Dietro il balletto dei conti pubblici un altro attacco ai lavoratori

La lettura del documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) è paragonabile a quella di un racconto di fanta-economia politica, con una buona dose di turlupinatura populista e una sola certezza: un'altra quinquennale dose di legnate ai cittadini proletari. Per i prossimi 5 anni il Governo di Berlusconi & C. ha presentato le sue previsioni di effetti finanziari "positivi": 29.700 miliardi dall'emersione della economia sommersa; 9.702 dal concordato degli anni pregressi; 4.799 dalla Tremonti-bis; 1.000 dalla riorganizzazione di lotto e lotterie. Gli oneri pensionistici dovranno diminuire almeno di 300 mld. In "negativo": una perdita di 1.500 mld dall'abolizione dell'imposta di successione e che però si ridurrebbero a 656 grazie ad una entrata di 840 miliardi per "effetti secondari".

Per preparare il terreno al... "balzo in avanti" di queste previsioni, e forse nel tentativo di un rilancio alla grande del gioco del Lotto, il superministro Tremonti con lavagna e bacchetta si è esibito per una settimana con una serie di numeri relativi al Deficit pubblico, alternativamente in aumento o in calo. Dalla allarmante denuncia di un buco nel 2001 pari al 2,6% del Pil (il limite del Patto di stabilità europea è del 3%) si è poi arrivati allo 0,8%, cioè 19.000 mld. A circa 62.000 mld, il 2,7% del Pil, è però rimasto come vigile sentinella il solito Fazio, mentre la compagnia teatrale-televisiva di Berlusconi annunciava che si rimarrà comunque al di sotto di 20.000 miliardi anche "senza far nulla", Cioè estraendo dal cappello a cilindro un coniglio di circa 6.000 mld... A questo punto, anche un tipo come Cipolletta, direttore generale di Confindustria, confidava alla stampa: "È stata una mossa politica, ma certamente un gioco con le gambe corte"!

La Corte dei Conti, in preda a una crisi di nervi, ha espresso "perplessità e dubbi" su un piano "dichiaratamente provvisorio, con gravi lacune e stime dai larghi margini di incertezza". Sotto accusa la Tremonti-bis che, secondo l'Isae, "comporterà minori entrate per mille miliardi nel 2001 e intorno ai 4.000 nel 2002". Le coperture indicate dal Governo sarebbero "estranee alle previsioni di legge di contabilità" mentre per la soppressione delle tasse di successione rimarrebbe scoperto un onere di 310 mld l'anno.

Il cosiddetto fabbisogno di cassa (differenza spese pubbliche e entrate fiscali) rimane pur sempre alto, e con la promessa fatta alla classe borghese di ridurre le entrate fiscali in 5 anni dal 42 al 38,2%, staremo a vedere. La riduzione doveva arrivare al 37% ma le tabelle integrative hanno corretto il Dpef e precisato che il calo inizierà solo nel 2003. Non si escludono i trucchi basati su un aumento del Pil dovuto a un recupero del prodotto sommerso, e che abbasserebbero di per sé le percentuali dei vari rapporti. Ad ogni modo il prelievo fiscale, oggi di 998.600 mld, dovrebbe arrivare nel 2006 a un milione 140.300 mld: chi paga, direttamente o indirettamente, lo sappiamo fin troppo bene. Fra i più rosei sogni rimane la previsione di una riduzione, entro il 2002, allo 0,5% (14.000 mld) del deficit rispetto al Pil senza nel contempo randellare le spalle delle masse proletarie ma solo grazie "alla maggiore crescita economica" anch'essa sognata al 3% mentre la ripresa europea si fa sempre più "blanda" e quella americana annaspa nel buio.

Per quanto riguarda un recupero del lavoro sommerso, non solo si parla di condoni ma altresì di finanziamenti statali ad assunzioni di lavoratori, naturalmente a tempo determinato, e di incentivi per la formazione di giovani "apprendisti". In un sol colpo si potrà così aumentare pubblicamente la ricchezza nazionale (Pil) e ridurre legalmente, e non più in nero, il costo del lavoro. L'Istat ha intanto fatto sapere che il valore aggiunto prodotto dal sommerso avrebbe toccato i 320.000 mld nel '98, pari al 15,4% del Pil.

La cura "risanatoria" di Berlusconi avrà la sua giustificazione - per ciò che riguarda i successivi "impopolari ma necessari" effetti sulle masse proletarie - in questa presentazione di una situazione dei conti pubblici, ereditata dal centro-sinistra, e somigliante a una forma di formaggio gruviera. In verità va detto che grazie al "buon lavoro" svolto dalla sinistra borghese con tagli alle spese sociali e regalie di ogni genere al capitale, il saldo primario dei conti (senza cioè tener conto dei circa 150.000 mld di interessi passivi sul debito accumulato e pagati in gran parte a industrie e banche) segnala un avanzo che supera già il 5% del Pil. È cioè pari a 128.600 miliardi e dovrebbe arrivare a 162.500 mld nel 2006. Solo conteggiando la spesa in interessi sul debito si arriva a quell'indebi-tamento netto su cui si accentrano le attenzioni di tutti.

Quanto alla attendibilità delle cifre di contabilità dello Stato, è evidente che alla pubblica opinione si può raccontare ciò che fa comodo alle varie fazioni borghesi e ai loro interessi economici e politici. In tutti i casi, cambiano i fattori ma non il risultato per chi subisce il potere degli uni e il peso degli altri.

dc

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.