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Home ›Primo Marzo: in Titan sciopero di 8 ore per tutti i lavoratori
Anche quest’anno, i lavoratori della Titan divisione Sirmac di Crespellano (BO) hanno scioperato tutti uniti per la questione migrante con buona partecipazione in piazza, lo striscione portava la scritta “italiani e immigrati uniti per la lotta”.
Le assemblee di fabbrica prima dello sciopero sono state molto accese. Qualche immigrato si è lasciato andare dicendo che se l’italiano non scioperava con lui, allora questo poteva essere un precedente per i futuri scioperi “strettamente italiani” - come quelli per la pensione, ancora non del tutto garantita agli immigrati - cioè avrebbe potuto non partecipare a scioperi contro governi che loro, gli immigrati, non possono votare o, per dirla più direttamente “io, immigrato, non sciopererò con gli italiani, perché in questo paese non ho garanzia di permanenza, per me è solo un una terra di passaggio o di espulsione”.
C’è comunque un motivo che portava alcuni immigrati a dire queste parole che in Titan hanno trovato poco spazio, perché siamo convinti che frasi sciocche tirate fuori in brevi momenti di rabbia non devono dividerci, ma portarci al confronto costruttivo. Le parole sbagliate degli immigrati derivavano dal modo in cui questo sciopero era stato presentato in assemblea dalla RSU, che cominciava richiamando subito il titolo che il coordinamento migranti aveva usato in alcuni volantini - “una giornata senza di noi” oppure “perché 24 ore senza di noi” - ma subito dopo sullo stesso volantino era precisato: “migranti e italiani insieme”. L’interpretazione di comodo delle RSU, sotto mandato FIOM, era quella di fermarsi alle prime frasi, dicendo che questo sciopero poteva essere un modo per dimostrare ai padroni che la pesante assenza dei soli migranti, in sciopero senza italiani, nelle fabbriche faceva notare la differenza, la loro assenza dal lavoro porta via una bella fetta dell’economia nazionale.
Ma noi italiani che facciamo? Andiamo a lavorare insieme a lecchini, ruffiani e crumiri per dimostrare che l’officina senza i nostri colleghi migranti e quasi vuota, ma… Ma quale operaio con un minimo di coscienza non sciopera per dimostrare questa stronzata che il padrone sa già? E nelle fabbriche dove i migranti sono pochi? Cosa fanno? Scioperano da soli per dimostrare al padrone cosa?
Una cosa è certa, in questo modo si evidenzierebbe solo un'ulteriore divisione tra lavoratori della stessa classe. Nonostante gli ambigui tentativi della FIOM di snaturare questo sciopero, come ha fatto l’anno scorso, in Titan non ci siamo fatti fregare e siamo ancora fortemente convinti, tranne qualcuno (si contano su due mani, tra cui anche due delegati FIOM), che se si sciopera si sciopera tutti!
La FIOM, come al solito, non solo non fa più niente per la classe degli sfruttati, immigrati e italiani insieme, ma tenta in tutti i modi di affossare le lotte, infatti il primo marzo è stato per noi della Titan un bel giorno, ma nel territorio (Bologna) siamo stati gli unici a scioperare 8 ore; altre si sono fermate per 4 ore ed altre ancora solo una. Le fabbriche che hanno aderito sono la Ducati motori, Bonfiglioli riduttori, Euroricambi, Mape s.p.a, Cesab-Toyota; ma tutte le altre fabbriche dove erano? Questo è lo sporco lavoro delle RSU FIOM nelle fabbriche che hanno fatto di questo sciopero uno sciopero diverso, uno in cui si può anche lavorare...
Noi della Titan abbiamo capito che solo tutti uniti si può lottare contro i duri attacchi del capitalismo, per difendere la nostra dignità di classe (condizioni di lavoro e di vita) nella “democrazia dei padroni” e nelle sue guerre per il potere economico.
Siamo consapevoli che un giorno di sciopero, come il primo marzo, non cambia niente, resta uno sciopero simbolico in questo stagno di rivendicazioni spicciole, addirittura peggiorative rispetto alla situazione precedente, ma è comunque un’occasione per confrontarci e costringere i sindacati ad appoggiarlo pienamente!
Invitiamo tutte le categorie di lavoratori, sfruttati da questo sistema in crisi, a smascherare i propri sindacati in ogni occasione di sciopero, spingendoli ad aderire oltre le divisioni di categoria e di sigle sindacali. Ma sappiamo be ne che loro non lo faranno mai! Noi, però, dobbiamo far sentire il nostro bisogno di unità e solidarietà per arrivare un giorno a lottare senza di loro, senza il sindacato, perché solo noi possiamo tutti insieme difenderci davvero, verso una società migliore senza guerra e sfruttamento.
PBBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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