Solidarietà di classe ai compagni di Bologna colpiti dalla repressione borghese

Elezioni in vista, aspri scontri interborghesi, una guerra imperialista sull'altra sponda del Mediterraneo, “emergenze umanitarie” che i politicanti non sanno né vogliono affrontare: le eruzioni di una crisi che continua a sconquassare l'esistenza del proletariato.

In questo quadro, non poteva mancare la tradizionale arma di distrazione di massa, tante volte collaudata con successo: l'anarchico in odor di terrorismo, anche se al fantasma “terrorista” non vengono contestati, sulla base di ipotesi e invenzioni investigative risibili, nient'altro che atti che si verificano frequentemente e senza alcun clamore in tanti stadi a fine partita. Gli arresti e le misure restrittive verso compagni e compagne di certi settori della sinistra anti-istituzionale bolognese ricalcano, una volta di più, la trita sceneggiatura dell'azione repressiva borghese, questa volta architettata in maniera se possibile ancor più fumosa e strumentale.

Se è ovvia la distanza che ci separa da certe pratiche politiche - per lo meno sterili e controproducenti ai fini della lotta di classe - che la magistratura e i media attribuiscono, come da copione, agli arrestati, altrettanto ovvia è la nostra ferma presa di posizione contro la repressione borghese, soprattutto quando colpisce chi si batte sul terreno di classe per il superamento di questa società, fondata sullo sfruttamento, che si chiama capitalismo.

Cercheremo di tornare prossimamente sull'argomento, in modo più approfondito, conoscendo i futuri risvolti della vicenda. Per una idea di come la vicenda è stata trattata sui mezzi di informazione, si veda ad esempio: bologna.repubblica.it

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.