Nuove presenze in America si orientano verso il Bipr

Qualcosa si muove nel mondo - Il naufragio dello stalinismo e l'imperversare della crisi causano una nuova situazione

Si è già delineato una nuova situazione nel mondo, dal punto di vista "sovrastrutturale", delle soggettività. È il risultato, evidentemente, di trasformazioni oggettive, materiali nel mondo che possiamo riassumere in due grandi fenomeni:

  • l'implosione dell'impero sovietico, presentata dalla borghesia e da molti suoi servi di destra e di sinistra, come "fine del comunismo";
  • l'insieme delle risposte del capitale alla crisi che da 25 anni lo attanaglia, a sua volta riassumibili nella rivoluzione tecnologica e organizzativa con conseguente scompaginamento della composizione di classe e nella finanziarizzazione spinta.

Questi due fenomeni combinati hanno mandato in tilt il "paradigma" stalino-terinternazionalista.

Se l'Urss era il socialismo, il suo fallimento è anche il fallimento del socialismo e delle sue basi teoriche.

Fra le "basi teoriche" c'era, mistificatissima, la divisione in classi e la lotta di classe; ma c'era anche una specie distorta, sostanzialmente inutile, di critica dell'economia politica.

Ora i milioni di seguaci del socialismo in versione stalinista sono disarmati e allo sbando: In italia come in America Latina, in Russia come in Australia.

I partiti politici si sono riciclati come partiti di governo dello stato di cose presenti, con una conseguente politica che di riformista ha solo - e neppure sempre - il nome. Le loro basi, silenti, si sono divise fra chi li ha seguiti; chi si è rivolto al ben ricco mercato della medesima politica borghese (quanti ex-PCI sono ora nella Lega, oltre al noto Bossi?) e chi ha preferito mantenere l'aggettivo (comunista) e un orientamento anticapitalista che si traduce in radical riformismo, nutrito di qualche riferimento a Marx, un po' di più a Keynes, un pizzico di Lenin e tanta, tanta confusione.

D'altra parte era impensabile che la fine della mistificazione stalino-sovietica si trasformasse in recupero dei principi e dei contenuti della Rivoluzione di Ottobre e del metodo e del programma rivoluzionario.

Ma è anche impensabile che nel disastro delle coscienze e delle militanze, una volta devote alla mistica terzinternazionalista, qualcuna non si dovesse salvare. Era cioè inevitabile che qualcuno - se non altro - tentasse di liberarsi dei fardelli che hanno causato l'affondamento e cercasse di ritrovare, di recuperare metodo e programma. Questi non potranno tornare a circolare largamente nella classe che nel corso e a seguito di una ripresa reale dell'iniziativa proletaria nella lotta di classe, oggi acutissima, con una borghesia internazionale all'attacco indisturbato.

Ma stanno già iniziando a raccogliere quelle avanguardie "in ricerca".

Noi internazionalisti abbiamo finora vissuto ai margini e isolati dalla gran scena politica di sinistra: attestati da soli sul lato della rigorosa autonomia di classe, abbiamo condotto per lunghi decenni la critica serrata di quanto andava movendosi all'Est e all'Ovest. Siamo sempre apparsi come intellettuali settari, disdegnosi di sporcarsi le mani con la... politica - una politica che invece bollavamo e bolliamo per quella che è, ovvero l'arte di governare, o cercar di governare, l'esistente che noi invece vogliamo sovvertito. Rimanevamo - e ancora in gran parte siamo - estremamente isolati nel difendere qualcosa che... non interessava nessuno.

La nuova situazione sinteticamente tratteggiata gioca ora a nostro favore, a favore di una rottura dell'isolamento. Il nostro metodo e le nostre posizioni si fanno necessariamente centro di attenzione di quanti sono seriamente orientati alla ricostruzione dell'organismo politico rivoluzionario.

A scala nazionale è prevalentemente fra le generazioni nuove e nuovissime che si trovano quanti iniziano a riconoscere nel nostro patrimonio teorico e politico un punto di riferimento ineludibile e a unirsi ai nostri sforzi politici e organizzativi.

Su scala internazionale, l'iniziativa per tempo pensata e presa di delineare a questa scala il programma di ricostruzione del partito rivoluzionario, sta dando i primi frutti.

Sedici anni fa costituimmo con CWO britannica il Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario.

Non si tratta del Partito, non ancora. Né pensiamo che fra l'uno e l'altro la linea sia necessariamente continua. Abbiamo detto e scritto - e su questo basiamo il nostro costante lavoro - che il Partito non si costituisce per clonazione o gemmazione di Bc o del Bipr nei diversi paesi, ma attraverso la coesione internazionale delle organizzazioni reali che la lotta di classe e le battaglie politiche nei diversi paesi originano. Il Bipr non apre sezioni, non crea organizzazioni nazionali; le raccoglie se e dove si sono formate. Suo compito è di contribuire con l'apporto del suo patrimonio di metodo, di analisi, di posizioni, alla crescita delle avanguardie e al loro organizzarsi.

Con questo stesso metodo abbiamo favorito la nascita e la affermazione della CWO, con cui poi abbiamo costituito il Bipr e con questo metodo stiamo lavorando nel mondo.

Le firme sotto il Manifesto del Bipr per il Primo Maggio che pubblichiamo anche su questo numero e su Aurora e la produzione di Aurora nei paesi citati, attestano che qualcosa si muove anche sul continente americano.

Una recentissima conferenza pan-americana ha consentito, quantomeno, di gettare le basi di una organizzazione internazionalista negli Usa e di rafforzare i nuclei già presenti in Canada e nel Sud America.

Sul terreno concreto, delle realizzazioni pratiche e organizzative, si tratta di poca cosa. Ma è il poco di cui è fatto ogni germe. L'evento sta nel porsi in essere di questo germe, sul continente americano.

Non è lontano il giorno in cui il Bureau sarà fatto anche delle organizzazioni americane.

Intanto, altre avanguardie in altri continenti si rivolgono a noi, al Bipr, per discutere e approfondire posizioni e metodo della nostra piattaforma.

Le individualità e le mini-organizzazioni che si salvano dal naufragio e dall'imbarbarimento neo-socialdemocratico trovano nel nostro lavoro, nella nostra capacità di resistere a 75 anni di controrivoluzione staliniana, e nelle nostre posizioni e prospettive la sponda cui guardare verso cui orientarsi.

È questa la novità, alla quale ci eravamo e siamo preparati.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.