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Home ›Mandato di cattura europeo: è scontro fra forcaioli - Lo stato, di diritto o di classe? -
La decisione del governo italiano di cancellare dalla lista dei reati previsti per il mandato di cattura europeo come ad esempio il riciclaggio del denaro, la corruzione e quelli finanziari e fiscali cela sicuramente l'intenzione di salvaguardare la posizione personale di non pochi ministri e dello stesso Berlusconi che come si sa è nel mirino della magistratura di parecchi paesi europei a cominciare da quella spagnola proprio per reati di questo tipo; ma gridare per questo allo scandalo come sta facendo l'opposizione di centro sinistra è quanto di più ipocrita si possa immaginare. Il così detto Stato di diritto, a cui essa tanto dice di tenere, con l'approvazione del mandato di cattura europeo non va infatti a farsi friggere solo perché Berlusconi per il suo interesse privato vuole escludere dal mandato di cattura europeo i reati finanziari, ma soprattutto perché si basa su norme autenticamente liberticide che consentono la sua emissione e la richiesta di estradizione anche verso paesi in cui è prevista la pena di morte come la Turchia, per reati che riguardano anche le cosiddette libertà politiche. Nell'assoluto silenzio e indifferenza di maggioranza e opposizione sono stati infatti assimilati al reato di terrorismo anche reati come l'occupazione abusiva, il blocco stradale, le manifestazioni non autorizzate e persino gli slogan politici contro organismi internazionali non istituzionali come ad esempio il G8. Insomma sono state criminalizzate tutte quelle forme di lotta collettiva e individuale che fanno parte della normale attività di opposizione politica anche di quella democratico-borghese.
Lo scandalo, se di scandalo si può parlare, è innanzitutto qui. Da un lato vi è una maggioranza governativa "garantista" fino all'indecenza quando si tratta di difendere gli interessi personali dei suoi componenti più rappresentativi e altrettanto indecentemente forcaiola quando si tratta di attaccare quel poco che è rimasto della legislazione in difesa dei lavoratori come le norme sulla sicurezza del lavoro e quelle sui licenziamenti per giusta causa e dall'altro vi è una opposizione che mentre non ha nulla da eccepire sul fatto che un lavoratore o un qualsiasi cittadino possa finire in galera per un "abbasso il G8", si indigna e scalpita perché teme che l'Italia possa rimanere isolata nel contesto europeo e piange per questo lacrime amare sui rischi che corre lo stato di diritto.
Il fatto è che lo stato di diritto è una storiella utile a nascondere il suo carattere classista, ad accreditare cioè l'idea che esso sia al di sopra delle classi sociali, una forza esterna al conflitto di classe e non come sostiene il marxismo rivoluzionario "...lo Stato della classe più potente, economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tenere sottomessa e per sfruttare la classe oppressa" (F. Engels - L'origine dello famiglia, della proprietà privata e dello Stato. Ed. Riuniti - IV Edizione - 1993 - pag. 202). Cosa questa che la vicenda in questione conferma inequivocabilmente. D'altra parte Stato di diritto significa che lo stato si fonda sulla legge scritta cioè che la norma giuridica è codificata e viene applicata indistintamente contro tutti (erga omnes) a prescindere dalla condizione economica e sociale, dagli ideali politici e dal sentimento religioso di ognuno come se il diritto fosse insomma un qualcosa di astratto, dedotto una volta per tutti da un altrettanto astratto ideale di giustizia e non a sua volta un prodotto storico riflesso delle condizioni materiali di esistenza degli uomini e perciò mutevole al mutare di queste. In realtà Il diritto, anche quando la sua osservanza è assicurata, proprio perché si pone di fronte a tutti in eguale modo e ignora che la società è divisa in classi e i suoi membri, è portatore di una insanabile discriminazione poiché mette sullo stesso piano il ricco e il povero, lo sfruttato e lo sfruttatore. Uno stato che si fonda sulla norma giuridica non è dunque per questo al di sopra o neutrale rispetto al conflitto di classe anzi è lo strumento più efficace con cui la borghesia esercita il suo controllo sul proletariato.
Nella fase ascendente del ciclo di accumulazione capitalistica, quando cioè, esistono margini economici per sostenere politiche di mediazione interclassista e il conflitto di classe può essere addomesticato per questa via, esso appare più "democratico" ed entro certi limiti rispettoso del diritto formale; quando invece la crisi economica morde e i margini di mediazioni sono azzerati, le esigenze di conservazione si fanno più impellenti; ecco che la norma va a farsi friggere e lo stato si mostra per quel che è e in tutta la sua ferocia.
Con l'aggravarsi della crisi economica mondiale e in prospettiva di una possibile generalizzazione della guerra, la borghesia, anche del cosiddetto mondo libero, da un lato non esita a mettere le mani sulle casse dello stato al pari di qualunque satrapo e dall'altro, nel timore che anche dalla più banale opposizione politica possono prendere spunto fenomeni di radicalizzazione del conflitto sociale, si prepara adeguatamente per mezzo del suo stato a reprimerli. E si tratta di una tendenza che va ben oltre i confini italiani ed europei.
Negli Usa, mentre il parlamento approva a ritmo di catena di montaggio provvedimenti che elargiscono miliardi e miliardi di dollari alle grandi multinazionali, alle compagnie petrolifere, alle società farmaceutiche e alle compagnie di assicurazioni, è stata introdotta una legislazione che in nome della lotta al terrorismo consente di sbattere in un campo di concentramento o in galera senza processo e per un tempo pressoché indefinito qualunque cittadino non statunitense anche se solo sospettato di terrorismo. E sempre in nome della lotta al terrorismo, e sempre negli Usa, è stato approvato un decreto presidenziale che riserva loro il diritto di arrestare un sospettato di terrorismo ovunque si trovi, di processarlo secondo il codice militare di guerra in località segrete e segretamente di eseguirne la condanna anche quella a morte. Insomma, in via teorica, un operaio che sciopera a Roma e che urla slogan contro il G8 può essere arrestato per terrorismo, trasferito su una portaerei americana, condannato a morte da una corte marziale e fucilato in assoluta segretezza. Se a tutto ciò si aggiunge il mandato di cattura europeo, perché alla fine con una qualche formula che metta al riparo Berlusconi e i suoi amici esso sarà approvato, risulta del tutto evidente che la borghesia internazionale alla faccia del gran parlare di stato di diritto, di contratto sociale e simili fole si sta organizzando in assoluta coerenza con i suoi interessi di classe per reprimere, tramite il suo Stato, nel modo più brutale qualunque opposizione soprattutto quelle che dovessero esprimersi su un terreno autenticamente anticapitalista. Né più né meno di quanto non abbia fatto lo stato fascista o quello stalinista con la differenza che quelli, almeno formalmente, non abolirono mai il principio della pubblicità del processo.
Ancora una volta si conferma che centro-destra e centro - sinistra pari sono e pensare che l'oppressione della borghesia possa essere anche solo attenuata portando al governo l'uno al posto dell'altro non è solo ingenuo ma suicida in primo luogo per il proletariato che è il destinatario principale della repressione.
gpBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #12
Dicembre 2001
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