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Home ›Denaro, sesso e divertimento: i demenziali spot pubblicitari dell'imbarbarimento capitalistico
Nella melma della società borghese
Sui motivi di una dilagante violenza, individuale o al centro di fenomeni sociali collettivi, i media si interrogano smarriti. Il "vuoto" sembra occupare teste e coscienze soprattutto fra i giovani; corruzioni, vizi e depravazioni affiorano ovunque.
I costumi e i modelli sociali di ogni epoca sono quelli della classe dominante che tiene i poteri economici e politici, e maschera la realtà con le proprie costruzioni ideologiche. Si grida alla perdita di ideali, di valori etici, culturali, religiosi; ma se nel passato essi hanno costituito uno specchio ingannevole davanti al quale la borghesia si imbellettava e si glorificava, oggi sono crollati proprio grazie al dominio totale del capitale. I rapporti economici del capitalismo condizionano ogni manifestazione della vita umana. La degradazione dilaga ovunque e sconvolge ogni relazione sociale, familiare, sessuale. Corruttori, depravati, assassini non sono più casi eccezionali; si diffondono in forme bestiali e modalità raccapriccianti; si organizzano in bande locali e internazionali, secondo la regola della globalizzazione dei mercati.
Brutalità e violenze, droga, stupri, prostituzione e pornografia di ogni genere e gusto, pedofilia e sadomasochismo sono pratiche diffuse, e naturalmente al centro di giri di affari per migliaia di miliardi. Sono il trasferimento, nel tessuto sociale più intimo, di ciò che regola i rapporti di produzione capitalistici: sfruttamento, oppressione, persecuzione del più forte sul più debole. Questi sono i valori concreti sui quali il capitalismo si è sviluppato e oggi sopravvive. Fino al degrado e all'imbarbarimento generale.
Il profitto è il bene materiale e la virtù morale che il capitale, la borghesia e tutti i suoi ideologi considerano fondamentali per la esistenza e per il "progresso" della moderna civiltà. È questo il "credo" imposto alla intera umanità, intesa dalla borghesia unicamente come un insieme di indifferenti ed egocentriche individualità, di personali egoismi dominati da un solo e assoluto valore: quello della merce, il valore di scambio. Il denaro e il profitto diventano la chiave di accesso e il metro di misura anche di ogni desiderio. Non esiste limite, tanto ipocrita quanto incontrollabile, entro il quale si possa impedire che la ricerca del piacere diventi affannosa al pari del denaro necessario per accedervi; una ricerca sempre più insoddisfatta, fine a se stessa, degradante e perversa.
L'interesse personale, privato, e il cosiddetto bene pubblico si fondono - fino a coprire e giustificare tutte le possibili nefandezze - nella società borghese, nelle sue istituzioni politiche, giuridiche, religiose.
Uomini e donne, bambini, giovani e anziani, non sono i membri di una determinata specie; sono tutti una merce per fare soldi; non soltanto la loro forza-lavoro (data l'abbondanza esistente sul mercato) ma i loro stessi organi e corpi sono oggetti di sfruttamento e commercio, di piacere egoistico e di violenza gratuita. Compratori e venditori subiscono le leggi del mercato come qualsiasi altra cosa, sia essa materiale o... spirituale.
La specie umana arretra così su un precipizio senza fondo; a spingerla è quella stessa borghesia che si è imposta storicamente come classe dominante nella società capitalistica, dopo aver rivoluzionato un regime feudale a sua volta divorato dalla corruzione e dalle dissolutezze della vecchia nobiltà e del clero. Quel compito storico si è concluso da tempo, ed ora la borghesia, i suoi interessi, le sue "virtù" e la sua "morale" non sono più conciliabili con gli interessi e le finalità della specie umana. Tutto ciò che le logiche economiche del capitale impongono, e trasferiscono nella vita, nei costumi e nei "privati vizi" dei suoi sudditi, non è più tollerabile se non a spese del nostro immediato futuro.
Il martellante tam-tam di cinema e Tv, la civiltà dei consumi, hanno trasformato le teste di molti, giovani soprattutto, in altrettanti contenitori da riempire con i valori-merci che dominano la società borghese: denaro, sesso e divertimento. Se manca il primo (e il proletariato è sempre più impoverito), gli altri due lasciano il posto a frustrazioni, depressioni, incomunicabilità.
Disoccupazione, povertà ed emarginazione portano alla disperazione e a volte si sfogano nella brutalità individuale; o nella rabbia cieca e stupida del branco, alla angosciosa ricerca di una appartenenza sociale smarrita. E spesso si finisce fra le braccia della droga, fino a giocare con la morte quando, fra i più "fortunati", si diffonde la noia esistenziale. E i mostri si diffondono, anch'essi opportunamente mercificati.
La società borghese non è malata: è agonizzante. Ed emana ormai un insopportabile odore cadaverico.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #12
Dicembre 1997
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