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Home ›Le false accuse della Gazzetta di Parma...
Ci risiamo, con una puntualità agghiacciante torna il terrorismo. Tre anni fa l'omicidio D'Antona riportò alla luce, dopo anni di calma apparente, la cosiddetta eversione di sinistra: in quel periodo l'Italia stava giocando il ruolo cruciale di base di partenza degli attacchi della Nato alla Yugoslavia di Milosevic e la borghesia italiana ebbe buon gioco nell'additare come criminali e terroriste quelle posizioni che andavano oltre il semplice pacifismo. Anche noi fummo presi di mira dalla stampa borghese: in particolare la "Gazzetta di Reggio", in seguito alla diffusione di un nostro documento contro la guerra sottoscritto anche dai GLP, accusò, in modo più o meno esplicito, questi compagni (che in gran parte aderiscono da anni anche alla nostra organizzazione) di contiguità con il terrorismo e di utilizzare "linguaggi e metodi della lotta armata". Già allora fummo costretti a smentire quelle infami accuse sia tramite questo giornale (BC n°6/99) sia attraverso una parziale ed imprecisa (a causa del giornalista) intervista rilasciata alla stessa Gazzetta di Reggio.
A tre anni di distanza la storia si ripete: l'estate scorsa appare, infatti, sulla "Gazzetta di Parma" (11/08/2002), in seguito al polverone giornalistico scatenatosi dopo i fatti di Genova, uno specchietto intitolato "La galassia della nuova eversione" rappresentante le BR come una stella intorno alla quale gravitano come tanti pianeti i nuovi gruppi terroristici (almeno secondo l'agenzia Aga-d'Arco fonte dello schema).
Indovinate chi appare in quest'immagine ricca di sigle più volte utilizzate per rivendicazioni dei più svariati atti terroristici degli ultimi anni? I GLP ovviamente. Ovviamente per una stampa che non si preoccupa di consultare il materiale da noi pubblicato - ed interamente sottoscritto dai GLP - sull'argomento terrorismo.
Anche in quel caso fummo costretti a smentire pubblicamente inviando un nostro documento che fu pubblicato dopo alcuni giorni tra le lettere al giornale.
Dicevamo prima che la storia si ripete: questa volta, pochi giorni prima della manifestazione nazionale contro la riforma dell'articolo 18, in un clima di tensione sociale in forte crescita, viene ammazzato Marco Biagi autore del famigerato libro bianco del ministro Maroni. Come sempre, quando accadono fatti di questa portata, la stampa borghese si getta nella ricerca dei gruppi terroristici e dei loro fiancheggiatori (veri o inventati, ha poca importanza), spesso adottando l'aberrante equazione "comunisti rivoluzionari = terroristi".
Se pensate che la "Gazzetta di Parma" si sia astenuta da questa meschina caccia all'untore, ebbene vi sbagliate. Questo giornale, di proprietà dell'unione parmense degli industriali, in data 24 marzo ha riproposto tale quale il solito schema sulla nuova eversione, infischiandosene totalmente della nostra smentita dell'agosto scorso.
Ci troviamo ancora una volta messi in croce dalla stampa borghese: non importa se questo avvenga seguendo un piano ben preciso o, più banalmente, nella ricerca dello scoop a tutti costi, quello che importa è come queste azioni stravolgono radicalmente le nostre posizioni politiche di fronte al proletariato, soprattutto in una città come Parma dove da quasi 10 anni conduciamo la nostra lotta politica, insieme ai compagni del GLP, con determinazione ma sempre alla luce del sole.
Infatti, (vedi anche l'articolo pubblicato su questo stesso numero del giornale) da comunisti rivoluzionari riteniamo che il terrorismo non solo sia inefficace, ma, prima di tutto, nocivo ai fini della lotta proletaria anticapitalista, la quale non delega a nessuno - né tantomeno a gesti esemplari di sedicenti avanguardie - il conflitto di classe contro lo sfruttamento. Anzi, il terrorismo è sempre stato usato dalla classe dominante per isolare prima e criminalizzare poi ogni autentica manifestazione di lotta contro l'oppressione del capitalismo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nel territorio.
Il fatto che poi la Gazzetta di Parma abbia pubblicato anche questa volta la nostra rettifica, dimostra, una volta di più, quanto nelle redazioni dei giornali borghesi l'ansia del presunto scoop immediato, quindi la superficialità e l'inesattezza, siano importanti nel confezionare le cosiddette "notizie".
TCBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #4
Aprile 2002
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