Armi chimiche, petrolio e Iraq

Traduciamo qui l'articolo dei compagni americani di Madison apparso su Internationalist Notes n.13.

Alla fine della nuova aggressione anglo-americana all'Irak é importante notare che questo é solo il preludio di un ulteriore conflitto con l'Iraq. Nonostante le tanto sbandierate glorie della democrazia anche questi sistemi si sono rivelati ancora una volta delle forme di capitalismo imperialista in tutto simili alle forme imperialiste fasciste e staliniste. Risulta comunque sempre confermato che indipendentemente dalla forma di governo tutti gli stati esistono per proteggere gli interessi ed il potere economico di quella parte di borghesia che essi stessi rappresentano.

I mezzi di informazione borghesi hanno nascosto gli interessi strategici del governo USA nella regione del Golfo Persico dietro la interminabile saga della ricaduta politica di alcuni affarucci presidenziali. Gli interessi USA nella regione sono sempre quelli emersi ai tempi della Guerra del Golfo quando in migliaia marciavano nelle strade al grido di "niente sangue per il petrolio!"

Il governo americano però deve ora perseguire i suoi obbiettivi con rinnovato vigore dato che i piani di costruzione del nuovo oleodotto per il trasporto del petrolio dal Mar Caspio rendono ancor più necessario per gli USA l'installazione in Iraq di uno stato asservito e di una permanente presenza militare.

La interminabile litania che compare sulla stampa borghese relativa alle "armi di distruzione di massa" è servita a coprire la vera natura degli interessi USA nella regione e la storia dell'utilizzo da parte dello stesso governo USA di armi di distruzione di massa biologiche. È quindi di estrema importanza vedere la democrazia USA per quello che realmente é e non in quella rappresentazione fantastica che ne danno progressisti e riformisti di ogni risma.

La dipendenza dal petrolio che arriva dal Golfo e attraverso il golfo può solamente aumentare nei prossimi anni, e per questo tutte le maggiori potenze mondiali hanno via via consolidato le loro relazioni economiche e politiche con gli stati del Golfo Persico così come con gli altri maggiori paesi produttori di petrolio.

Un articolo di Gatwdat Baghat, apparso sulla rivista Strategic Review, portavoce non ufficiale dell'esercito USA, afferma: "Inoltre il Golfo Persico, in particolare l'Iran, possono servire da passaggio per un altro promettente serbatoio di energia, il bacino del Caspio" (1). Ciò a dimostrazione del fatto che il Pentagono, il Dipartimento di Stato e la classe dominante nel suo complesso guardano agli stati del Golfo Persico e dell'Asia centrale, come a serbatoi di energia o giacimenti di risorse di cui servirsi.

Indipendentemente dal percorso che seguirà il nuovo oleodotto, sarà necessario per gli USA stabilire una presenza militare in Iraq al fine di mantenere il controllo sulla regione. L'obbiettivo a lungo temine del governo americano é quindi quello di rovesciare l'attuale regime iracheno e rimpiazzarlo con un governo sotto il loro controllo, possibilmente con un'opposizione fantoccio che agisca per procura. In sostanza, quello che in passato era stato uno Stato asservito agli USA, deve essere rimpiazzato con un nuovo stato asservito.

Ma com'é che gli Stati Uniti si sono assunti il ruolo di far rispettare le regole ufficiali riguardo alle armi chimiche? Durante e dopo la seconda guerra mondiale i militari USA hanno prodotto milioni di libbre di gas Sarin; le notizie riguardanti l'utilizzo di gas in Vietnam da parte delle forze Americane risalgono al 1970 e non sono certo un prodotto dell'immaginazione del reporter della CNN April Oliver.

Nel maggio 1970 cominciano ad apparire sulla stampa notizie di depositi di gas nervino in Gran Bretagna; il quotidiano svedese Dagens Nyheter riferiva dell'impiego americano di gas nervino VX in Cambogia (2); testimonianze dei veterani del Vietnam - in particolare ex componenti di unità speciali - assicurano che le forze USA hanno fatto uso occasionale di gas nervino.

L'ammiraglio Tomas Moorer (ora in pensione) ha confermato l'uso di gas Sarin in operazioni di salvataggio di piloti americani (3).

Ancora più esteso é stato l'impiego da parte dell'esercito USA in Vietnam di gas lacrimogeni e erbicidi i quali sono quasi tutti letali a certi livelli di concentrazione ed in determinate combinazioni.

Due dei prodotti più utilizzati sono stati il lacrimogeno cloroacetofenone (CN) e il difenil-ammino-cloruro (DM) i quali sono spesso stati usati insieme con un effetto ancor più letale in particolare in ambienti chiusi come tunnel e bunker sotterranei. Nonostante questi due prodotti non siano considerati armi chimiche o armi di distruzione di massa, sono altrettanto o addirittura più tossici, in concentrazioni simili, di altre armi chimiche più famose come il ciano-cloruro (CK) e il distillato di Mustard gas (HD) o il Lewisite (4).

La definizione di arma chimica data dall'ONU e firmata dal governo americano il 1 febbraio 1970 non considera i derivati dei gas lacrimogeni e degli erbicidi tra quelli rientranti nei protocolli di Ginevra sulle armi chimiche (5). Presumibilmente però non sarebbe comunque stato accettato se l'Iraq avesse prodotto armi chimiche e biologiche mortali non rientranti nel protocollo di Ginevra nonostante gli Stati Uniti abbiano rovesciato solo sul Vietnam 45,4 milioni di litri di Agent Orange (6). La borghesia si sente comunque in diritto di fare e disfare qualsiasi norma alla quale scelga di attenersi e qualsiasi richiamo morale o umanitario da parte degli Stati Uniti é sempre la copertura di una manovra imperialistica.

Durante la Guerra del Golfo gli USA hanno utilizzato proiettili di artiglieria e missili contenenti uranio esaurito, questo, insieme al bombardamento da parte degli Stati Uniti dei campi petroliferi kuweitiani, spesso erroneamente attribuito all'esercito iracheno in fuga, é stato uno dei fattori che più ha contribuito alla cosiddetta "Sindrome da Guerra del Golfo (Gulf War Sindrome) " i sintomi della quale consistono in avvelenamento da radiazioni. Il tasso di tumori é cresciuto del 200% nel sud dell'Iraq dalla fine della guerra (7).

Il Governo USA non é preoccupato dalla capacità irachena di nuocere ai suoi immediati vicini, né si preoccupa di far rispettare e rafforzare il diritto internazionale; ciò che vuole lo zio Sam é il controllo del petrolio e dei flussi di petrolio.

Quasi ironicamente nello scorso dicembre, presso il Deseret Chemical Depot nello Utah, in un inceneritore militare e discarica di armi, si é verificata una perdita accidentale di 140 galloni di "agente nervino", l'ingrediente più attivo del gas nervino. Si é trattato della maggior fuoriuscita di cui si é mai venuti a conoscenza in un deposito in cui é immagazzinato il 42% dell'arsenale chimico statunitense, che ammonta a 27 milioni di libre di agenti nervini e vescicatori combinati (8).

I lavoratori americani in materia di armi chimiche dovrebbero temere maggiormente il governo americano che non un pazzo bombarolo o una azione ostile. Nelle proteste contro queste azioni militari dovrebbe essere sempre sottolineata la sordida natura dei veri interessi strategici del governo USA in Iraq e questo ultimo attacco non sarà l'ultimo.

Questo é l'imperialismo dello stato democratico in azione.

ASm

(1) Bahgat, Gawat. Oil Security in the New Millenium - Geo-Economy vs. Geo-Strategy. Strategic Review. Fall.1998 pg.22-25.

(2) Verwey, Will D. Riot Control Agents and Herbicides in War. A.W. Sijthoff international Publishing Co. B.V., Netherlands 1977 pg. 184-5.

(3) Oliver April. and Arnett, Peter. Did the U.S. Drop Nerve Gas? Time, 15 giugno 1998.

(4) Verwey, Will D. Cit. pag 14-34.

(5) Ibidem pag 5.

(6) Lamb, David. Agent Orange Poison Generation in Vietnam? Study Finds. International Herald Tribune, 4 novembre 1998.

(7) APnews. Iraq Blames U.S. for Gulf Illnesses. 2-12-1998.

(8) APnews. Army Downplays Sarin Spill in Utah. 15-12-1998.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.