Considerazioni e verifiche sulla caduta del saggio medio del profitto. Libro di Fabio Damen.
Stampato senza fini di lucro, nel giugno 2020. Distribuzione ad offerta libera. Costo di produzione e distribuzione del volume € 15.00.
Buon giorno,
come in oggetto.
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la cosa migliore per capirlo
la cosa migliore per capirlo è leggere questo articolo: leftcom.org
Ti ringrazio, ma la
Ti ringrazio,
ma la posizione del partito, di preciso, qual è?
in estrema
in estrema sintesi:
l'olocausto è stato un gigantesco sterminio di massa - né il primo né l'unico - inscritto a pieno titolo nella logica della società divisa in classi e del profitto, nn quindi frutto della "malvagità innata" dei "mostri nazisti" tanto x esser chiari.
il negazionismo è un'ideologia borghesissima - dalle premesse alle conclusioni - che di tanto torna fuori a seconda degli interessi contigenti di certe frazioni della classe dominante e che nn mette minimamente in discussione il capitale ed il profitto.
saluti
olocausto, revisionismo e negazionismo
olocausto, revisionismo e negazionismo
La seconda guerra mondiale fu un enorme macello di proletari, ad est come ad ovest. Una vera e propria cura ricostituente per l'ormai maturo e marcio modo di produzione capitalistico.
I vincitori per la giustificazione ideologica di questo macello di cui furono diretti responsabil ( 5, 8 milioni di civili morti sotto i bombardamenti in germania .... se arrivavano a sei era olocausto ? ) scodellalorono una enorme campagna sullo sterminio degli ebrei da parte della borghesia tedesca e della sua ideologia nazionalsocialista.
Negare l'esistenza dei campi di concentramento, i forni crematori le camere a gas è opera infame, leggere il tutto attraverso la lente deformata degli imperialismi vincitori è opera infame.
Il nazismo come male assoluto, la colpa del "popolo tedesco" è propaganda borghese che serve a nascondere al proletariato la verità.
Nella guerra imperialista tutto era funzionale a fiaccare la resitenza di classe ed estorcere il massimo profitto dalla pelle dei lavoratori.
Chiunque si opponga alla liturgia di santa democrazia e bollato come revisionista ed in certi paesi rischia la galera.
In Italia i proletari deportati per colmare i vuoti nelle fabbriche tedesche furono oltre 140.000 ossia 20 volte gli ebrei deportati. Ma non se ne celebra nessuna memoria. Di questi parecchi non fecero ritorno, 3 militanti del partito comunista internazionalista sono tra questi, altri militanti tornarono per raccontare che in germania in mezzo ai proletari di tutti i paesi esisteva la solidarietà di classe.
La propaganda sullo sterminio naziasta ha assunto connotati schifosi e ridicoli nello stesso tempo, libri di memorie di persone mai esistite, racconti di ferocie fini a se stesse....
La spiegazione materialista della necessità sa parte della borghesia mondiale ed in particolar modo quella tedesca di accanirsi contro il popolo ebraico si può leggere in parte nel famoso scritto "auschiwitz il grande alibi " non scritto da bordiga, ma da una compagna di marsiglia, nello stesso tempo è evidente la necessità d manodopera per le fabbriche costo zero. Da cui si capisce che la deportazione racchiudeva in se tanti scopi che si concretizzavano nella deportazione e sterminio del popole ebraico.
Va ricordato che in germania 500.000 coumisti socialisti, ananrchici, lavoratori morirono nei campi di concentramento, 135.ooo ebrei tedeschi non sopravvissero alla II guerra mondiale....
Domanda al Compagno No Nik
Domanda al Compagno No Nik
Caro Compagno No Nik,
al di là della tua (vera) analisi di classe nell'olocausto, le domande che vengono spontanee
sono:
- esiste una innata malvagità umana?
- se esiste, esiste anche una relazione tra forme sociali e tale sentimento?
- cosa pensi della natura umana?
Ciao.
mi poni 3 domandoni mica da
mi poni 3 domandoni mica da poco....
e, oltretutto, nn sono né il santone SaiBaba né il "maestro di vita" Do Nascimiento :)
scherzi a parte... in poche righe sul forum rischio di essere cmq impreciso o superficiale;
nn credo che la malvagità sia Innata; credo altresì che faccia molto comodo crederlo, insegnarlo - il famoso "homo homini lupus" - xchè è funzionale al mantenimento dello status quo ben più della coercizione materiale violenta.
credo che sia un comportamento antisociale che venga stimolato, alimentato e probabilmente creato da precise condizioni umane di esistenza. La divisione in classi della società innnanzitutto con la relativa alienzione degli individui che ne consegue.
ciao
Natura umana
Natura umana
Caro Compagno No Nik.
E' assolutamente vero quanto tu dici ed è una parte importantissima di un ragionamento sulla natura umana. Ma, attenzione: dicendo "non credo che la malvagità sia innata" rischiamo di definire l'uomo un soggetto metastorico. Io credo che l'uomo sua un soggetto in evoluzione e che porti in sè contraddizioni che si sono prodotte nel conflitto tra ciò che proviene dalla sua storia naturale e ciò che si è determinato nella sua storia sociale.
Se un comportamento antisociale può essere "stimolato, alimentato", ed hai ben ragione a dirlo, allora su quale base psicologica è possibile per il capitalismo fare questo?
Quando pensiamo al comunismo, non stiamo forse anche pensando ad un ambiente sociale che ci consenta di risolvere e superare i lmiti che la nostra storia, naturale e sociale, ha imposto allo sviluppo della socialità umana? Non siamo noi per primi a ritenere che l'evoluzione sociale dell'uomo possa e debba compiersi grazie al fatto che superiamo le società classiste?
Ultima domanda: possiamo riconoscere un elemento comune, riconducibile alla natura umana, in tutte le classi dominanti che si sono prodotte nella storia?
Ciao compagni, mi intrometto
Ciao compagni,
mi intrometto veolcemente, col rischio di sganciare banalità, di cui mi scuso anticipatamente.
Dal mio punto di vista la questione di fondo è la dialettica tra l'essere umano come essere naturale (o biologico, animale) e la sua storicità, tra l'individuo e la società, in breve, il suo essere un individuo sociale.
Come tutti gli animali, l'uomo reagisce a determinati stimoli: anche il cane più mansueto, se viene preso a calci e non è stato condizionato... come un essere umano, a subire, morde o si incazza. Su questa base naturale-animale, si è poi inserita, e non è certo una cosa da niente, ben al contrario!, la storicità dell'essere umano, che negli ultimi millenni, via via estendosi a settori sempre più ampi di umanità, ha voluto dire una storicità all'insegna del dominio di classe, il che significa la rottura della comunità primitiva, senza classi, duqnue la separatezza di un gruppo umano - minoritario - dal resto della società, fino alla separatezza di un solo individuo (per ese., il re, sia pure come espressione di una determinata classe). Questo, compagno Bogdanov, mi pare il tratto comune (o uno dei tratti comuni) delle società di classe.
Ma qui mi fermo salutandovi tutti e scusandomi di nuovo,
Smirnov
Caro Compagno Smirnov, altro
Caro Compagno Smirnov,
altro che banalità; hai afferrato il nucleo centrale della questione e cioè:
- la relazione dialettica tra storia naturale e storia sociale dell'uomo
- il fatto che l'uomo non è un essere metastorico ma anch'esso soggetto di evoluzione
- che esiste una relazione attiva tra natura umana e forme sociali.
Rispondendo ad un amico teologo insieme ad altri compagni scrivevamo:
Se hai altre "banalità" di questo genere, sono interessatissimo a leggerle. Ciao.
anche se un pò in ritardo
anche se un pò in ritardo replico brevemente.... :(
beh ritengo che una delle "funzioni primarie" del comunismo sia, anzi sarà proprio quella di "liberare" lo sviluppo degli uomini, permettendo loro di superare parte almeno dei limiti sociali e naturali che ancor oggi ci portiamo dietro come fardello.
poi io personalmente nn sono in grado - ammesso enn concesso che lo si possa essere - di distinguere agevolmente dove iniziano quelli "naturali" e dove invece quelli "sociali", cioè socialmente indotti da 10 0 20 mila anni di società divise in classi che hanno cancellato o cmq coperto "bene" la memoria del cosiddetto "comunismo primitivo" pur durato 20 o 30 volte di più ( vado a memoria coi numeri...in caso di eventuali imprecisioni...).
saluti
Salve a tutti, complimenti
Salve a tutti,
complimenti per gli interventi, tutti molto interessanti. Avrei una domanda: se il comunismo ha la funzione primaria di liberare lo sviluppo dell'uomo, come mai, storicamente, il comunisco ovunque è stato applicato (o parzialmente applicato) non è mai stato in grado di liberare l'uomo? Ho sempre pensato che il comunismo può, in linea teorica, garantire l'uguaglianza, la giustizia sociale, cancellare il classismo, ecc. Però, nella pratica conduce solo ad una piatta omologazione degli individui. La domanda quindi è: una rassegnata omologazione, spesso indotta e mantenuta con la forza, libera davvero l'uomo?
per scettico, forse perchè
per scettico, forse perchè il comunismo non è masi stato applicato da nessuna parte, neanche nella russia di lenin perchè non cerano le condizioni
per noi il comunismo come è
per noi il comunismo come è normalmente inteso xchè così spacciato da dx e sx ( Urss, Cina, Cuba, Cambogia e via dicendo ) nn è Comunismo nè Socialismo ma forme diverse - pur molto diverse tra loro - di capitalismo. In quanto permaneva l'sistenza di uno stato, di classi sociali, plusvalore ecc
come corrente siamo nati negli ann' '20 proprio criticando la presunta natura "socialista" dell' Urss...in seguito quella della Cina, cuba ecc.
in questo senso siamo "eretici" :)
l'omologazione più o meno rassegnata di cui parli mi pare propria di questa società, del capitalismo, cioè - basta guardarsi intorno direi :)
E ovviamente nn libera affatto l'uomo...
il comunismo nn è una dottrina che si "applica", forzando la realtà.
è la liberazione delle enormi potenzialità produttive/tecnicologiche/conoscitive ecc al fine di garantire una vita enormemente migliore alla stragrande parte dell'umanità ( senza contare gli sviluppi possibili ad oggi nn ancora immaginabili ) al posto delle odierne esigenze di valorizzazione delle sterminate masse di capitali circolanti nelle borse di tutto il mondo...
Saluti