Lotte e vicende proletarie nel mondo

California - Licenziamenti alla Levi Strauss

Levi Strauss licenzia chi produce i suoi jeans. Il 3 novembre scorso la Levi Strauss & Co. Ha annunciato la chiusura di 11 suoi impianti americani (in Arizona, New Mexico, Tennessee e Texas) - con il licenziamento di 6,395 persone. Già nel 1990 aveva chiuso uno stabilimento a San Antonio, Texas, licenziando in meno di 24 ore 1150 lavoratori. Molte erano donne Messicane/Chicane cui fu rifiutata ogni liquidazione e qualunque forma di aiuto, così che persero d'un tratto non solo il lavoro, ma la macchina la casa e ogni serenità. Allora si trattava di spostare le produzioni in Costa Rica, dove un lavoratore prende in una giornata l'equivalente di mezz'ora della paga di un lavoratore del Texas.

Questa volta, i padroni della Levi Strauss hanno assicurato alcuni "benefici" per i licenziati negli undici impianti. Evidentemente non è il caso di premere troppo sulle spalle dei lavoratori americani, visto che già la disoccupazione (stabile o crescente nonostante i bugiardissimi dati forniti dal governo e dalla stampa) già minaccia la stabilità sociale.

Canada - Insegnanti in lotta

Il 10 novembre è terminato lo sciopero degli insegnanti dell'Ontario, da dieci giorni in lotta contro il Bill (Decreto) 160 che taglia un miliardo di dollari al bilancio della pubblica istruzione dell'Ontario, centralizza il controllo del sistema scolastico abolendo i distretti scolastici locali e peggiora le condizioni di lavoro degli insegnanti.

È stata la più grande azione di sciopero del Nord America in questo dopoguerra, stando ai dati ufficiali: nei dieci giorni di sciopero sono saltate 1,6 milioni di giornate di lavoro, più di quelle perse in Canada nell'intero 1994.

I modi in cui i sindacati hanno chiuso lo sciopero, senza aver conquistato null'altro che una grande solidarietà fra la cittadinanza, ha lasciato l'amaro in bocca e una certa rabbia a molti scioperanti, come ci segnalano i nostri contatti canadesi e conferma persino una pubblicazione neo-maoista (Workers around the World ) che si distingue per il forte pro-sindacalismo. Se lo dicon loro deve essere proprio vero: "Il governo è uscito dallo sciopero senza fare alcuna concessione significativa"

Sull'episodio abbiamo avuto un interessante discussione con i nostri simpatizzanti sul posto, che ha ripersoso anche la esperienza dei Cobas scuola in Italia (1987) e il nostro lavoro in essi. Anche i compagni canadesi hanno così concluso:

Non credo che si possano costruire sindacati rivoluzionari. I sindacati cosiddetti rivoluzionari giugeranno a servire gli interessi del capitale, indipendentemente dalle buone intenzioni che possono avere.

Se la fine dello sciopero in Ontario, allora, ha lasciato l'amaro in bocca, occorre che questo si trasformi in volontà di organizzazione e lotta fuori e contro i sindacati e verso il più stretto contatto con gli altri settori di classe.

Sudan - Sciopero al contrario

Il 16 novembre la Federazione sindacale Operaia del Sudan ha chiamato i suoi iscritti (un milione e 75 mila) a una protesta contro le sanzioni degli Usa, dattuare mediante due ore di lavoro in più al giorno, al di sopra delle attuali 6 ore. In un suo documento la federazione sindacale ha detto che lavorarndo due ore in più i lavoratori possono mostrare la loro determinazione ad accrescere la produzione per far fronte alla sanzioni. Questa la situazione:

Washington ha incluso il Sudan nel novero dei paesi terroristi ai quali impone le sue sanzioni. Il Pentagono sostiene e utilizza l'Esercito di liberazione del popolo del Sudan, capeggiato da John Garang. Poiché il presidente sudanese Omar al-Beshir sta attualmente lavorando ad una bozza di accordo per porre fine ai 14 anni di guerra, gli Usa hanno pressato Garang a porre condizioni "inaccettabili" al governo stesso. A lanciare questa accusa è il generale Kerbino Kuwanien, sino a poco fa alleato di Garang che aggiunge che Washington è "responsabile di ostacolare i colloqui di pace di Nairobi e della continuità dei massacri nel sud del paese"

Con lo sciopero al contrario la Federazione sindacale ha sostenuto la sua richiesta al governo di Khartoum di rompere i rapporti diplomatici con gli Usa e di espellere i cittadini americani dal Sudan.

È un caso tipico: i sindacati si alleano sempre, nei momenti e periodi cruciali con le rispettive borghesie e lo fanno fino in fondo, al rischio di superarle in nazionalismo e... religiosità.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.