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Quello che alla stampa borghese non piace raccontare
L’impoverimento e la proletarizzazione dei ceti medi comincia a divenire un fenomeno chiaramente osservabile ovunque nel mondo, non che ce ne dispiaccia, e di fronte alla prospettiva del loro futuro queste categorie reagiscono a volte in maniera molto più battagliera (e in Italia ne abbiamo avuto recenti esempi) di quanto non sia in grado di fare (solo per il momento speriamo) il proletariato domato e castrato dalla politica sindacal-riformista. Un paio di casi dalla Francia e dal Venezuela.
Francia
Lo scorso gennaio gli impiegati del Credit Foncier de France hanno fatto irruzione nella sala in cui si teneva una riunione dei direttori (sequestrando in pratica i dirigenti) e dichiarato che nessuno si sarebbe potuto allontanare se non fosse arrivato il governatore Meyssonier in persona, il che è avvenuto poco dopo. L’edificio del CFF è stato occupato per almeno tre giorni (a questo punto arrivano le notizie che abbiamo); ciò che ha fatto muovere i manifestanti è stata la presentazione da parte del ministro delle finanze Arthuis di un piano che prevede la cessione del CFF al rivale Credit Immobilier con una perdita di almeno 1800 dei 3000 attuali posti di lavoro.
Nonostante i 96,4 milioni di franchi di utile del 1996 Arthuis è intenzionato a procedere con lo smantellamento del CFF in quanto avrebbe comunque bisogno di ricapitalizzazione ed il governo non ha alcuna intenzione di finanziarla.
Venezuela
I professori universitari venezuelani si sono messi in sciopero il 15 gennaio dopo che il governo ha comunicato di aver poco da offrirgli. I quarantamila professori chiedevano un aumento di stipendio del 125% ciò che gli viene offerto è il 25%. I 27 mila dottori che hanno condotto uno sciopero di una settimana avevano richiesto un aumento del 300%. Gli stipendi nel 1996 sono stati fustigati da un’inflazione al 103% e la battaglia contro l’inflazione è una priorità del governo che ha chiesto ai venezuelani di stringere la ulteriormente la cinghia per far scendere l’inflazione al 25%.
Il sinistro commento del Ministro degli Interni Andueza è stato “alcuni temono che la situazione possa portare a una rottura della pace sociale con un moto di protesta generalizzata. Ma questo non avverrà”.
Germania
I chimici tedeschi hanno accettato un contratto che prevede il più basso aumento da una generazione in cambio del mantenimento del pagamento del 100% dei giorni di malattia. La struttura dell’accordo realizzatosi nel secondo maggior ramo industriale tedesco è tipica della tornata di accordi di quest’anno in cui l’alto tasso di disoccupazione sta costringendo i sindacati a contenere al minimo le richieste.
Il governo tentando di ridurre il costo del lavoro ha recentemente tagliato il minimo statutario di pagamento dei giorni di malattia dal 100 all’80 per cento e i 590.000 chimici tedeschi hanno dovuto accettare un taglio della tredicesima del 5% in cambio del mantenimento del 100%. Per il resto gli stipendi aumenteranno del’1,5 per cento. In bassa Sassonia nel settore ingegneristico, al fine di mantenere il 100% in caso di malattia, il bonus natalizio è sceso dal 60 al 55% dello stipendio mensile. Gli imprenditori sono relativamente contenti perché gli accordi hanno evitato eventuali scioperi e perché questi accordi implicano nella maggior parte dei casi reali diminuzioni del costo del lavoro.
Inghilterra
La Ford, la più grande costruttrice di auto in Gran Bretagna, ha messo in forse il futuro del suo impianto di Merseyside annunciando che in questo impianto non verrà costruita la nuova generazione Escort. La compagnia ha annunciato un sovrappiù di 1300 unità, circa un terzo della forza lavoro impiegata. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno di fronte ai tentativi del governo di promuovere il Regno Unito come paese a basso costo del lavoro e ha avuto un impatto molto forte a Merseyside dove la disoccupazione è già all’11,4 per cento. La Ford spiega la sua decisione con la necessità di tagliare i costi a causa del declino della sua percentuale di mercato in Gran Bretagna e dell’eccessiva capacità produttiva dell’industria motoristica europea in relazione alle reali capacità di assorbimento da parte dei mercati. La compagnia ha perso 203 milioni di dollari nei primi 9 mesi dell’anno scorso. I sindacati si orientano sulla solita linea nazionalistica che porta alla divisione dei lavoratori invece che alla loro unione e dichiarano che i tagli dovrebbero essere ripartiti fra tutti gli stabilimenti europei della Ford.
Grecia
I marinai erano giunti alla fine di uno sciopero di 11 giorni che aveva lasciato dozzine di isole greche senza cibo fresco e medicine quando migliaia di lavoratori sono scesi in piazza quando il 23 gennaio per protestare contro gli aumenti di tasse. Lo sciopero nazionale di un giorno indetto dal più grande sindacato greco ha paralizzato Atene facendo chiudere banche, uffici e bloccando il traffico di massa. Anche qui la protesta è contro le misure di austerità del governo, le più dure in quindici anni, rese necessarie, a dire dal governo, dagli stretti criteri economici imposti per partecipare alla moneta unica europea... e questo dopo anni di misure di austerità propinate da governi socialisti e conservatori.
Inghilterra
Da quasi 16 mesi i portuali di Liverpool sono in sciopero e lottano per i loro posti. I loro contratti collettivi sono scaduti e la compagnia Mersey Docks vuole portarli a firmare contratti individuali con condizioni di lavoro precarie per sostituire il forza lavoro stabile con lavoratori part-time. La compagnia, con la protezione della polizia, ha cercato di fregarli raccattando crumiri da ogni parte e il sindacato non ha dato copertura ai lavoratori sostenendo che lo sciopero è illegale. Lo sciopero ha potuto essere sostenuto fino ad oggi grazie alle solidarietà (in termini sia finanziari che di lotta) manifestata dai loro colleghi in altre città portuali sia europee che extra europee nonostante il sabotaggio della stampa e delle forze socialdemocratiche in generale.
Il 20-1-96 si sono verificati scioperi di solidarietà che hanno bloccato porti in almeno 11 nazioni (Australia, USA, Brasile, Canada, Svezia, Norvegia, Russia, Danimarca, Belgio, Germania, Francia, Grecia e addirittura in Svizzera dove c’è una compagnia di trasporti fluviali sul Reno).
Russia
Il lavoro si è fermato alla più grande miniera di carbone russa il 23 gennaio. I lavoratori sono scesi in sciopero per richiedere gli stipendi in arretrato di cinque mesi. Circa 1200 minatori hanno partecipato alla protesta alla miniera di Vorshagorskaya nella regione artica del Komi. Il ritardo nel pagamento degli stipendi è diventato ormai un problema cronico nazionale. Secondo la ITAR-Tass gli operai volevano che si indagasse sull’ex direttore della miniera per vedere dove erano andati a finire i profitti.
Indonesia
La polizia della città di Bekasi nella provincia del West Java in Indonesia, progetta di usare i micidiali serpenti cobra per fermare i dimostranti e costringere i sospettati a confessare. “Vorremmo che i cobra potessero essere usati per impaurire i criminali così come per reprimere le agitazioni di massa” ha detto il capo della polizia di Bekasi Tenente-Colonnello Alex Bambang Riadmojo.
Pare che il suo ufficio stia collaborando con un gruppo di incantatori di serpenti per sviluppare questa “arma velenosa”.
La polizia di Bekasi ha messo in scena l’anno passato un’esibizione, in cui un poliziotto minacciava la folla con i micidiali serpenti, il Tenente Colonnello Riadmojo disse di essere ottimista sul fatto che i cobra avrebbero effettivamente spaventato i sospetti delinquenti e li avrebbero indotti ad ammettere i loro crimini più velocemente se gli fossero stati mostrati durante l’interrogatorio.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #2
Febbraio 1997
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