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Home ›Lotte operaie nel mondo
Norvegia
Dopo 18 giorni di sciopero e il blocco del porto di Mongstad, i lavoratori della raffineria Esso di Slagentagen e della fabbrica di plastica Borealis, a sud di Oslo, sono riusciti ad imporre le proprie condizioni per il rinnovo contrattuale. La mobilitazione era cominciata alla fine di agosto, tra circa cento operai e impiegati della Esso, per ottenere aumenti salariali e l'abbassamento dell'età pensionabile a 62 anni. L'azione si è poi estesa ad altri 120 lavoratori, tra amministrativi della raffineria statale Statoil e portuali di Mongstad, vicino Bergen, il secondo più grande porto petrolifero europeo. L'adesione dei lavoratori della Statoil è stata determinante per la riuscita dello sciopero. Gli industriali hanno ceduto, infatti, di fronte alla minaccia di chiusura prolungata del porto, cosa che avrebbe avuto forti ripercussioni sull'economia. La Norvegia è il terzo maggiore esportatore di petrolio, dopo Arabia Saudita e Russia.
Nigeria
Contro il piano governativo di privatizzazione degli stabilimenti e delle raffinerie della Nigeria National Petroleum Corporation, i lavoratori nigeriani minacciano uno sciopero generale ad oltranza. Lo sciopero, già iniziato il 20 settembre dagli autisti delle autocisterne, causerebbe sia il blocco delle esportazioni di greggio, sia quello delle importazioni di prodotti raffinati.
Indonesia
Più di 4 mila lavoratori della Tripatra, appaltatrice della multinazionale petrolifera americana Caltex, hanno bloccato per tutta la settimana le vie d'accesso agli uffici della Caltex nella provincia del Riau, chiedendo liquidazioni più dignitose. A causa di una forte riduzione di commesse, la Tripatra ha avviato un programma di licenziamenti di oltre 3.700 operai negli stabilimenti di Petapahan e Libo, prevedendo singole buonuscite pari a un quarto del dovuto. Le manifestazioni davanti alle sedi della compagnia americana, comunque presidiate dalla polizia, a Pekanbaru, Rumbai e Duri, hanno impedito l'accesso a un migliaio di impiegati, anche se la Caltex Pacific Indonesia assicura che l'attività estrattiva è andata avanti lo stesso.
Cina
È dall'inizio del mese che a Chongqing, in Cina centrale, vanno avanti senza sosta le proteste dei lavoratori licenziati dalla società petrolifera Coedc. Ogni giorno, circa 600 persone manifestano davanti alla sede della compagnia per ottenere almeno i sussidi di disoccupazione, l'aumento delle pensioni a livelli dignitosi e il reinserimento dei più giovani. Le attuali proteste seguono quelle di Daqing, dove i lavoratori hanno lottato per più di tre mesi, per le stesse ragioni, tra arresti e dure repressioni della polizia.
Messico
I lavoratori della società petrolifera statale Pemex hanno annunciato uno sciopero di massa se, alla scadenza del 2 ottobre, non dovessero ottenere l'aumento salariale richiesto. Già mercoledì cortei di lavoratori hanno sfilato per Città del Messico e in altre dodici città per chiedere l'incremento del 15%, contro il 5,5 offerto finora, e la fine delle persecuzioni politiche dei rappresentanti sindacali. La minaccia di uno sciopero preoccupa molto il governo, dato il ruolo dell'industria nell'economia messicana. La Pemex, infatti, è uno dei maggiori fornitori di greggio del mercato statunitense.
Fiat
Il piano firmato solo un paio di mesi fa comportava la messa in mobilità per 2.887 lavoratori, saliti in settembre a 3.500 con gli esuberi previsti dalla Powertrain. Oggi le ipotesi riguardanti il futuro del gruppo del Lingotto parlano di ulteriori tagli che, una volta attuati, ridurrebbero la forza lavoro sotto il marchio Fiat di circa 8.000 lavoratori. La mobilità colpirebbe vari stabilimenti del gruppo: Torino, prima di ogni altro, ma anche Arese, Termoli e Termini Imerese. È stato individuato nella cassa integrazione straordinaria a zero ore lo strumento da utilizzare per attutire un impatto sociale altrimenti devastante; l'azienda dovrebbe però presentare la dichiarazione dello stato di crisi e un nuovo piano industriale. Intanto alla Powertrain (le ex meccaniche), dopo solo quindici giorni dall'annuncio del taglio di 550 posti di lavoro, sono state annunciate due nuove settimane di cassa integrazione dal 14 al 25 ottobre per altri 1000 lavoratori.
Enel
Predisposto il taglio di ben 15.000 posti di lavoro, nel quadro di un riordino dei conti della società, che tra l'altro prevede un minore impegno azionario in Wind e un maggior ricorso al carbone. Già ora il carbone rappresenta un quarto delle fonti energetiche delle centrali Enel.
Napoli
Dopo due mesi dagli accordi del 6 luglio, per l'assunzione di 3 mila disoccupati, niente si è mosso. Così i senza lavoro e i "lavoratori socialmente utili" napoletani il 13 settembre hanno organizzato un'operazione a tappeto, fatta di blitz, proteste, cortei e occupazioni. Divisi per aree d'intervento, diversi gruppi hanno mandato in tilt i punti nevralgici del traffico cittadino: un gruppo ha occupato il palazzo della provincia di piazza Matteotti; un altro migliaio di loro ha bloccato due aliscafi e un traghetto del Molo Beverello, imballando fino alle due l'intero porto; altri hanno protestato al museo di Capodimonte e occupato il Duomo.
Nei giorni successivi, un centinaio di disoccupati diretti ad una manifestazione a Benevento, procedendo lentamente con le loro automobili, hanno di fatto bloccato la circolazione sull'autostrada Napoli-Roma.
A Volla, invece,15 disoccupati sono saliti sul tetto del Municipio, minacciando di lanciarsi nel vuoto (il comune di Volla è limitrofo a quello di Cercola, dove nelle scorse settimane un disoccupato si è suicidato dandosi fuoco con la benzina).
Di fronte alla minaccia di 77 licenziamenti, un'altra ventina di operai sono saliti sul tetto della Meltem di Arzano, messa in liquidazione dalla sera alla mattina, e lì sono rimasti per almeno quattro giorni a partire dal 17 settembre, controllati a vista dalle forze dell'ordine. Nel frattempo sono stati annunciati nuovi tagli all'organico in altre aziende della Ipm, per un totale di 280 dipendenti.
micBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #10
Ottobre 2002
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