Flessibilità, ovvero l’Eldorado dei padroni

La Sinergia, ci scrive F. S nella lettera che di seguito pubblichiamo, ”procaccia ragazzi neodiplomati o laureati per immetterli in ambiente lavorativo..” In realtà sarebbe meglio dire per farne forza-lavoro supersfruttata secondo quei canoni oggi tanto di modo per cui la flessibilità nell’uso della forza-lavoro è la panacea di tutti i mali. Nella lettera, infatti, non si dice, come poi abbiamo accertato, che anche quando si lavora per otto ore al giorno, il salario mensile (camuffato come partecipazione agli utili d’impresa), non supera le ottocentomila lire al lordo delle imposte. Ma ancora più grave è che F. è stata licenziata perchè, essendole stato ridotto l’orario di lavoro a poche ore settimanali, il salario era diventato così misero da essere costretta a trovarsi un altro impiego. Ma alla Sinergia ciò non stava bene ; infatti la flessibilità è a senso unico e si deve essere in ogni momento a completa disposi-zione dell’impresa. Come definire un simile rapporto di lavoro in cui si pretende la più totale disponibilità del lavoratore fino al punto da vincolarlo a orari e salari che non consentono neppure il soddisfacimento del minimo vitale, se non schiavistico? Gli economisti e i maître a penser della borghesia dicono invece che questo è un rapporto di lavoro che consente la piena realizzazione della personalità dell’individuo poten-dosi ognuno organizzare il proprio tempo come meglio crede. Sfugge a questi signori quel piccolo particolare che è poi il rapporto di lavoro flessibile così come si arti-cola nella realtà e come emerge dalla lettera di F. Nè si deve pensare che ciò accade soltanto in alcuni ristretti ambiti lavorativi. Questa è il rapporto di lavoro che si sta generalizzando su scala planetaria e in esso, contrariamente a quanto sostiene il pensiero dominante, sono liberi solo i padroni che possono fare di ogni lavoratore uno schiavo condannato ora al superlavoro scarsamente retribuito, ora a una sorta di disponibilità non retribuita, e sempre e solo a soddisfare le esigenze delle imprese. E fa specie anche tutto quel cianciare di ”for-mazione professionale perma-nente”, di ”nuovi saperi” di cui si riempiono la bocca politici, imprenditorie sindacalisti: alla prova dei fatti si scopre che ormai pensano a imporre insieme alla catena della flessibilità anche periodi di lavoro non retribuiti più o meno lunghi a seconda della complessità delle mansioni come appunto accade già nelle imprese che si servono dei giovani che gli procaccia Sinergia. Questo si che è l’Eldorado, ma solo dei padroni.

La lettera

La Sinergia è una società di lavoro interinale. Procaccia ragazzi neodiplomati o laureati per immetterli in ambiente lavorativo, a seconda delle richieste che le vengono fatte dalle società che le si rivolgono. Gli amministratori delegati sono due ( o almeno sono 2 quelli di cui ci è nota l’esistenza).

Nell’agosto ’96 un mio amico è stato chiamato da questa società (una delle segretarie della stessa era una sua ex compagna di classe) per una proposta riguardante la Omnitel. Gli hanno chiesto se aveva altri nominativi da proporre per lo stesso lavoro e lui ha fatto quelli di alcuni suoi amici.

Il lavoro consisteva nel gestire il servizio di call-center/numero verde che sarebbe stato attivato di lì a poco per i clienti Omnitel che sottoscrivevano l’abbonamento. Ai ragazzi era stato specificato che il lavoro sarebbe stato a termine e che il corso di preparazione sarebbe stato pagato. E così è stato.

Fino a settembre ’96 loro hanno lavorato (sabati e domeniche comprese) pagati abbastanza bene anche per quanto riguardava gli straordinari. Dopo quel mese la Omnitel (direttamente) ha proposto loro di essere assunti a tempo determinato con contratto di formazione lavoro. Qualcuno ha accettato (e attualmente lavora ancora lì, in quanto il contratto di formazione gli è stato rinnovato), ma il mio amico insieme alla maggior parte del gruppo non lo hanno fatto in quanto avevano l’università in ballo e non potevano affrontare gli impegni che il tempo pieno comporta. Nel frattempo anche io avevo mandato il mio curriculum nella speranza di poter entrare in Omnitel, ma così non è stato. Infatti verso ottobre ’96 la Sinergia mi ha contattato per una proposta riguardante la Olivetti di Milano in via Lorenteggio (guarda caso anche la Omnitel è proprio lì in Lorenteggio).

Mi hanno convocato lì in Sinergia insieme a un’altra ragazza e ci hanno detto ciò che avremmo dovuto fare: un servizio, part-time, di call center in lingua inglese (sia io che l’altra ragazza conoscevamo l’inglese), in quanto la Olivetti aveva stipulato un nuovo contratto, per l’assistenza alle loro apparecchiature, con la British Telecom e necessitava di personale qualificato per poter garantire questo servizio. Ci avevano preannunciato la solita cosa e cioè che il rapporto sarebbe stato a termine (ma non avevano la minima idea di quanti mesi avrebbero avuto bisogno di noi), che avremmo potuto gestirci il part-time come meglio ci conveniva (in quanto eravamo entrambe studentesse universitarie e ci avevano proposto questo lavoro apposta perché non era impegnativo e ci avrebbe lasciato il tempo per gli studi) e che però, visto che la Olivetti era in ristrettezze economiche, il periodo di preparazione/affiancamento non ci sarebbe stato retribuito. Detto ciò, il giorno dopo ci hanno presentato in Olivetti al capo (credo) del settore e subito dopo è cominciato l’affiancamento (che è durato un paio di settimane). Dopo queste due settimane, la sinergia ci ha riconvocato per dirci che la Olivetti li aveva informati di sospendere tutto in quanto quel servizio non poteva più partire perché c’erano problemi da Ivrea. Io e la mia, ormai, amica siamo rimaste “allegramente” a casa. Dopo 2 mesi, esattamente il giorno 19/12/97, io e la mia amica siamo state richiamate d’urgenza, in quanto in Olivetti la situazione si era sbloccata e il servizio poteva partire. Perciò avremmo dovuto presentarci in ditta il giorno seguente per un brevissimo ripasso di ciò che ci era stato insegnato 2 mesi prima e il giorno successivo ancora avremmo iniziato a lavorare. Ma non avremmo dovuto fare più il lavoro per cui eravamo state addestrate: avremmo dovuto semplicemente prendere le chiamate che arrivavano al numero verde da parte dei clienti italiani. Una volta in Olivetti, io e l’altra ragazza abbiamo provato a chiedere se avrebbero potuto farci fare qualche giorno in più di affiancamento “di ripasso”, ma ci siamo sentite rispondere che l’affiancamento l’avevamo già fatto a tempo debito e che perciò non ce n’era alcun bisogno. Da quel giorno, perciò, abbiamo incomin-ciato a lavorare da sole. Dopo due o tre mesi che eravamo lì la mia amica se n’è andata perché la Sinergia le aveva trovato un altro impiego a tempo pieno (è figlia di un dirigente della società) ma io sono rimasta lì e al posto della mia amica hanno fatto arrivare una nuova ragazza. E così è stato anche qualche mese dopo, quando in Olivetti sono arrivate altre tre ragazze nuove . Di lì a poco però, la Sinergia ci comunicava che, visto le ingenti tasse che dovevano pagare per noi (per ognuno veniva versato il 19 per cento di ritenuta d’acconto e il contributo previ-denziale pari al 10 per cento del 95 per cento del compenso lordo), avrebbero dovuto escogitare un modo per non dover più trattenerci quel (miserrimo, dico io) 3 e rotti per cento di Inps (evitandosi così loro di dover versare il rimanente). Per fa ciò escogitarono la porcata più grande dell’universo: un contratto di associazione in partecipazione in S.r.l. Con apporto di solo lavoro (ne allego una copia). Visto che a me andava benissimo che mi pagassero i contributi Inps, chiesi quale era l’alternativa al contratto e mi sentii rispondere : “se avessimo potuto l’avremmo assunta ma proprio non possiamo, quindi se non è d’accordo a firmare il contratto, l’unica alternativa è che interrompa il rapporto di collaborazione e noi provvederemo a trovare qualcun’altra che la sostituisca”.

Allora dopo aver smosso mari e monti, aver consultato sindacati e avvocati , sono riuscita ad avere insieme al contratto una lettera di intenti che mi tutelava un pochino nei confronti di eventuali perdite d’esercizio. E così, dopo la firma, il mio rapporto di lavoro con la Olivetti è continuato fino al giorno 3/10/97. In questi 9 mesi ci è stato chiesto di fare straordinari non retribuiti, di sostituire colleghi in ferie dandocene notizia all’ultimo momento e di fare turni stabiliti senza il nostro consenso e che mal si conciliavano con le nostre esigenze scolastiche. Ovviamente non ho accettato tutto a bocca chiusa e ho chiesto più e più volte spiegazioni che però non mi sono mai state date. Il 3 ottobre u.s., sono stata convocata nuovamente in Sinergia e mi è stato comunicato che, a causa di tagli aziendali da parte della Olivetti , una delle attuali 5 ragazze che lavorano lì, doveva interrompere la collaborazione. E siccome non potevano darmi i 30 giorni di preavviso , previsti dal contratto, mi liquidavano anticipatamente, a titolo di risarcimento il compenso del mese di ottobre per la stessa cifra che avrei guadagnato se avessi lavorato tutto il mese. Mi hanno fatto firmare un lettera di presa visione informandomi che dal lunedì successivo non avrei dovuto più andare in Olivetti.

Mentre tutto questo accadeva a me , il mio amico, è stato spostato alla Cariplo per la gestione del servizio home-banking. Ma la sua condizio-ne non è migliorata. Il corso di preparazione non è stato retribuito e non gli vengono retribuiti neppure gli straordinari nonostante lo facciano lavorare anche nei giorni festivi (l primo maggio, natale e capodanno).

fs

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.