Diminuisce l'Irpef per i ricchi

Berlusconi è un uomo d'onore - Mantiene le promesse

Mistificare la realtà e diffondere illusioni è la prassi di ogni partito e Governo borghese che si rispetti: così siamo arrivati a quel magico 27 del mese che doveva regalare all'80% delle famiglie centinaia di euro di benefici fiscali e che ha invece interessato soltanto 4 italiani su 10, poiché - spiega il ministero del Tesoro e dell'economia - il 64% della popolazione (oltre 28 milioni di cittadini) aveva già beneficiato delle riduzioni nel 2003. Peccato che nessuno se ne sia accorto e che i consumi anziché subire un rilancio siano rimasti stagnanti anche nel 2004. Precisamente,13 milioni di proletari (più 280mila "soggetti esenti da tasse" perché ormai alla canna del gas) non hanno oggi alcuna detassazione. Per gli altri milioni di lavoratori, più... "fortunati", anche la promessa delle deduzioni per oneri di famiglia si mostra per quello che è, cioè un'altra presa in giro con benefici che sfiorano il ridicolo: addirittura, sotto i 20mila euro lordi annui, si potranno avere anche stipendi più leggeri. A conti fatti (il Sole-24Ore) un nucleo familiare con due figli e con una busta paga mensile lorda di 1.153,85 euro si trova con uno stipendio netto di 967 euro: 4,87 euro in piu del precedente stipendio. Si conferma quel che già si sapeva: "al 50% più povero dei contribuenti va il 12,5% dello sgravio fiscale, mentre il 16,5% dei contribuenti più ricchi gode del 60% del totale". (Centro analisi politiche pubbliche, Università di Modena). Solo con uno stipendio lordo mensile di 2.500 euro, la differenza sale a +35,93, e dà uno stipendio netto di 1.902,27 euro: ma chi lo vede? Le aride cifre, infatti, ci segnalano 16,8 milioni di lavoratori con un imponibile medio annuo di 17mila euro e circa 15 milioni di pensionati con soli 12mila euro. Sono 4 milioni 700mila le famiglie (il 32% della popolazione,14 milioni di individui) che non raggiungono un reddito di 17.500 euro annui, soglia della povertà. Somme da... nababbi, visto che 2,3 milioni di imprenditori denunciano un reddito d'impresa di soli 14.500 euro, e 740mila professionisti arrivano mediamente a meno di 29mila euro annui! A prenderci per il culo ci pensano gli esponenti milionari di F. I. raccontandoci in Tv che, in fondo in fondo, anche i proletari farebbero la fila per acquistare televisori al plasma e altre delizie tecnologiche...

Ma torniamo al 27 gennaio, quando gli operai con salari mensili di poco sopra i 1.500 euro si sono trovati regali da...2 euro. Lo stesso per gli impiegati statali: riduzioni fiscali superiori (15 o 20 euro) risultano da calcoli fatte sulle 12 mensilità, per cui la tredicesima sarà gravata dell'aliquota fiscale secca senza alcuna deduzione. Ancora: prendiamo un operaio con coniuge e figlio a carico e con uno stipendio mensile lordo di 1.538,46 euro. Il suo stipendio netto sarà di 1.262,52 euro, +14,31 rispetto alla stipendio del 2004. Senza familiari a carico, lo stipendio mensile netto resta immutato a 1.163,70 euro. I baciati in fronte dalla Fortuna, con redditi annui lordi superiori ai 20.000 euro - sono comunque cedolini paga di lavoratori e lavoratrici che in un mese raggiungono a fatica la stessa cifra che altri "cittadini" di stampo e reddito borghese intascano come minimo ogni settimana - si troveranno con un aumento talmente esiguo da passare inosservato e poi annullato dalle addizionali comunali e regionali in arrivo. Che i tagli dei trasferimenti a Regioni e Comuni, messi in atto dallo Stato, si ripercuotano in altrettanti tagli ai servizi e in aumenti dei loro costi per gli utenti, è constatabile (vedi Ici, tassa rifiuti, asili nido, scuolabus, ecc.). I buchi creati nelle risorse finanziarie - 732 milioni di euro in meno rispetto al 2003 - si possono riempire solo infilando le mani nelle tasche dei cittadini salariati e pensionati. La progressività fiscale al contrario (per esigenze elettorali, anche la sinistra corteggia piccola e media borghesia nonché la grande) si giustifica - dal Governo attuale - col fatto che "ai redditi bassi è già stato dato e ora tocca a quelli più alti". Affinché, aggiungiamo noi, salgano almeno i consumi voluttuari... Intanto la mancata restituzione del famoso fiscal drag ha causato una perdita media per i lavoratori di circa 516 euro: in realtà un salario di poco più di 20mila euro annue ha perso quasi 1200 euro. Il fiscal drag - ricordiamolo - fu sospeso dal centro-sinistra e ora sarebbe abrogato secondo l'interpretazione del centro-destra. Al tutto si aggiunga la tassazione sul TFR con la quale lo Stato ha già inghiottito 1.000 miliardi di vecchie lire. Ma si annunciano altre randellate provocate dagli imminenti ritocchi ai prezzi di vendita dei prodotti di largo consumo, dopo la fine della cosiddetta tregua dei prezzi siglata in autunno fra Governo, distribuzione e industria di marca. Un blocco dei prezzi che anziché rivitalizzare i consumi (col famoso carrello della spesa ideato dal Cavaliere, alla faccia della qualità dei prodotti!) li ha depressi ulteriormente, considerato il fatto che i proletari vivono di salario e se questo è bloccato da anni, diminuisce e si fa precario, si guardano le vetrine dei negozi e si gira l'angolo: la borsa della spesa si svuota e le condizioni di vita peggiorano. Si indeboliscono le capacità di acquisto, come osservano gli stessi commentatori borghesi. Ora, e nel migliore dei casi, si annunciano ritocchi ai prezzi in media del 3%, con punte più alte per caffè, carni bovine fresche, salumi, eccetera. Per la stabilità dei conti economici aziendali si fa questo e altro, oggi dalla destra e domani dalla sinistra di quella stessa classe borghese che fonda il suo potere economico e politico sui sacrifici e le rinunce dei lavoratori. Una sinistra che pretende di far sognare agli sfruttati e agli emarginati le possibili nuove forme di regolazione dello sviluppo capitalistico, almeno fino a quando dal ponte di comando non si alzerà il fatidico grido: si salvi chi può!

Dati Isae, Inps, Agenzia delle Entrate, Istat, Censis, Sogei

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Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.