Il socialismo non si stabilisce per editto

Di recente ho ripreso in mano La Rivoluzione russa di Rosa Luxemburg, un testo che consiglio a tutti i compagni e che trovate anche fra le nostre edizioni: leftcom.org

Di seguito tre passaggi che condivido appieno, sul rifiuto di ogni dogmatismo.

Ben lontano dall’essere una serie di prescrizioni già fatte che non si ha che da applicare, la realizzazione pratica del socialismo come sistema economico, sociale e giuridico, è una cosa che risiede nelle nebbie dell’avvenire. Ciò che possediamo nel nostro programma non sono che alcune grandi colonne indicatrici, del resto, di un carattere soprattutto negativo.

Noi sappiamo pressappoco ciò che dovremo sopprimere per rendere la via libera all’economia socialista; ma, al contrario, di quale misura sono le mille e mille misure pratiche, grandi e piccole, adatte a fare entrare i principi socialisti nell’economia, nel diritto, in tutti i rapporti sociali, non vi è programma di partito o testo socialista che dia delle indicazioni. Ciò non è un difetto: è, al contrario, la superiorità del socialismo scientifico sul socialismo utopico: il socialismo non deve e non può essere che un prodotto storico nato alla scuola stessa dell’esperienza, nel momento delle realizzazioni, della marcia della storia vivente, la quale, come la natura organica di cui in ultima analisi non è che una parte, ha la buona abitudine di far nascere sempre insieme ad un reale bisogno sociale il mezzo di soddisfarlo; insieme al problema la sua soluzione. Ma se è così, è evidente che il socialismo, per sua natura, non può essere concesso, né può essere stabilito per editto.

Esso ha per condizione pregiudiziale una serie di misure violente contro la proprietà, ecc. Ciò che è negativo, la distruzione, si può decretarlo; ciò che è positivo, la costruzione, no. Terra vergine. Problemi in gran quantità. Solo l’esperienza è capace di fare correzioni e di aprire nuove vie. Solo una vita in fermento senza ostacoli s’impegna in mille forme nuove, improvvisa, riceve una “forza creatrice”, corregge essa stessa i suoi falsi.

Forum: 

Verissimo che il comunismo non si stabilisce per decreto. Il contrario sarebbe idealismo, formulare una teoria alla quale poi la realtà debba uniformarvisi. Da notare poi come la Luxemburg (che nonostante certe sue uscite discutibili in campo economico era senza ogni dubbio una marxista coerente e intelligente) sottolinei giustamente che il Partito abbia nella sua politica un compito negativo, di abolizione dell'esistente, e non di edificazione di questa o quest'altra utopia, mostrando con chiarezza che esso è solo funzione della rivoluzione, strumento politico-autoritario della rivoluzione comunista, giammai suo fautore, giammai il burattinaio che tira i fili di una massa di proletari-schiavi senza cervello. Questo passo non sarà mai abbastanza sottolineato ed è bene averlo riproposto.

Esatto. Si aggiunga inoltre che quella "forza creatrice" di cui parla la Luxemburg potrà scaturire solo dalla vitalità dei Consigli, cioè gli organismi assembleari presenti in modo capillare sul territorio, in cui i lavoratori dovranno confrontarsi e impegnarsi in prima persona, per decidere di volta in volta quale direzione prendere. Al partito la capacità di radicarsi il pù possibile in questi Consigli per indirizzarli verso il definitivo smantellamento dei residui capitalistici e l'edificazione del socialismo.