Primo Maggio di repressione a Torino

A Torino la repressione inizia fin dalle prime ore del mattino, con cariche a freddo dei primi manifestanti No Tav presenti, fermi ed ancora e a ranghi ridotti, mandando due feriti all’ospedale. Molti manifestanti No Tav, per l’occasione, avevano indossato anche una maglietta raffigurante Aldrovandi, probabilmente poco gradita a chi ha intrapreso la propria carriera nella pubblica sicurezza (borghese).

Anche in questa edizione 2019 si è registrata a Torino una discreta presenza di dimostranti, circa 35.000, con un corteo che occupava, prima di partire, l’intera Via Po, parte di Piazza Vittorio e dalla parte opposta, di Piazza Castello. Come tutti gli anni era presente lo spezzone degli “Antagonisti”, i No Tav, bandiere PaP (Potere al Popolo) e subito dietro un gruppo di anarchici. Queste componenti del corteo si ritrovano fianco a fianco con il troncone formato da PD e triplice sindacale, con cui non tardano a scoccare le prime scintille al grido di “Venduti!” e “Traditori!” proveniente dai microfoni degli Antagonisti.

Da parte di Antagonisti e No Tav viene subito dichiarato l’intento di raggiungere piazza san Carlo, negli anni precedenti sempre negata, con il chiaro intento di contestare le istituzioni, sindacati confederali e la sindaca 5Stelle in primis.

La reazione “preventiva” della celere è dunque segno evidente che i diversi spezzoni della classe borghese, e le diverse fazioni politiche, si possono scontrare tra di loro per il potere economico e politico ma si ritrovano poi coesi quando si tratta di fare cartello per delimitare gli spazi di agibilità politica.

Il 1° Maggio da tempo si è trasformato in una passerella istituzionale, una scatola vuota entro cui far confluire la conflittualità operaia, ormai priva di riferimenti di classe e allo sbaraglio.

La piazza non viene “conquistata” nemmeno quest’anno e a farne le spese sono alcuni componenti dello spezzone di contestatori tra cui una signora di mezza età, una ragazza, un ragazzo ricoperto di sangue e forse altri che fortunatamente non sono dovuti ricorrere alle ambulanze per essere trasportati in ospedale.

Chi invece è riuscito nell’intento di accedere alla piazza dei palchi oratori, dopo una serie di tentativi falliti contro un “muro di poliziotti”, sono stati i fattorini delle compagnie di consegna a domicilio. Certo non hanno potuto sentire altro che la bolsa e vaga retorica istituzionale, autoreferenziale ed ingannevole, di sindacati e rappresentanti delle istituzioni; d'altronde non c’era da aspettarsi nulla di più. I fattorini non hanno perso l’occasione per profferire qualche imprecazione diretta al palco delle autorità, perché almeno un bel “Venduti, venduti!” non glielo si può di certo negare a questi cialtroni!

GK
Sabato, May 4, 2019