Lotte operaie nel mondo

Canada

I netturbini e tutti i 25mila dipendenti comunali di Toronto, che per sedici giorni hanno resistito in sciopero mettendo in crisi la città, sono dovuti tornare al lavoro dopo essere stati precettati dal Parlamento dell'Ontario per motivi di emergenza sanitaria e per l'imminente visita del Papa. I lavoratori temono massicci licenziamenti perché molti servizi stanno passando alla gestione privata e vorrebbero che fosse garantito il posto almeno a chi lo occupa da sei anni. Per il governo municipale, invece, è perfino troppo assicurarlo a chi presta la sua opera da oltre un decennio.

Nigeria

Alcune centinaia di donne nigeriane hanno occupato altre quattro strutture petrolifere del Delta del Niger, minacciando di dar fuoco agli impianti se la polizia e i soldati useranno le armi e la violenza. Si tratta di stazioni di pompaggio della Chevron Texaco che si trovano nella stessa zona del gigantesco terminal di Escravos, in grado di produrre 500.000 barili al giorno, che ormai da dieci giorni è stato invaso e bloccato da altre centinaia di donne. Chiedono che una parte degli enormi profitti ricavati dalle risorse della zona vada a beneficio degli abitanti, sempre più poveri.

Argentina

Il 6 agosto un gruppo di disoccupati ha occupato un'installazione dell'holding petrolifera Repsol-Ypf che si trova a 2.000 km da Buenos Aires, minacciando di far saltare una cisterna con 40.000 litri di petrolio se non fossero state accolte le loro richieste di lavoro. I disoccupati hanno intrapreso questa azione dopo che un furgone dell'azienda aveva ferito 11 persone che avevano organizzato un blocco stradale.

Gran Bretagna

Un milione e duecentomila dipendenti comunali hanno scioperato in luglio in Inghilterra, Galles ed Irlanda del Nord per un aumento salariale del 6%, contro il 3% offerto dal governo. Per le strade della Gran Bretagna ha regnato la paralisi: bloccate scuole, biblioteche, centri ricreativi, mense per anziani e tutti i servizi comunali. I lavoratori sarebbero stati oggetto di una campagna di "intimidazione generalizzata", minacciati di subire sanzioni disciplinari, tagli alle pensioni e ai salari e addirittura di essere licenziati se avessero aderito allo sciopero. Lo stesso giorno, contro il progetto di privatizzazione della metropolitana di Londra, uno sciopero di 24 ore ha portato ad un blocco quasi totale dei treni.

È stato invece sospeso dai sindacati lo sciopero dei dipendenti pubblici previsto per il 14 agosto, contro la proposta del governo sull'aumento salariale degli insegnanti legato alla prestazione. Ma, se per gli insegnanti la questione è rimandata a settembre, altri fronti restano aperti.

A Glasgow, in Scozia, trecento dipendenti del Glasgow Royal Infirmary (uno degli ospedali) impiegati nel settore pulizie e catering (oltre ai portieri), hanno dato vita a uno sciopero di tre giorni, dopo aver respinto all'unanimità la proposta del datore di lavoro di portare la paga oraria a cinque sterline (circa 7,50 euro).

A Liverpool sono scesi in piazza i dipendenti pubblici, che hanno accolto con qualche mugugno la decisione dei sindacati di revocare lo sciopero del 14 agosto.

A Westminster, se l'operazione di privatizzazione dei servizi pubblici avrà successo, per i lavoratori si prospetteranno tempi assai duri: nella migliore delle ipotesi, infatti, perderanno continuità di servizio e anche la pensione garantita dagli enti locali. Per contrastare questo piano scellerato, circa duecento persone, dislocate nei vari servizi, sono in sciopero permanente dal 22 luglio.

Sud Africa

Oltre 7.000 dipendenti municipali sudafricani, colpiti da un forte aumento dell'inflazione, hanno marciato per le vie di Johannesburg chiedendo un aumento dei salari. I dimostranti sono arrivati marciando fino al ricco quartiere di Rosebank, per portare direttamente ai padroni le loro richieste. Questo fa seguito a due settimane di scioperi, violenze e scontri: un uomo è morto e altri tre sono rimasti feriti quando un funzionario del governo locale ha aperto il fuoco contro i lavoratori in sciopero a Louis Trichardt, una città del nord.

Stati Uniti

Tra il gennaio 2001 e il gennaio 2002 sono stati distrutti in media 111 mila posti di lavoro al mese. La caduta è stata particolarmente grave nel settore manifatturiero, dove tra l'altro stanno anche diminuendo le ore di lavoro e gli straordinari. Un po' di sostegno all'occupazione, invece, arriva dai servizi. In molti casi si tratta, però, di lavori marginali ed estremamente precari.

Mongolia - Circa 2.000 lavoratori della Changzheng Building Materials Corp. hanno occupato a partire dal 15 luglio la fabbrica privatizzata di mattoni e traversine, chiedendo il pagamento delle loro pensioni.

I lavoratori hanno provato a marciare dalla fabbrica fino agli edifici governativi di Baotou, ma sono stati respinti da un migliaio di poliziotti armati. Tre operai e un astante sono stati arrestati negli scontri. Per tre giorni gli operai hanno bloccato il transito di varie strade e, all'apice della lotta, anche dell'autostrada tra Baotou e la capitale provinciale di Huhehaote. Il 17 luglio le dimostrazioni sono cessate a causa dell'ingente dispiegamento di poliziotti.

Questo episodio fa seguito alle proteste di Daqing e Liaoyang cominciate in marzo, dopo che le riforme delle imprese statali hanno lasciato decine di migliaia di persone senza lavoro, e spesso anche senza pensione.

Cina

A luglio, nella provincia nord-orientale di Jilin,39 lavoratori sono rimasti intrappolati nella miniera di carbone in cui stavano lavorando, in seguito all'esplosione causata da una fuga di gas. Nella provincia centro-orientale dello Shaanxi, altri 15 minatori sono rimasti prigionieri di un pozzo che si è improvvisamente allagato mentre vi stavano scavando. Ufficialmente nel 2001 in Cina sono morti 5.670 minatori ma, stando ad alcune fonti indipendenti, il bilancio reale sarebbe più vicino ai 10.000 morti l'anno, contando anche coloro che muoiono per l'inalazione di polveri mortali.

Porto Marghera

Sempre più dure le condizioni di lavoro alla Fincantieri. L'anno scorso, tra i soli dipendenti Fincantieri, si sono registrati 229 infortuni più o meno gravi, comunque superiori ai tre giorni di prognosi. Non sono stimabili gli incidenti non denunciati. Non è pubblico neanche il dato esatto sugli incidenti accaduti ai lavoratori degli appalti; in tutto nel cantiere lavorano in 3600,2400 per le imprese appaltatrici.

Le circa 300 aziende appaltatrici pagano bene (se pagano...), ma chiedono di più: turni massacranti, attrezzature di protezione a carico degli stessi lavoratori, stipendi parzialmente in nero, contratti fuori legge come la "paga conglobata" (che in pratica reintroduce il lavoro a cottimo), fogli di dimissioni anticipate firmati insieme al contratto di assunzione, niente ferie né tredicesima, niente festivi né straordinari. Spesso il responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro è il padrone stesso o un suo parente. Anche se all'Inps arrivano buste paga impeccabili, in realtà molte ore di lavoro scompaiono ogni mese nel nulla, insieme agli oneri sociali spettanti all'impresa.

8 milioni di poveri

Secondo l'Istat, le famiglie italiane che vivono in condizione di povertà relativa (814 euro per due persone) sono 2.663.000, per un totale di 7.828.000 individui, il 13,6% dell'intera popolazione. La povertà assoluta (559 euro per due persone) tocca invece 540.000 famiglie per un totale di 3.028.000 individui. Al Mezzogiorno risiede il 66% delle famiglie povere ed il 75% di quelle assolutamente povere.

Lavoro nero

Nel primo semestre del 2002, su 10.668 aziende controllate,5.760 (il 54%) impiegavano lavoratori al nero. I carabinieri dell'ispettorato al lavoro hanno dovuto ammettere che il lavoro irregolare è "un fenomeno pervasivo, dilagante, radicato in tutto il paese", un vero e proprio "elemento strutturale della nostra economia". In realtà la ricerca di manodopera a basso costo e senza alcun diritto non riguarda solo in Italia, ma l'intero modo di produzione capitalistico, fondato unicamente sullo sfruttamento del lavoro salariato.

Mic

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.