In opposizione alla logica imperialista, Vicenza contro la base americana

Nonostante otto mesi di mobilitazione durante i quali la popolazione vicentina ha dimostrato la propria forte contrarietà alla costruzione della nuova base americana, le istituzioni cosiddette “democratiche”, mostrando ancora una volta il loro stampo autoritario (e rischiando anche una crisi di governo!), sono rimaste fedeli agli interessi della classe dominante e hanno dato il via libera ai lavori.

Perché?

Innanzitutto perché è illusorio pensare che il comune, il governo, in una parola lo stato, sia al di sopra delle parti e rappresenti davvero la società civile, quando invece è espressione del potere di una classe - la borghesia - che persegue i suoi fini calpestando gli interessi collettivi.

Poi perché il nostro è un paese a sovranità limitata, cioè la borghesia italiana si trova, fin dal 1945, in una condizione di sudditanza di fronte all’imperialismo americano che, con le sue 113 basi sparse per la penisola (Sigonella, Aviano, Camp Darby, Ghedi, Pisignano, ecc.), ha fatto dell’Italia una propria roccaforte nel cuore del Mediterraneo e un’immensa portaerei per le proprie aggressioni militari. Bisogna dunque saldare la lotta contro la costruzione di questa nuova base alla più vasta battaglia contro l’imperialismo, e in particolare alle guerre che esso - inevitabilmente - continua a generare.

C’è però chi, a volte anche in modo esplicito e dichiarato, fa coincidere l’antimperialismo con l’antiamericanismo, come se l’imperialismo non fosse in realtà il modo d’essere dell’intero sistema capitalistico giunto alla sua fase matura (fase che, tra crisi devastanti e guerre mondiali, dura ormai da un secolo) ma solo la politica estera aggressiva messa in atto dai governi americani guerrafondai e dai loro servi internazionali.

Se infatti è innegabile che, soprattutto dopo l’implosione nel 1991 del blocco imperialista russo, gli Stati Uniti siano ora di gran lunga la potenza che semina più guerre e distruzione sulla faccia della terra, è altrettanto vero che sulla scena internazionale stanno comparendo nuovi attori - come l’Europa, la Cina e ancora una volta la Russia - portatori di interessi imperialistici sempre più sganciati da - e spesso in conflitto con - quelli americani.

Dall’antiamericanismo discende una visione politica che è in perfetta antitesi con l’internazionalismo proletario, linea che invece noi rivendichiamo e lanciamo come parola d’ordine.

Se l’unico vero nemico sono gli USA, allora tutto ciò che si batte contro gli USA è da sostenere. Ecco allora i tanti “appoggi incondizionati” alle varie “lotte di liberazione” dove i proletari fanno solo da carne da macello per le borghesie nazionali o, peggio, per i preti islamici ferocemente reazionari.

Noi non ci stiamo. Noi non ci intruppiamo in nessun fronte nazionale. Noi siamo contro le basi americane perché siamo contro tutti gli eserciti della borghesia e contro tutte le sue guerre, anche quelle ipocritamente nascoste sotto i caschi blu dell’ONU.

Anche a Vicenza, dunque, bisogna lanciare un appello a tutti i proletari del mondo affinché inizino a combattere l’imperialismo sul proprio terreno di classe, rifiutandosi una volta per tutte di essere manovalanza del nazionalismo e massa di manovra nei conflitti interimperialistici.

gek

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.