Contro il capitale, in tutte le sue forme!

Venticinque aprile. Tutti in piazza. Bandiere, colori, canzoni e volantini. Il fascismo è stato sconfitto, la democrazia ha vinto. Eppure ad oggi si ripropongono le stesse ignobili parole d’ordine, più o meno mascherate, da persone più o meno in vista e che raccolgono più o meno consenso.

Ignoranza e idiozia sono risposte facili, per non dire semplicistiche, che non hanno nulla a che vedere con un discorso politico.

L'insidia fascista esiste ed esisterà fintanto che perdurerà il sistema dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Nel momento in cui lo sfruttatore si sentirà minacciato dallo sfruttato, giocherà tutte le sue carte a disposizione, non ultima sicuramente quella dell’orgoglio nazionale, con tutto quello che comporta. Fino poi a utilizzare anche quella dell’unità nazionale contro il fascismo, distogliendo i lavoratori dalla loro lotta di classe contro il capitale

Il germe del fascismo perdurerà, covando sotto la superficie, nella società democratica fino alla fine di quest’ultima, dal momento che sono figli della stessa madre: del capitalismo. Il fascismo è il prodotto più autoritario della classe dominante nel suo sforzo di imporsi sui lavoratori. Così come la democrazia borghese è il prodotto più beffardo e sfuggente, ma con lo stesso fine. Al raggiungimento dei limiti che la democrazia non è riuscita a superare nella sopraffazione degli sfruttati subentrò il fascismo, così come ai limiti che il fascismo non seppe superare subentrò la democrazia. Sono caduti i Re, è caduto il Duce, è subentrata la repubblica, ma la classe lavoratrice è sempre stato sotto il medesimo padrone.

E ora vediamo l’erede di uno dei maggiori partiti della Resistenza, il PD, varare misure estremamente antidemocratiche ed autoritarie - come lamenta chi nutre illusioni sulla democrazia borghese – ossia fa un passo in più sulla strada dell'autoritarismo del Governo, dell'esautorazione del Parlamento, della noncuranza del voto popolare, per garantire “governabilità” al sistema capitalistico. Così come il potere di chi detta le regole nell'economia mondiale si concentra sempre di più nella mani di pochissime imprese giganti, allo stesso modo i parlamenti si riducono a essere nient'altro che luoghi in cui prendere atto delle decisioni prese in altre sedi, con tanti saluti al mito della partecipazione democratica dei popoli. Oggi, tutti i partiti parlamentari, di destra e di sinistra, al di là delle chiacchiere truffaldine usate per raccattare voti, una volta arrivati al governo non sono altro (non possono fare altro) che esecutori di politiche economico-sociali imposte da organismi svincolati, anche formalmente, dalla cosiddetta “volontà popolare”. Oggi nessuno (finora) impedisce con il manganello di votare, come durante il fascismo in camicia nera, ma i voti, qualunque colore abbiano, valgono meno di zero, per quanto riguarda le questioni fondamentali nella vita di chi vive di salario-stipendio. Oggi, i mezzi di informazione, concentrati nelle mani di pochissimi, bastano e avanzano per ingannare, stordire masse popolari e proletarie, per far credere loro che l'amico sia il padrone che parla lo stesso dialetto, e il nemico il compagno di lavoro, di scarso salario e di precarietà che viene da un paese lontano.

La lotta contro il fascismo non è una camminata in piazza con la banda, ma nemmeno può essere ridotta allo scontro “militante” con le squadracce di picchiatori neri, benché questi figuri, con le oro aggressioni, spesso armate, possano rendere molto rischiosa la militanza politica – e non solo – a compagni/e. No, per noi è un'altra cosa, rispetto a tanti (tutti o quasi) che si dichiarano antifascisti.

Il comunismo è antifascista allo stesso modo che è antiliberale e antidemocratico perché anticapitalistico: la distinzione perciò tra fascismo e borghesia antifascista è per noi quanto mai arbitraria, artificiosa e polemica, ché pullulano entrambi dalla stessa matrice storica.

Il nostro orizzonte politico, in questo 25 aprile 2015, è il medesimo che indicammo durante la guerra e nel mezzo secolo successivo. Il nemico dell’umanità lavoratrice è il capitalismo, sia che si travesta da fascismo, sia che si travesta da democrazia, e vanno combattuti entrambi con gli strumenti della lotta di classe, del comunismo.

Né con Salò Né con il CLN. Né con i fascio-leghisti né con i “democratici”, ugualmente nemici della classe lavoratrice: con la classe, contro il capitale, per il comunismo!

Mercoledì, April 22, 2015