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... Ma oggi dominano ancora ingiustizia, sfruttamento e logica del profitto
Il 25 Aprile ricorre la Liberazione dell'Italia dal regime fascista. Diverse iniziative e manifestazioni vengono promosse da realtà istituzionali e organizzazioni antifasciste. Eventi spesso differenti che celebrano Liberazione e Resistenza.
La Liberazione precedeva di qualche mese la fine della Seconda guerra mondiale. Sono passati oltre 70 anni dalla conclusione di quella fase storica, ma guardandoci intorno vediamo che, fatte le opportune distinzioni, molte ingiustizie sociali proprie di quel triste periodo le ritroviamo vive ancora oggi nella società.
Pensiamo alle difficoltà economiche di chi perde il lavoro o vive immerso nella precarietà, al livello di ricatto vissuto dagli operai nelle fabbriche, al razzismo dilagante, promosso e sfruttato da molte forze politiche. Se poi rivolgiamo lo sguardo verso il mondo nel sue insieme, nel quale tutti noi viviamo!, ci accorgiamo ancora di più quanto le condizioni, oggi, non siano così tanto “evolute” rispetto a settant'anni fa. Le numerose e interminabili guerre, la crisi, i flussi di immigrati, milioni di disperati che sfuggano da miserie e distruzioni.
Un contesto nel quale, non a caso, anche in nazioni “occidentali” prendono sempre più piede forze politiche reazionarie, razziste e populiste, che esprimono forme ideologiche molto vicine a quella del passato fascismo.
Tutto ciò deve farci riflettere. Non è bastato “liberarci” dal fascismo, dal nazismo e successivamente dal sedicente “comunismo”! Il problema centrale è la permanenza di un sistema economico che pone al centro non il soddisfacimento dei bisogni umani ma il profitto di pochi. Per il profitto si sfruttano i lavoratori, per il profitto di fanno le guerre, per il profitto si distrugge l'ambiente. Il profitto crea la precarietà e le forti disuguaglianze sociali.
Molti partigiani versarono generosamente il loro sangue credendo di liberarsi definitivamente dallo sfruttamento padronale, ma non fu così. Essi vennero ingannati dal Comitato di liberazione nazionale e dal PCI e chi denunciava l'inganno, come i nostri compagni Atti e Acquaviva, veniva perseguitato e assassinato. Il risultato della Resistenza fu di cambiare l’abito ad un sistema economico che restò inalterato e quindi profondamente ingiusto nelle sue fondamenta. Oggi è proprio la decantata “democrazia uscita dalla resistenza”, l’abito buono dello sfruttamento, a produrre leggi che peggiorano sempre di più le condizioni della classe lavoratrice.
Serve costruire una società completamente diversa dove i mezzi per produrre beni e servizi non siano proprietà di un pugno di padroni, gestiti in base alla necessità dei loro profitti, ma funzionino per il soddisfacimento dei bisogni di tutti. Questo è il punto centrale: spezzare il legame tra produzione e profitto. La Liberazione non ruppe questo legame, così come non lo rompono tutte le finte rivoluzioni!
Un cambiamento del genere, internazionale ed epocale, non passerà attraverso le istituzioni ma dovrà avere come diretta protagonista la classe lavoratrice, i proletari. I proletari dovranno assumere nelle loro mani il potere decisionale e la gestione della produzione, dando vita a nuovi organismi di governo, dai quali vengano esclusi i padroni e i loro servi politici.
La classe lavoratrice ha il compito di cambiare dalle fondamenta la società, organizzando la produzione in funzione dei bisogni umani verso una associazione di liberi e uguali dove ognuno dia il proprio contributo e riceva ciò di cui ha bisogno. L’alternativa è una società comunista che non ha nulla a che vedere con il capitalismo di stato realizzato in URSS, Cina, Cuba, Corea, ecc.
Sappiamo quanto ciò sia complesso, ma la brutalità della realtà odierna ci mostra anche quanto un cambiamento del genere sia necessario. Le difficoltà per portare avanti questo progetto indicano la necessità di impegnarsi da subito per costruire un'organizzazione politica, un partito non istituzionale della classe lavoratrice, che promuova e radichi una prospettiva di cambiamento reale della società. Noi siamo impegnati in questo lavoro, contattaci e dacci una mano!
Battaglia Comunista #05-06
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