Ai margini di un convegno universitario su Bordiga

Con l'istituzionalizzazione del lascito culturale-scientifico dell'ingegnere Bordiga si compie il passo ufficiale verso la mitizzazione del personaggio. I suoi epigoni, da un trentennio impegnati nella contesa dell'etichetta doc, sono approdati là dove il massimo organismo dell'insegnamento universitario compie la propria opera di imbalsamazione, culturale e scientifica, di tutto quanto gli venga offerto in esame.

La contraddizione è stridente in particolar modo fra la teoria, il programma rivoluzionario a cui Bordiga si rifaceva, e l'ambiente nel quale si pretenderebbe di ridare a Cesare quel che è di Cesare.

In realtà si tenta - questa volta con tanto di decreto ministeriale e contributi del CNR - di sottrarre il dibattito sul contributo di Amadeo Bordiga a quel che resta della Sinistra italiana.

A quel dibattito possibile, ma ancora non tentato fuori dalle agiografie, si sostituisce - sulla base di scoperte che di originale hanno ben poco - la geniale pretesa di una collocazione del marxismo, e della sua applicazione pratica ai complessi fenomeni della realtà economico-sociale, sul medesimo livello di un processo matematico o di una proiezione geometrica.

La caduta, inevitabile, è quella in un formalismo a sé stante, che rende invariante, cioè immobile, la stessa prassi. Tant'è che per i bordighisti sarà...

la situazione stessa a risolvere il problema della prassi, secondo una scientifica ionizzazione della storia,

cioè molecole sociali che si polarizzano, ecc. Peccato che poi lo sviluppo politico non sia sempre così meccanicamente collegato alla determinazione.

Raramente ciò che si vuole riesce,

diceva Engels. Ed a proposito del "sapere matematico" di Bordiga, Onorato Damen osservava che:

la metodologia basata sul dato matematico propria della scienza, non sempre combacia con la metodologia basata sulla dialettica che è movimento e contraddizione.

D'altra parte, la famosa "invarianza" viene spacciata anch'essa come patrimonio della matematica e quindi garanzia scientifica; riducendo i processi economici e storici ad uno svolgimento lineare, omogeneo, da racchiudersi in formule, schematizzazioni forzate, ricettari basati su matematiche sequenze e impostazioni.

I riferimenti sono tutti al Bordiga del secondo dopoguerra, quando si presentò come restauratore del marxismo, elaboratore di bilanci, tesi, lezioni, ecc. grazie ad "un cervello che riverbera le proprie elaborazioni sull'uditorio" (così lo ricordano i fedelissimi). Dunque, basterebbe formare la scuola, la biblioteca, ed ecco il nucleo originario del partito di domani.

I toni apologetici - che Bordiga vivo avrebbe liquidati come "fesserie" - dell'operazione intrapresa da una parte degli epigoni (ma tutti hanno svolto la loro parte nella creazione dell'idolo) finiscono con l'intaccare la stessa statura intellettuale di Bordiga, esaltandola acriticamente e quindi deformandola, senza rilevare e approfondire i limiti del suo pensiero e della sua stessa personalità, fra i quali annoveriamo proprio quella sua esaltata educazione fondata sul dato matematico, che gli faceva vedere il mondo e la vita su un piano di sviluppo razionale, quando invece - come diceva Marx - non sempre il reale è razionale. L'ammirazione si convoglia così sul bagaglio di una cultura (tecnica, storica e filosofica) certamente vasta ma non sempre e non necessariamente utile alla costruzione del Partito rivoluzionario, soprattutto se incompresa dagli stessi militanti (come peraltro è risultato da una delle relazioni). Quello della costruzione del partito è l'obiettivo che a noi (forse non ai membri del comitato scientifico) sta particolarmente a cuore, e che ben poco ha da spartire con una "restaurazione interpretativa" imposta come vera e rigorosa teoria scientifica, dottrina da accettare in blocco senza discussioni.

Il ritratto di Bordiga "anticipatore del futuro", così come esce dall'universitario convegno, è alla fine fedele alla tradizione imposta dagli epigoni di ogni specie e sottospecie.

L'approccio smaccatamente agiografico vorrebbe annullare la rimozione storica subita in vita e in morte da Bordiga e finisce col trasformare evidenti errori teorico-politici (quelli che interessano e riguardano la Sinistra italiana) in altrettanti meriti personali, come quello di aver individuato il capitalismo di Stato in Russia quando, al contrario, i suoi tentennamenti su tale questione furono tra i principali motivi della scissione del 1952 nel nostro partito. Quando "scienza e politica in Bordiga" significavano anche "totalitarie e irrevocabili decisioni di chiusura e liquidazione con chi era caduto in uno stato di minorazione", perché non convinto da certi schemi del Maestro...

D'altronde il processo di santificazione è questo, ed è stato celebrato nel tempio... della cultura.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.