Occupazione in crescita negli Usa. Ma davvero?

Dal Los Angeles Workers Voice

I mass media della borghesia inneggiano alla grande economia americana, contemporaneamente i licenziamenti di massa diventano il trend dominante.

Pubblichiamo il commento dei nostri compagni americani alle continue dichiarazioni che troviamo sulla stampa riguardo la presunta crescita dell’occupazione negli Stati Uniti.

Negli ultimi anni ma specialmente negli ultimi sei mesi, i mass media (tutti proprietà di grande aziende) TV, giornali, radio, riviste sono in estasi per quello che definiscono il miglior momento dell’economia americana in circa 30 anni. Per chi ha soldi questo può anche sembrare vero, un numero di circa 500 aziende continua a mostrare massicci guadagni e la borsa è salita per la prima volta sopra 8.000.

Per molte aziende però il rapporto profitti investimenti è decrescente e alcune stanno tornando a precipitare. Nella giungla che è la società basata sul rapporto capitale-lavoro salariato, gli scribacchini della borghesia, i giornalisti TV possono esultare ma la realtà sotto la superficie è che i ricchi al potere continuano a far pagare i lavoratori per la loro competitività attraverso lavoro sempre più alienato e accelerato e sempre più ridimensionamenti (leggi licenziamenti di massa) di lavoratori per sostenere i loro saggi di profitto.

Troviamo nella sezione affari del 20 settembre 1997 del LA Daily News, giornale apertamente reazionario, un articolo in cui si pone l’attenzione sul fatto che l’attuale trend di chiusura di aziende sta diventando una tendenza generalizzata.

I pennivendoli devono far ricorso alle solite falsificazioni borghesi sui dati della disoccupazione per far sì che le cose appaiano ai lavoratori più rosee di quello che sono. L’articolo afferma infatti che la disoccupazione è solo al 4,9%, ma questi dati non includono coloro ai quali vengono negati i sussidi di disoccupazione, chi si è arreso dopo molti mesi di ricerca per un lavoro decente, quelli per i quali i sussidi (che durano massimo 6 mesi) sono terminati. Le statistiche invece includono tra gli occupati lavoratori part time e chi lavora solo 4 ore a settimana.

Si deve anche sottolineare che il governo regola la massa di disoccupati in funzione del bisogno del mercato in quanto la forza lavoro è una merce chiave.

Con i mezzi di informazione borghese e i metodi di conto del governo i dati possono mentire ancora meglio di quanto ci si può immaginare. In effetti la disoccupazione reale negli USA è probabilmente tra il 12 e il 15% (16 milioni di persone) se contiamo chi cerca un lavoro a tempo pieno con un salario decente e non lo può avere.

Dall’articolo del Daily News emerge anche il fatto che l’ansia per i lavoratori di perdere il posto è un fattore che li inibisce dal richiedere aumenti di paga.

Basta uno sguardo ad alcuni piani di taglio del personale nelle maggiori aziende USA solo dal luglio in avanti per farsi un’idea dei disastri che si preparano e che spingono i lavoratori a mantenere i loro padroni competitivi rialzando così temporaneamente il saggio dei loro rapinati profitti:

Azienda Licenziamenti % degli occupati
Stanley 4.500 24
Whirlpool 4.700 10
Food Lion 3.100 4
Fonte Associated Press

È significativo che quando sono stati dati gli annunci di questi ultimi ridimensionamenti le azioni delle società sono salite. Più cresce la borsa e ancora maggiore è la richiesta e la corsa per ulteriori ridimensionamenti.

Questi attacchi perversi al mondo del lavoro sono connaturati al bisogno della borghesia di attirare fonti di capitale per competere con successo in questo sistema che obbliga alla guerra di tutti contro tutti.

E continuano gli assorbimenti di imprese da parte di altre in cui chi ci rimette è sempre chi lavora. La Wells Fargo bank ha annunciato 1.200 licenziamenti proprio dopo aver rilevato nel 1996 la First Interstate Bancorp e la Nationsbank annuncerà presto licenziamenti di massa dopo una spesa di 14,6 miliardi di dollari per acquisire la Florida’s Barnett Banks.

L’articolo del LA Daily News evidenzia anche che la borghesia si sta addirittura gongolando per la passività dei lavoratori, Alan Johnson dell’impresa di consulenze Johnson Associates afferma che i lavoratori si sono abituati all’idea del licenziamento con il risultato che l’indennità pagata ai licenziati è diminuita dagli anni 90 ad oggi.

Gli sfruttatori se la ridono della miseria che loro stessi e il loro “libero” sistema causa alla classe operaia ma i lavoratori devono brutalmente rovesciare il tavolo addosso ai padroni e per fare ciò dobbiamo organizzarci politicamente e industrialmente con i nostri compagni per poter colpire efficacemente.

Dobbiamo costruire un partito rivoluzionario internazionalista che aiuti gli operai a coordinare le battaglie di classe e la lotta per una società guidata da chi lavora e con produzione pianificata per rispondere ai bisogni umani.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.