You are here
Home ›Obama e la "nuova" politica in Medio Oriente
In tempi non sospetti, quando cioè la varie amministrazioni americane erano apertamente schierate a favore d'Israele, avevamo avuto modo di dire che l'ectoplasma della nascita dello stato palestinese, nella versione “due popoli, due stati” appariva quando in quel di Washington si riteneva necessario rievocarla o per ragioni di prestigio in termini di politica internazionale, accordi di Oslo (1993) o in presenza di imminenti attacchi a paesi musulmani come in Afganistan (2001) o Iraq (2003).
Oggi la storia sembra ripetersi anche se con qualche significativa differenza. Il presidente Obama, fedele ai toni della sua campagna elettorale, appena si è insediato alla Casa Bianca, ha riaperto la pratica Palestina e non solo (ricordiamo l'apertura di dialogo con l'Iran, con la Siria, Cina, Corea del Nord ecc..), mettendo Israele nell'incomoda situazione di doversi difendere dalle pressioni del suo storico alleato.
A questo punto, però, la corretta domanda non è se il “New Deal” della politica estera americana regalerà una patria ai palestinesi, ma come il capo del più potente paese al mondo sarà in grado di riguadagnare spazi imperialistici perduti negli ultimi due decenni. L'apertura ai palestinesi, meglio sarebbe dire ad un segmento della popolazione araba, risponde infatti a due pressanti necessità. La prima è quella di prendere formalmente le distanze con la precedente amministrazione che, non solo ha fatto sì che gli Usa diventassero il paese più odiato in tutto il Medio Oriente, ma che li ha imprigionati in situazioni belliche fallimentari a tal punto da perdere importanti posizioni nel processo di ricomposizione imperialistica internazionale a vantaggio di Cina e Russia. La seconda è che l'imperialismo americano deve fare i conti anche con la più grave crisi economico - finanziaria che mai si sia abbattuta sugli States dopo la grande recessione del '29. Tutto questo rende le cose più difficili e pressanti, per cui “sanare” la questione palestinese significherebbe eliminare buona parte degli atteggiamenti anti-americani in Medio Oriente. Presentare gli Usa come paese conciliante e disponibile al dialogo, per poi rivolgersi con più determinazione verso il vero obiettivo che è quello di recuperare lo spazio imperialistico perduto in centro Asia, intensificando le operazioni militari in Pakistan ed Afghanistan per contenere l'attuale strapotere di Russia e Cina, rilanciandosi nell'area in termini di controllo e sfruttamento delle fonti energetiche e delle sue vie di transito.
Ecco il vero significato della “carta” Palestina, ma come giocarla è ancora un'incognita data la ferma risposta negativa del governo di Gerusalemme che, a proposito del discorso di Obama del Cairo, in cui ha presentato la necessità di dare al popolo palestinese una patria, pur nel rispetto della integrità e sicurezza d'Israele, ha posto il più determinato rifiuto, accettando solamente di fermare temporaneamente (un anno) gli insediamenti nei territori occupati, ma che mai e poi mai si renderà disponibile alla nascita di uno nuovo Stato ai confini con il suo.
In teoria l'amministrazione Obama avrebbe tutti i mezzi per costringere il suo alleato ad addivenire a più miti consigli sulla questione palestinese. Potrebbe minacciare di chiudere il flusso di finanziamenti che dal 1948, copiosamente, rimpingua le casse statali d'Israele in ragione di miliardi di dollari all'anno. Potrebbe chiudere l'ombrello politico protettivo nei confronti delle azioni militari e d'insediamento nei territori occupati, che non hanno mai avuto conseguenze negative per Israele, grazie all'uso del diritto di veto che tutte le volte il governo di Washington ha usato a difesa del suo alleato nelle assemblee generali dell'Onu. Un'altra forma di pressione sarebbe quella di annullare le forniture militari che hanno trasformato Israele nel più potente Stato militare dell'area. In più potrebbe costringerlo ad uscire allo scoperto sulla questione nucleare, ovvero le 200 testate atomiche di cui Israele è in possesso, che non ha mai ufficialmente dichiarato di avere; di essere cioè una potenza nucleare grazie, ma questo è soltanto un “dettaglio”, alle forniture americane sia in termini di costruzione che di aggiornamento tecnologico e manutenzione straordinaria.
In pratica il gioco di Obama potrebbe essere sparigliato sia dalle resistenze del governo di Gerusalemme sia dall'opposizione repubblicana, come da alcuni settore del suo stesso partito. Fatte le debite differenze, potrebbe finire come con la proposta della riforma sanitaria sulla quale il neo presidente ha dovuto fare marcia indietro perché contestato e contrastato dalle potenti lobby assicurative, da quelle ospedaliere private e dall'Associazione di medici che a queste sono legate.
Comunque vadano le cose due aspetti devono essere chiari. Il primo è che sulle aspettative palestinesi, tutte interne ad una logica borghese, laica o confessionale che sia, come su quelle del mondo arabo in generale, si sta giocando una partita inter-imperialistica resa ancora più pressante dalla gravità della crisi economica internazionale. Il secondo è che, senza una ripresa della lotta di classe, senza la presenza di un partito rivoluzionario, si dilata lo spazio a soluzioni o a tentativi di soluzione che, indipendentemente dalla loro forma di espressione più o meno soft, o più o meno violenta sono tutti compresi all'interno di istanze borghesi e nazionalistiche. Queste ultime, a loro volta, si collocano all'interno di interessi imperialistici per la spartizione di aree economicamente e strategicamente determinanti al perseguimento dei loro interessi che la gravità della crisi in atto rende ancora più pressanti. Questa è , e rimane, l'unica bussola che indica il percorso del presidente Obama alla guida di un imperialismo ferito, in crisi, e per questo più bisognoso di riconquistare posizioni di vantaggio nell'attuale processo di ricomposizione imperialistico internazionale.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #9
Inizia da qui...
ICT sections
Fondamenti
- Bourgeois revolution
- Competition and monopoly
- Core and peripheral countries
- Crisis
- Decadence
- Democracy and dictatorship
- Exploitation and accumulation
- Factory and territory groups
- Financialization
- Globalization
- Historical materialism
- Imperialism
- Our Intervention
- Party and class
- Proletarian revolution
- Seigniorage
- Social classes
- Socialism and communism
- State
- State capitalism
- War economics
Fatti
- Activities
- Arms
- Automotive industry
- Books, art and culture
- Commerce
- Communications
- Conflicts
- Contracts and wages
- Corporate trends
- Criminal activities
- Disasters
- Discriminations
- Discussions
- Drugs and dependencies
- Economic policies
- Education and youth
- Elections and polls
- Energy, oil and fuels
- Environment and resources
- Financial market
- Food
- Health and social assistance
- Housing
- Information and media
- International relations
- Law
- Migrations
- Pensions and benefits
- Philosophy and religion
- Repression and control
- Science and technics
- Social unrest
- Terrorist outrages
- Transports
- Unemployment and precarity
- Workers' conditions and struggles
Storia
- 01. Prehistory
- 02. Ancient History
- 03. Middle Ages
- 04. Modern History
- 1800: Industrial Revolution
- 1900s
- 1910s
- 1911-12: Turko-Italian War for Libya
- 1912: Intransigent Revolutionary Fraction of the PSI
- 1912: Republic of China
- 1913: Fordism (assembly line)
- 1914-18: World War I
- 1917: Russian Revolution
- 1918: Abstentionist Communist Fraction of the PSI
- 1918: German Revolution
- 1919-20: Biennio Rosso in Italy
- 1919-43: Third International
- 1919: Hungarian Revolution
- 1930s
- 1931: Japan occupies Manchuria
- 1933-43: New Deal
- 1933-45: Nazism
- 1934: Long March of Chinese communists
- 1934: Miners' uprising in Asturias
- 1934: Workers' uprising in "Red Vienna"
- 1935-36: Italian Army Invades Ethiopia
- 1936-38: Great Purge
- 1936-39: Spanish Civil War
- 1937: International Bureau of Fractions of the Communist Left
- 1938: Fourth International
- 1940s
- 1960s
- 1980s
- 1979-89: Soviet war in Afghanistan
- 1980-88: Iran-Iraq War
- 1982: First Lebanon War
- 1982: Sabra and Chatila
- 1986: Chernobyl disaster
- 1987-93: First Intifada
- 1989: Fall of the Berlin Wall
- 1979-90: Thatcher Government
- 1980: Strikes in Poland
- 1982: Falklands War
- 1983: Foundation of IBRP
- 1984-85: UK Miners' Strike
- 1987: Perestroika
- 1989: Tiananmen Square Protests
- 1990s
- 1991: Breakup of Yugoslavia
- 1991: Dissolution of Soviet Union
- 1991: First Gulf War
- 1992-95: UN intervention in Somalia
- 1994-96: First Chechen War
- 1994: Genocide in Rwanda
- 1999-2000: Second Chechen War
- 1999: Introduction of euro
- 1999: Kosovo War
- 1999: WTO conference in Seattle
- 1995: NATO Bombing in Bosnia
- 2000s
- 2000: Second intifada
- 2001: September 11 attacks
- 2001: Piqueteros Movement in Argentina
- 2001: War in Afghanistan
- 2001: G8 Summit in Genoa
- 2003: Second Gulf War
- 2004: Asian Tsunami
- 2004: Madrid train bombings
- 2005: Banlieue riots in France
- 2005: Hurricane Katrina
- 2005: London bombings
- 2006: Anti-CPE movement in France
- 2006: Comuna de Oaxaca
- 2006: Second Lebanon War
- 2007: Subprime Crisis
- 2008: Onda movement in Italy
- 2008: War in Georgia
- 2008: Riots in Greece
- 2008: Pomigliano Struggle
- 2008: Global Crisis
- 2008: Automotive Crisis
- 2009: Post-election crisis in Iran
- 2009: Israel-Gaza conflict
- 2020s
- 1920s
- 1921-28: New Economic Policy
- 1921: Communist Party of Italy
- 1921: Kronstadt Rebellion
- 1922-45: Fascism
- 1922-52: Stalin is General Secretary of PCUS
- 1925-27: Canton and Shanghai revolt
- 1925: Comitato d'Intesa
- 1926: General strike in Britain
- 1926: Lyons Congress of PCd’I
- 1927: Vienna revolt
- 1928: First five-year plan
- 1928: Left Fraction of the PCd'I
- 1929: Great Depression
- 1950s
- 1970s
- 1969-80: Anni di piombo in Italy
- 1971: End of the Bretton Woods System
- 1971: Microprocessor
- 1973: Pinochet's military junta in Chile
- 1975: Toyotism (just-in-time)
- 1977-81: International Conferences Convoked by PCInt
- 1977: '77 movement
- 1978: Economic Reforms in China
- 1978: Islamic Revolution in Iran
- 1978: South Lebanon conflict
- 2010s
- 2010: Greek debt crisis
- 2011: War in Libya
- 2011: Indignados and Occupy movements
- 2011: Sovereign debt crisis
- 2011: Tsunami and Nuclear Disaster in Japan
- 2011: Uprising in Maghreb
- 2014: Euromaidan
- 2016: Brexit Referendum
- 2017: Catalan Referendum
- 2019: Maquiladoras Struggle
- 2010: Student Protests in UK and Italy
- 2011: War in Syria
- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
- Anarchism
- Anti-Americanism
- Anti-Globalization Movement
- Antifascism and United Front
- Antiracism
- Armed Struggle
- Autonomism and Workerism
- Base Unionism
- Bordigism
- Communist Left Inspired
- Cooperativism and autogestion
- DeLeonism
- Environmentalism
- Fascism
- Feminism
- German-Dutch Communist Left
- Gramscism
- ICC and French Communist Left
- Islamism
- Italian Communist Left
- Leninism
- Liberism
- Luxemburgism
- Maoism
- Marxism
- National Liberation Movements
- Nationalism
- No War But The Class War
- PCInt-ICT
- Pacifism
- Parliamentary Center-Right
- Parliamentary Left and Reformism
- Peasant movement
- Revolutionary Unionism
- Russian Communist Left
- Situationism
- Stalinism
- Statism and Keynesism
- Student Movement
- Titoism
- Trotskyism
- Unionism
Regioni
Login utente
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.