa Pound Italia si candida alle elezioni cittadine, raggiungendo lo 0,1%, un vero flop. Passati due anni, passato in giunta provinciale il piano di riqualificazione urbana (che comprende anche il progetto per il Tunnel del Virgolo, appena fuori Bolzano, sempre in mano a Benko), i fascisti bolzanini sono ancora sulla scena e si mostrano davanti alla piazza della Stazione con uno dei loro striscioni che recita: “Spaccio, degrado, criminalità: Questa non è la mia città” e per rincarare la dose qualche giorno dopo si fanno trovare davanti al Comune; striscione nuovo ma solita vecchia demagogia che addita gli immigrati e i nomadi come fonte di tutti i mali. Lo slogan in scritte runiche stile stadio recita infatti: “Casa, luce e acqua gratis ai nomadi, ma tartassate i Bolzanini. I razzisti siete voi! Prima gli italiani!” Ci si potrebbe anche dilungare sui paroloni altisonanti di cui “Casa Pound” si riempie la bocca, ma data l’estrema incoerenza tra il dire e il fare di questa organizzazione, sarebbe una pura perdita di tempo. Sta di fatto che oggi come ieri la retorica fascista punta essenzialmente a batter cassa di fronte alla paura e alle insicurezze dei cittadini, che attaccati dalla crisi economica e impauriti da una mancanza di prospettiva si chiudono a riccio di fronte al diverso, diventando così facilmente vittime del delirio nazionalista che i primi spacciano soprattutto nelle fasce più deboli della società, rendendosi deliberatamente complici del gioco dei padroni, degli Stati e delle banche, che con i loro programmi di austerità (per noi) e di rilancio dell’economia (per loro), vogliono spingerci sempre di più nel baratro della guerra tra poveri.

La Sig.ra Tomada, esponente di lunga data di Alleanza nazionale, ora Fratelli d’Italia, fa uso della stessa demagogia ritenendo necessaria la ristrutturazione del quartiere per scansare degrado e criminalità ed infierisce aggiungendo che dobbiamo essere grati a Benko, che col suo Megastore porterà nuovi posti di lavoro, sottacendo il fatto che per costruire il suddetto Megastore con annessi alloggi di lusso, centinaia di abitanti del quartiere, italiani e immigrati, dovranno abbandonare le loro case per far spazio ai ricchi che se le potranno permettere.

E qui tutta la tiritera del “prima gli italiani”, “Bolzano è Italia” et similia, si dimostra per quello che è realmente, una grossa presa in giro figlia di una ideologia reazionaria amica dei padroni e del privilegio, ammantata di un orgoglio nazionale fatto ad hoc per intrappolarci all’interno degli argini di un sistema classista e barbaro, poco importa se italiani o meno.

Anche senza essersi venduti direttamente a Benko, i fascisti di “Casa Pound”, con la loro campagna antidegrado, i pestaggi ai danni di senzatetto in Piazza Stazione e le intimidazioni, non fanno altro che favorire gli interessi dello stesso, René Benko, l’immobiliarista austriaco.

La nostra solidarietà va quindi a tutti quei compagni che lottano coraggiosamente – benché da una prospettiva politica riformista e per lo meno sterile, come questi giovani compagni di Rifondazione - dalla parte di chi è sfruttato e di chi è nullatenente, a chi viene buttato fuori dalla propria casa per far spazio al profitto, e a chi una casa e un lavoro non ce l’ha. Allo stesso tempo, anche in questa occasione, crediamo sia politicamente doveroso sottolineare che l’ “antifascismo militante” è un vicolo cieco, nel quale si perdono spesso molti compagni: la questione politica da porre non è mai antifascismo e democrazia contro il fascismo, ma, sempre, o capitalismo o comunismo. Rimandiamo a due recenti articoli per approfondire tale questione.

leftcom.org

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Per una società senza classi né frontiere!!!

Partito Comunista internazionalista/Battaglia Comunista

Venerdì, March 27, 2015