La coalizione degli Stati Uniti Americani dichiara la guerra al mondo

Di seguito pubblichiamo la presa di posizione del Bipr sulla guerra in Afghanistan

Gli attacchi suicidi devastanti sui simboli chiave della potenza del capitalismo finanziario e militare americano hanno forse scosso l'autostima dello Stato più potente del mondo, ma non costituiscono in alcun modo una vittoria per la classe operaia sfruttata. Non solamente ci sono lavoratori e lavoratrici tra le migliaia di vittime, ma questi attacchi sono ora utilizzati per legittimare l'aumento della repressione da parte dello stato. La "guerra contro il terrorismo" sarà utilizzata nei paesi metropolitani come un'arma contro le opposizioni interne e in particolare contro la classe operaia e contro tutte le nuove organizzazioni politiche proletarie. In questo senso, il terrore organizzato dello stato aveva già preceduto gli eventi dell'11 settembre con gli assalti della sua polizia diretti ai manifestanti no-global. Tuttavia, gli avvenimenti dell'11 settembre hanno avvicinato la prospettiva di una umanità cacciata nella barbarie.

Queste sono tenzoni ideologiche o misteriose "forze dell'inferno" che portano il pianeta all' Armageddon. Al contrario, sono le politiche concrete e calcolate generate dalla rivalità tra gli stessi interessi materiali delle potenze capitaliste che rendono il XXI secolo altrettanto pericoloso e bellicoso di quello precedente

La permanenza e l'esasperazione della lotta imperialista sono il risultato della lunga crisi di redditività del capitale e della lotta spietata degli USA per mantenere il controllo del petrolio e delle rendite finanziarie parassitarie che assicurano la loro posizione dominante nel mondo: una posizione che, malgrado il crollo del blocco russo e l'apparente solidità della Nato, non è incontestato dai suoi rivali imperialisti.

Tutto questo è nascosto dietro il paravento di una precipitosa risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dell'invocazione della clausola numero 5 della Carta della Nato, la quale recita che "un attacco contro uno è un attacco contro tutti", che gli USA utilizzano per forzare la mano ai loro rivali che non sono ancora pronti per una rottura aperta con la sola super potenza rimasta al mondo. Non facciamoci nessuna illusione. Dietro la "battaglia dei popoli amanti della libertà" di Bush,, ci sono gli stessi interessi che hanno spinto gli USA nelle guerre genocide non dichiarate in Viet Nam e in Cambogia, che hanno concesso ai loro alleati israeliani di autorizzare il massacro a sangue freddo nei campi profughi di Sabra e Chatila (1982), che hanno provocato l'invasione di Grenada (1983), il bombardamento di Tripoli (1986, utilizzando le basi in Gran Bretagna) e, dieci anni fa, lo scatenamento della "Tempesta del deserto" contro Saddam Hussein, loro alleato di un tempo, di cui avevano armato il regime fino a due anni prima, ma la cui caduta in disgrazia costò la vita a centinaia di migliaia di iracheni. Dunque, quando Bush, Berlusconi, Blair ecc., ci dicono che questa nuova guerra è "Contro quelli che non hanno alcun rispetto per il carattere sacro della vita umana" dovremmo chiederci cosa vogliano dire, dato che si stima che almeno 500.000 bambini sono morti a causa dell'embargo contro l'Iraq e dato che l'aviazione britannica continua ad affiancarsi agli USA nei sistematici bombardamenti sull'Iraq.

Nel vero linguaggio dell'imperialismo, il "mondo civile" si appresta a impartire una lezione al mondo non civilizzato che non la scorderà tanto presto. La coalizione diretta dagli USA ha dichiarato una guerra di durata indefinita contro un nemico non identificato, senza dire quando terminerà.

Il nazionalismo e la religione non sono una soluzione per la classe operaia

È superfluo dire che ci opponiamo a qualunque forma di fondamentalismo religioso. L'idea che l'Islam possa rappresentare una "terza via" tra capitalismo e comunismo è assurda, perché l'Islam NON È un diverso modo di produzione, ma anzi si adegua benissimo al capitalismo. La proliferazione del terrorismo "islamico" è un'espressione della disperazione delle classi capitaliste minori nei paesi più aspramente oppressi dall'imperialismo.

Ma la risposta all'imperialismo capitalista non è il nazionalismo abbracciato da un gran numero di persone nei paesi periferici del capitalismo. Il nazionalismo, come è stato dimostrato in ogni lotta di liberazione nazionale, non è affatto un amico della classe operaia. La borghesia che controlla i movimenti nazionalisti (per quanto "socialisti" pretendano di essere) sia quando diventa vassalla dell'uno o dell'altro imperialismo (e non dimentichiamo che Saddam Hussein e Osama bin Laden un tempo sono stati sostenuti dalla Central Intelligence Agency americana), sia quando prende il potere, opprime e sfrutta i proletari come prima (basti guardare allo Zimbabwe di Mugabe o al Sudafrica governato dall'ANC).

Dobbiamo sottolineare che noi non contestiamo solamente l'obiettivo finale del terrorismo. Il nostro scopo di rovesciare il mondo scandalosamente marcio del capitalismo attuale non può essere raggiunto attraverso atti di terrorismo individuale. All'azione di una classe intera, il terrorismo sostituisce l'idea elitaria che un pugno di individui possa cambiare la società con un atto singolo. È un'assurdità estremamente nociva. Il capitalismo e lo sfruttamento, la povertà, la miseria e la guerra che ne discendono, possono essere abbattuti solo quando la gran parte della classe operaia e del proletariato è pronta a lottare per il socialismo. È solamente attraverso la loro resistenza collettiva che la classe operaia del mondo, lottando contro gli attacchi del capitalismo, svilupperà i mezzi pratici organizzativi per realizzare non la falsa democrazia di Bush, Berlusconi, Blair ecc., ma la democrazia operaia dei consigli operai. Questi organi di democrazia di massa degli sfruttati organizzeranno e generalizzeranno la difesa della classe operaia contro la classe capitalista, cosa che porterà alla caduta del vecchio ordine e alla riorganizzazione della produzione per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani. Il partito dei Comunisti Internazionalisti assumerà un ruolo vitale per aiutare la classe a comprendere e raggiungere questo obiettivo.

Il socialismo non sarà conquistato senza una risposta violenta dei detentori della proprietà dei mezzi di produzione e di scambio (che, come è dimostrato dalla storia, prenderanno tutte le misure necessarie per conservare ciò che hanno) ma la classe operaia resisterà a tutto questo in quanto classe, non con atti individuali. Le nuove vittime innocenti del terrore americano saranno il pretesto per attacchi terroristici supplementari provenienti dal Medio Oriente e il circolo vizioso continuerà. Durante questo periodo, le "democrazie" rafforzeranno il loro controllo sulla classe operaia delle metropoli. Già ora alcuni veri rivoluzionari della classe operaia che condannano il terrorismo sono stati arrestati per "essere interrogati" nel tentativo di soffocare la loro opposizione. E sebbene sia evidente che dei gangster come Putin in Russia e Sharon in Israele utilizzeranno gli attacchi contro gli USA per coprire i loro propri crimini in Cecenia e in Palestina, saranno lanciate sottili campagne per limitare la libertà e l'opposizione in Occidente. Altre brutalità sono in preparazione. Wesley Clark, già capo supremo della Nato in Europa, ha dichiarato che solo la "forza decisiva" può risolvere il problema del terrorismo (senza dire una parola sulle cause del terrorismo). In breve, la crescita della barbarie è tutto ciò che il mondo imperialista ha da offrire.

La decadenza della "civiltà capitalista" è stata un'evidenza per la maggior parte di un secolo. Gli orrori indicibili della prima e della seconda guerra mondiale, la brutalità organizzata dei campi di concentramento e di sterminio, le sanguinose guerre regionali condotte con la più raffinata tecnologia a spese del proletariato il più impoverito, la cancellazione col fuoco di Dresda, il bombardamento intensivo in Cambogia e, naturalmente, l'uso della bomba atomica, facevano tutte parte della storia della barbarie imperialista prima di questi recenti abomini. È un'ingenua illusione credere che un tale sistema possa apportare al mondo pace e prosperità.

Solo la classe operaia internazionale, una volta cosciente dei propri interessi, è in grado di cambiare il mondo. Noi non abbiamo nessun interesse a sostenere l'uno o l'altro schieramento in questa "nuova guerra" - se lasciamo via libera alla classe dominante, il nostro solo ruolo sarà quello di vittime e di carne da cannone. Tutte le frazioni della borghesia, sia quelle guidate dagli USA, che quelle dei movimenti di liberazione nazionale o islamiche, sono ugualmente nemiche della classe operaia.

Solamente paralizzando queste forze e trionfando politicamente contro tutte le assurde ideologie della classe dominante, saremo in grado di creare un mondo senza guerra, senza sfruttamento, senza terrore.

Socialismo o Barbarie. Una terza via non c'è!

Abbasso il nazionalismo! Abbasso il terrorismo! Abbasso l'imperialismo!

Per la lotta della classe operaia contro tutte le guerre imperialiste!

Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionario, settembre 2001

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.